Chi chiede ottiene
Questa domenica Gesù ci intrattiene sul tema centrale a tutte le religioni: la preghiera. Ascoltiamolo bene, perché è in gioco il nostro rapporto con Lui.
La liturgia comincia col bellissimo testo della Genesi che ci riporta il dialogo tra Dio e Abramo che intercede per salvare le cinque città. Nonostante tutto, la cosa finì male.
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Gesù insiste: “Chi chiede ottiene, chi cerca trova, a chi bussa sarà aperto”. È vero quello che ci dice? Sembrerebbe di no. Gli esempi non mancano né a noi né alle persone che conosciamo. Persone buone che con insistenza chiedono cose giuste e necessarie, ma si scontrano contro un cielo sordo e chiuso.
Le cose vanno per i fatti loro. I cattivi continuano a prosperare, i giusti a soffrire, giovani pur bene educati continuano a drogarsi, persone indispensabili alle loro famiglie a morire di cancro o di altre cose. Peggio. Si prega perché le persone si aprano alla fede e il mondo della fede si restringe come una piccola isola nel mare. Bisogna aver coraggio per constatare tutto questo. Dio lascia fare: i microbi e i virus ci aggrediscono alla grande… Cosa vuol dirci, allora, il vangelo?
Varie sono le risposte di coloro che vogliono prendere le difese di Dio, quasi ne avesse bisogno.
“Non avete pregato abbastanza!”. Ma Gesù ha detto che è inutile aumentare le preghiere, perché il Padre sa quello di cui abbiamo bisogno.
“Non avete fede sufficiente”; “Dio vuol provare, misurare la nostra fede e la nostra perseveranza”. Meglio restare senza risposta che dare risposte del genere.
È difficile sbarazzarsi dell’immagine di un Dio che interviene a tutto campo per modificare gli eventi. Vorremo da Lui dei miracoli e ci meravigliamo che non li faccia.
Un’altra difficoltà: ma se è il Dio dell’Alleanza con noi di cui parla tutta la rivelazione? Bisogna rispondere che Dio interviene sempre e bene, che il suo intervento è permanente, ma che questo intervento non consiste nel modificare gli avvenimenti, ma nella croce. Dio lascia corso alle passioni e alla violenza umana, non manda legioni di angeli. Dio non risponde alla violenza con la violenza, e sarebbe far violenza influire sul corso degli avvenimenti. Nel Cristo, Dio mostra che con noi subì la violenza del mondo.
Gli interventi di Dio.
Per capire bisogna tornare all’ultima frase del vangelo di oggi. Dio interviene continuamente e risponde alle nostre preghiere col dono dello Spirito. Lo Spirito è Dio attivo in noi e nel mondo. E, quando lo Spirito ci è donato, non è per così dire “nell’aria”, ma vicino alla nostra esistenza. Lo Spirito ci è donato in funzione di ciò che abbiamo chiesto con la nostra preghiera. Ma cosa c’è nella nostra preghiera “di domanda”? Ci sono le nostre difficoltà, i nostri problemi, le nostre sofferenze, i nostri progetti. Lo Spirito ci è donato perché dove siamo noi, nelle circostanze che provocano la nostra preghiera, diventiamo capaci di rispondere come figli di Dio. Perché sappiamo accettare la salute e la malattia, la riuscita o il fallimento, la giustizia o l’ingiustizia e anche il peccato per farci immagine di Dio. Per rispondere con amore. Dio non provoca un qualche avvenimento, ma questi eventi, essendo ciò che sono, Dio viene a viverli con noi. Non possiamo dire che quell’evento è un segno che Dio manda, ma piuttosto “Dio attraverso questo evento mi chiama, mi interpella”. Mi chiama a che cosa? Evidentemente a rispondere all’evento con amore. Lo Spirito che mi è donato come risposta alla mia preghiera è in effetti Spirito di amore.
Lo Spirito che ci è donato è Dio stesso, perché ci avviciniamo a Lui e realizziamo la sua somiglianza. Dio non dona che la vita.