Un buon investimento
Nelle nostre parabole, l’accoglienza del Regno di Dio, che comincia come l’accoglienza di Cristo e della sua Parola, non è presentata come qualcosa di oneroso ma come un buon affare: si tratta di acquistare, di guadagnare… . Temiamo sempre ogni discorso in cui si invita “a perdere tutto” se non è accompagnato da una controparte: per trovare, per guadagnare. Il giovane ricco è invitato a lasciare le sue ricchezze ma anche per acquistare un tesoro. E’ anche la chiaroveggenza del seminatore: rischia il seme ma per avere la messe. Non andiamo a Cristo per sacrificarci, per annientarci per subire una perdita . Se Abramo lascia “il paese di suo padre” è per prendere possesso della terra che Dio gli promette. Il Vangelo è annuncio della vita, non della morte, è una piattaforma per scegliere la vita. Il Regno della vita si installa malgrado tutto.
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Nella prima lettura Salomone si domanda ciò che chiedono tutti i peccatori che raramente si fidano. Chi trova un tesoro o una perla opera un discernimento: cosa è meglio? Avere un tesoro o mantenere ciò che già posseggo. Ci si raccomenda di comportarsi come persone previdenti che sanno riconoscere dove è il vero bene. Ecco chi può già aiutarci a rettificare delle vecchie immagini.
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Prendiamo per esempio Genesi 2 e 3, si è sempre creduto che la conoscenza del bene e del male appartiene soltanto a Dio e non appartiene a noi, ci ha donato la Chiesa come maestra di questa scienza. Dio loda Salomone di aver chiesto la capacità di discernere il bene e il male. Il vangelo ci invita a sceglie il meglio. San Paolo a più riprese insiste di dar prova di questa saggezza. Concediamo che la conoscenza del bene e del male è di Dio ma sappiamo che Dio la concede , la comunica per il semplice fatto che siamo creati a sua immagine. A noi applicarla.
Se la Scrittura insiste tanto a non sbagliare Il problema è di confondere tra il bene e il male. Sbagliare nelle nostre scelte perché le perle possono essere anche contraffatte, imitate. La moneta falsa assomiglia a quella nuova. L’errore nella scelta proviene dall’errore che noi commettiamo su Dio. Per esempio diciamo che è Onnipotente.
Ed è vero. Soltanto che vedere in Lui l’Onnipotenza dell’Amore, l’Onnipotenza del servizio (il maestro è colui che serve), dunque a nostra disposizione, noi immaginiamo invece la potenza che regge tutte le cose. Allora ci conformiamo a questa immagine e facciamo dei dominatori. Cammino di morte sia per colui che domina e per colui che è dominato. È facile capire che è la perversione del bene, sotto l’ispirazione del maligno che provoca la confusione. Da cui l’invito a discernere e a rifare luce.
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Scegliere il meglio. Dio è abitualmente per noi. E dobbiamo esserne ambiziosi. Nel senso che non dobbiamo dichiararci soddisfatti possedendo una falsa perla anziché un più ricco tesoro. Chi ha scoperto il Cristo non ha più fame e sete di altre cose. E’ pronto a vendere tutto quel che possiede.
Quando Israele ha scoperto l’Alleanza con Dio , è stata pronta a perdere, se necessario tutti i beni che gli procurava questa Alleanza per salvare l’Alleanza stessa. Su questa linea è da comprendere “vendere tutto quel che possiede”.