HomeSolennitàmons. Giuseppe Mani - Commento al Vangelo di lunedì 6 Gennaio 2025

mons. Giuseppe Mani – Commento al Vangelo di lunedì 6 Gennaio 2025

Lunedì 6 Gennaio 2025 - Epifania
Commento al brano del Vangelo di: Mt 2,1-12

Epifania

La festa dell’Epifania è la nostra festa. Non soltanto quella dei re magi che hanno preso posto davanti al Presepio, ma di tutti coloro che non fanno parte del popolo eletto, pagani agli occhi degli ebrei osservanti, invitati davanti al Salvatore. Festa degli stranieri, degli emigrati, di coloro che non hanno potuto essere là, perché hanno avuto problemi per integrarsi col popolo eletto.

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Nella seconda lettura San Paolo spiega perché era stato chiamato a predicare il vangelo ai pagani: perché quello che non era stato rivelato fino ad allora dovevano rivelarlo gli apostoli.

Questa notizia all’epoca era talmente sovversiva e rivoluzionaria che provocò la prima crisi sanguinosa tra Gesù e il popolo eletto. Erode, che ordina la strage degli innocenti, è il primo a non capire il senso del passaggio dall’Antica alla Nuova Alleanza, che il nuovo Israele non sarà una minaccia per l’antico, perché il Regno di questo re che è nato non è di questo mondo. Questo nuovo regno nasce dal sangue degli innocenti che annuncia il nuovo re in persona.

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San Paolo si pone il problema: perché il popolo eletto da Dio, a cui appartengono la Legge, i patriarchi, le scritture, le promesse, fino al Messia, nato dalla loro stessa carne, non ha riconosciuto il Messia che Dio gli ha inviato e perché i pagani, che non ne avevano il diritto, sono entrati trionfalmente a far parte del popolo eletto? Dio non mantiene le sue promesse? Paolo risponde ai Romani mettendo nella bocca di Dio le parole di Isaia: “Sono stato trovato da quelli che non mi cercavano (i pagani, noi!), mi sono manifestato a quelli che non chiedevano di me” (Rom 10,20). Ma allora Dio entra in contraddizione con sé stesso? Paolo ha trovato la risposta nella insondabile e immensa misericordia di Dio, incomprensibile per la ragione umana: “Avrò misericordia per chi vorrò averla e farò grazia a chi vorrò farla” (Rom 9,15). Paolo conclude: “O abisso della misericordia, della ricchezza, della sapienza e della conoscenza di Dio! Quanto insondabili sono i suoi giudizi e inaccessibili le sue vie!”.

Tutto è misericordia e si spiega unicamente nell’immensità dell’amore di Dio, incomprensibile per la ragione umana.

Maria e Giuseppe col Bambino nella grotta circondati dai pastori, i poveri di Israele e dai magi, i sapienti dei pagani. Il merito o il demerito non contano. L’importante è che Dio possa fare misericordia.

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