Uniti nell’amore
L’insegnamento di oggi riguarda coloro che vivono in coppia e coloro che si preparano a farlo. L’autore del secondo capitolo della genesi ha scelto uno stile pieno di immagini per far capire che Dio ama l’amore dell’uomo e della donna, che gli ha strutturati in vista di una scoperta reciproca piena di stupore. Dio presiede al loro incontro. E’ la prima agenzia matrimoniale.
L’uomo prende la parola per la prima volta quando ammira la donna. Prima era isolato, fermo su se stesso. L’amore lo libera dal mutismo e dall’egoismo. Dio è soddisfatto e per la prima volta constata che ”non era bene per l’uomo essere solo” ed aveva deciso di donargli un essere capace di stargli dinanzi, simile e differente, libero né servile, né eterno contradittore.
Tra i due umani si stabilisce una relazione reciproca, la presa di coscienza della complementarietà. Amore durevole ma differente dall’amore filiale “Per questo l‘uomo lascerà padre e madre per unirsi alla donna divenendo una sola carne con lei.
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Tutte questa linee sono di grande arte e ci permettono di misurare il valore inestimabile dell’amore secondo Dio e l’importanza che può favorirlo oggi. Gli uomini non hanno mai cessato di malmenare l’amore trasformandolo in dominio dell’uno sull’altro, in successione di relazioni passeggere o in esaltazione esclusiva della gioia erotica.
L’amore voluto da Dio unisce le differenze, comporta ore di estasi amorosa, ore di dialogo, il coraggio del perdono dopo le tensioni e l’offesa, lo stupore dissipante del riposo. Il ripudio era divenuta una pratica stabilita a cui volevano piegare Gesù che richiama la prescrizione di Mosè (Dt 4,1) ma la commenta dicendo: Mosè ha dovuto adattarsi malgrado la vostra durezza di cuore. Vi ha fatto una concessione imponendo di mettere per scritto la vostra decisione di ripudio. Così Gesù fa riflettere gli sposi sul loro comportamento e la cattiva qualità del loro amore.
Sullo sfondo Dio richiama i due passaggi della Genesi in cui Dio vuol far ritrovare le intenzioni di Dio di Israele creatore e il suo comandamento, evidentemente più degno dell’obbedienza al precetto di Mosè. Per prima cosa fanno pensare a Dio l’uomo e la donna uniti insieme. Il ripudio distrugge la bella immagine di Dio. Che devono rendere visibile. Essa prova l’assenza del vero amore.
In secondo luogo Gesù cita Ge 2, 2-24: lo sposo e la sposa sono destinati a divenire una sola carne e sottolinea le intenzioni del Creatore “Ciò che Dio ha unito non lo separi”. Cioè: coloro che si sono uniti liberamente secondo le intenzioni di Dio devono considerarsi inseparabili. Il Matrimonio non è soltanto la cellula della società, associata all’opera della creazione per la procreazione ma anche un cammino verso la santità.
La Santità è essere fedeli all’azione dello Spirito, vivere la vita stessa di Gesù ricevuta nel battesimo, confermata dallo Spirito e nutrita dall’Eucarestia. La Santità è realizzare questa unità che viene dalla stessa trinità “Che siano uno come noi siamo uno! Che siano perfetti nell’unità”. Questa unità è creata dall’amore.
Il matrimonio è un cammino di santità. Realizza una cellula vivente la cui regola è l’amore. Dio presiede al cammino della coppia, è sempre presente e non è un caso che Gesù faccia il primo miracolo proprio ad un matrimonio, segno che i tempi sono cambiati e che il regno di Dio è là, al centro delle nozze.
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