HomeSolennitàmons. Giuseppe Mani - Commento al Vangelo di sabato 6 Gennaio 2024

mons. Giuseppe Mani – Commento al Vangelo di sabato 6 Gennaio 2024

Commento al brano del Vangelo di: Mt 2, 1-12

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Chi sono? Chi siamo?

Chi sono? Chi siamo? E’ la questione che ci poniamo all’inizio del nuovo anno. Il brano evangelico della visita dei Magi al Bambino Gesù ci aiuta ad una risposta. Vi propongo di seguirmi e di affrontare il brano rispettando la narrativa perché ogni brano è un invito ad identificarsi a qualcuno dei personaggi.

Chi sono io? Abitualmente la festa dell’Epifania invita i fedeli ad indentificarsi con i Magi. E riconosciamoci in questi uomini attenti a scrutare i segni dei tempi, i segni iscritti nel cielo. Come loro mi sono alzato ed ho cominciato a camminare verso la luce. Cercatore della verità porto ‘inquietudine del sempre un po’ più lontano, più avanti nel mio cammino sempre più desideroso di una luce per lo spirito e per il cuore. Si, io sono come i magi. Ma non sono solo, cammino insieme da altri, siamo molti che camminiamo verso la luce che Dio ci dona: il Salvatore del mondo. La Sapienza viene ad abitare la nostra storia.

Il testo non si limita a presentarci i magi. Senza artificio possiamo anche riconoscerci negli Scribi di Gerusalemme. Sono uomini di studio, lettori delle Scritture. Come loro leggiamo i testi cercando di capire come la Parola è sorgente di vita. Sappiamo che il Messia è il Figlio di Davide, che nasce a Betlemme e che realizza le scritture che lo annunciano e prefigurano. Proprio come gli scribi e i dottori siamo ereditieri delle Scritture e oggi con le nostre celebrazioni le onoriamo celebrando Colui che viene a salvare l’umanità.

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Il testo però in mezzo ai Saggi di Israele mette pure Erode ed è facile riconoscerci in lui. Sia pur debole il potere che ci è donato rassomigliamo ad Erode tutte le volte che lo esercitiamo come un monopolio. La gelosia che è nel nostro cuore ci proibisce di condividere e lo spirito di rivalità ci spinge ad eliminare i nostri rivali. Usiamo l’imbroglio per arrivare ai miei fini e preferiamo manipolare che parlare apertamente. Osiamo riconoscerci in questa losca figura di potere crudele? Si, se siamo lucidi su ciò che abita nel nostro cuore dove abitano idee razziste, dove agiscono gelosie dove si sviluppa la collera e dove si conserva il risentimento per la vendetta. Queste forze di distruzione non sono soltanto all’opera a Gerusalemme ai tempi di Erode.

Guidati dal testo eccoci a Betlemme. I genitori del bambino sono la e posso anche riconoscermi in loro: loro hanno la gioia di veder nascere un bambino. Certo è il loro bambino ma non certamente tutto loro. Il Bambino viene da Dio e non gli appartiene. Così la vita è ricevuta come un dono, come un fragile tesoro che bisogna aiutare e far crescere senza voler possederla, senza volerla custodire per se, senza tenerla con avarizia.

.Dobbiamo andare più avanti e riconoscerci nel bambino di Betlemme. IL Figlio dell’Uomo e divenuto grande e durante tutta la sua vita si è presentato come “figlio dell’uomo”, in maniera che ogni uomo possa riconoscersi in Lui. Ci dona in effetti la possibilità di divenire Figli di Dio e di nascere alla vita che riceve con pienezza da suo Padre. Ci chiama a vivere con Lui, a vivere la sua Pasqua e così condividere la sua Gloria. Ci dona di essere insieme nel suo corpo comunicando al Sacramento Eucaristico. Questa molteplice identificazione suscita in noi le vertigini. Il testo dell’Epifania ci designa il cammino della vita che è un atto unificato dalla linea che lo conduce:

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scrutare i segni dei tempi e le scritture, alzarsi e camminare tra le difficoltà del presente.

Resistere allo spirito di rivalità e al desiderio di eliminare l’altro

Non restare alle parole del testo sacro ma impegnarsi sulla strada che ci conduce verso Colui che si dona

Non lasciarci il cuore riempire di gelosia ma guardare la stella che sorge e orientarsi alla sua luce

Al termine del cammino, offrire e donare ciò che è prezioso del proprio lavoro, delle sue relazioni, del cuore,

Attraverso la porta “Chi sono io” siamo entrati nella luce, dove guardando Colui che è la Luce di Dio che illumina ogni uomo che viene nel mondo.

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