La gioia per l’Immacolata
La liturgia della Messa dell’Immacolata comincia con l’espressione di Isaia: “Sono pieno di gioia e gioisco nel Signore”. Anche noi come Maria siamo nella gioia che comincia da lontano, infatti il Signore ci conduce con la sua Parola proprio nel Paradiso terrestre dove si appoggia la definizione del dogma dell’Immacolata Concezione. L’oracolo riferito nella Genesi 3,15 ci lascia intravedere la vittoria morale dell’umanità che calpesta la testa del serpente tentatore, causa della sua rovina iniziale. La vittoria sarà riportata non direttamente dalla stessa umanità, ma da un membro eminente della stessa umanità, da colei che sarà la Madre del Messia che meglio di qualsiasi altro partecipa alla vittoria finale.
Il Protovangelo è messo direttamente in rapporto alla Madre di Cristo ed annuncia non soltanto il trionfo politico religioso del popolo eletto, ma il trionfo morale dell’umanità intera sulle potenze del male, il trionfo del Bene sul male. Questa vittoria è riportata nel Nuovo Testamento al cap. 12 dell’Apocalisse, dove la Madre di Cristo è presentata come la Novella Eva che partecipa al trionfo sull’antico serpente che aveva sedotto la prima Eva. Il riferimento alla Vergine Maria fa pensare che l’Apocalisse provenga fondamentalmente dalla stessa mano dell’autore del quarto Evangelo, cioè dall’apostolo Giovanni, legato in modo speciale alla Madre di Gesù.
Immacolata significa donna forte, vittoriosa sul male, per questo la Chiesa applica a Lei la forza manifestata da Giuditta contro Oloferne e canta a Lei: “Tu gloria di Gerusalemme, tu letizia di Israele” ed applica a Lei le immagine di forza usate dalla Bibbia: “Forte come un esercito schierato a battaglia”. E non si fa difficoltà a pensarla così se la consideriamo mamma che difende i suoi figli.
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Celebrarla così oggi pensando al mondo in guerra e alla Chiesa in difficoltà sentiamo quanto sia vera la preghiera che la Chiesa mette sulle nostre labbra: “gementi e piangenti in questa valle di lacrime”. Con la consapevolezza che tutti i mezzi per ottenere la pace sono stati sperimentati e le bombe continuano ad uccidere persone innocenti, diventa naturale rivolgerci a Lei e chiamarla “Speranza nostra”, con la fiducia che la sua intercessione può addirittura cambiare i cuori umani, orientandoli verso il bene e la pace. Viene naturale e spontaneo dire che ci vorrebbe un miracolo. Proprio così: un miracolo, il miracolo della pace che Lei può ottenere da Dio per noi.
Noi crediamo ancora ai miracoli che si ottengono con la preghiera. Sappiamo anche che non siamo degni di essere ascoltati ma, se siamo peccatori, Lei, che è dei nostri, è la purissima e non disdegna di rappresentarci presso Dio. E’ interessata ai nostri problemi e alle nostre guerre, come ha detto a Fatima, e nella preghiera e nella penitenza ci ha indicato le armi della fede per essere il “suo esercito schierato a battaglia”. Celebriamo la Sua Immacolata Concezione con la certezza che ancora una volta la vittoria sarà la sua, perché è con Dio, con “il Dio di Israele, Dio delle vittorie, Dio che vince sempre”.
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