Il Battesimo di Gesù
Dopo l’esperienza del Natale che abbiamo vissuto accompagnati dalla liturgia, un velo di silenzio di stende su Gesù e la sua avventura umana. Un velo che Lo copre nella normale vita di Nazareth per trenta anni.
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Era finalmente giunta l’ora della sua solenne investitura di Messia e Redentore. Il luogo scelto, sempre sullo stile di Betlemme, è il fiume Giordano, dove la gente accorreva per farsi battezzare da Giovanni.
Il contesto, quello di una liturgia penitenziale: si confuse con tanti peccatori che andavano a chiedere il battesimo di penitenza. Giovanni intuì chi era il penitente di turno che chiedeva di essere battezzato e si rifiutò, ma Egli volle lo stesso che si compisse quel gesto, perché “conviene che così adempiamo ogni giustizia”: “doveva essere annoverato tra i peccatori”. Il Padre lo investì: “Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto”. Gesù, Figlio unigenito del Padre e da sempre ripieno di Spirito Santo, nel Giordano viene dichiarato tale e da quel momento si manifesta “come Dio consacrò in Spirito Santo e potenza Gesù di Nazareth, il quale passò beneficando e risanando tutti coloro che stavano sotto il potere del diavolo, perché Dio era con Lui.” Da quel momento comincia la missione ufficiale di Gesù: “Sono venuto a portare il fuoco sulla terra; e come vorrei che fosse già acceso! C’è un battesimo che devo ricevere; e come sono angosciato, finché non sia compiuto!” (Lc 12, 49-50).
Col Suo battesimo di sangue, che desidera e verso cui cammina, Gesù battezza tutto l’universo, lo salva e lo sottrae al potere del demonio. Gesù è l’unico Salvatore dell’uomo, per cui tutte le cose sono salvate attraverso di Lui. Gesù (= Dio salva) ha salvato tutti, credenti e non credenti, cristiani e musulmani. Non è il mio battesimo che mi salva, ma il Suo battesimo di sangue che mi ha salvato. Ma se tutti siamo salvati, qual è la differenza tra un battezzato e un non battezzato? Il primo conosce chi è il suo Salvatore, mentre il secondo non lo conosce. Non conosce le “ininvestigabili ricchezze di Cristo”, non gli è dato di penetrare la ricchezza del mistero di Dio che vuol salvare l’uomo. Attraverso il battesimo, col dono della fede, il cristiano entra nel mistero di Dio Salvatore e partecipa di tutta la sua ricchezza. A Dio, ci dicono i mistici, non interessa la salvezza, che è già assicurata a tutti dal sangue di Cristo, ma interessa l’amore. Dio ci dice: “Stai tranquillo, io ti salvo, lo faccio io, ma, piuttosto, tu mi ami?”. Perché è solo l’amore che ci unisce a Lui e che ci fa diventare una cosa sola con Lui.
A sua volta i discepoli del Signore non hanno soltanto il compito di dire agli altri che sono salvati gratis, ma hanno il compito di testimoniare l’accoglienza di Lui, l’amore per Lui e per i fratelli che non solo ci salva, ma ci vuole trasformare in Lui, fino a identificarci con Lui.
Il compito del cristiano è di evangelizzare il mondo: cioè dire che il mondo è stato salvato e che Gesù è la causa principale, il Salvatore. Sarebbe riduttivo però pensare alla salvezza come al passaggio da una categoria a un’altra, da uno stato a un altro. Dio salvandoci ci eleva all’intimità con Lui. Vuole stabilire tra noi e Lui un rapporto di intimità familiare: Lui il Padre e noi suoi figli; Gesù nostro fratello e noi parte della sua famiglia, pellegrini sulla terra, ma certi dell’accoglienza nella sua casa. Il battezzato ha il compito preciso di testimoniare al mondo che è un amico di Dio, che è il Partner della sua vita, che conversa con Lui che è Lui che detta le regole della sua quotidiana condotta. Dinanzi a coloro che si ostinano a cercare Dio tra le nuvole o con la straordinaria fatica del ragionamento umano o addirittura ne negano l’esistenza, il battezzato testimonia e manifesta con l’atteggiamento della sua vita che Dio è con Lui, che è addirittura abitato da Dio: “Se uno mi ama e osserva la mia parola, noi verremo a Lui e faremo dimora presso di Lui”. E rivela il segreto della sua vita, come Gesù: “Io e il Padre siamo una cosa sola”.
La grazia del battesimo ci ha aperto la porta ai segreti di Dio e ci impegna ad essere dei rivelatori dei suoi misteri. Cristiano adulto è colui che ha sviluppato questa grazia fino a far diventare esperienza quello in cui crede. E’ la condizione dei mistici: “vivere come vedendo ciò in cui credono”. Il cristianesimo non è una dottrina da imparare, ma una esperienza di vita da scoprire e vivere. Karl Rahner ha detto: “I cristiani di domani o saranno dei mistici o non saranno”. La festa del Battesimo di Gesù risveglia in noi la fondamentale dimensione della nostra vocazione alla comunione con Dio e a divenirne i testimoni.