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mons. Giuseppe Mani – Commento al Vangelo di mercoledì 1 Gennaio 2025

Mercoledì 1 Gennaio 2025 - MARIA SANTISSIMA MADRE DI DIO
Commento al brano del Vangelo di: Lc 2,16-21

THEOTOKOS

I teologi dicono che Maria è la “Theotokos”: Madre di Dio, Madre che ha generato Dio.

La maternità di Dio si sarebbe potuta realizzare in più maniere, si è realizzata in una sola maniera: quella di cui ci parla il Vangelo. Non dobbiamo considerare il concetto di maternità come si sarebbe potuta realizzare in astratto, ma in maniera concreta, evangelica.

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Nei primi secoli, Valentino immaginava che il Cristo fosse disceso dal cielo già con un corpo. In questo caso Maria non si sarebbe potuta chiamare “Madre di Dio”. Il Cristo non avrebbe appartenuto alla nostra umanità peccatrice che veniva a salvare e redimere. Non sarebbe entrato nella serie delle generazioni peccatrici che sono derivate dalla catastrofe di Adamo.

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Ma Dio non ha voluto salvare qualcuno che fosse estraneo alla razza umana decaduta.

Il Salvatore è Dio e uomo e la sua umanità fa parte della razza umana decaduta, ed è questa umanità che assume dalla vergine Maria. Attraverso Maria, Dio dà la possibilità di entrare nella Redenzione della miseria. Maria è nostra sorella e Gesù è nato dalla nostra sorella Maria, come direbbe sant’Atanasio. È una donna tra gli esseri umani che gli dona la sua natura umana. Così san Paolo potrà scrivere: “Quando venne la pienezza dei tempi, Dio mandò il Suo Figlio, nato da donna, nato sotto la Legge, per salvare tutti coloro erano sotto la Legge”.

Sa che in questa umanità ferita potrà vivere per trarre da essa la Redenzione. Maria collabora alla Redenzione. L’umanità ha offerto a Dio quanto aveva di più bello e grande, il cuore verginale di Maria, perché Egli potesse chiamare “Mamma” una di noi. E con Lui anche noi possiamo continuare a chiamarla “mamma”. Ho seguito col cuore in gola tutta l’avventura dell’incendio di Notre Dame a Parigi.

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Mentre crollavano le volte della cattedrale ero in ansia per la statua della Madonna, padrona di quella casa, che teneva stretto a sé il Bambino. Ugualmente la statua della Madonna sotto la croce che aveva ricevuto da poco tra le sue braccia Gesù. Il fuoco ha rispettato l’una e l’altra statua e la Madonna col suo Figlio tra le braccia è rimasta intatta dentro la sua casa distrutta, immagine della Chiesa avvolta tra le fiamme del male e delle persecuzioni, che rimane sicura perché ha Gesù tra le braccia.

A restauri compiuti, la prima cosa che hanno voluto riportare nella Cattedrale è stata proprio la statua di Nostra Signora a testimoniare la sua potenza e anche l’amore dei suoi figli che la chiamano con ragione “Speranza Nostra”.

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