La carta del regno
Il discorso della montagna non รจ tanto una proclamazione, ma un insegnamento che ha come tema il Regno di Dio.
Che cosโรจ il Regno dei cieli?
ร lโevento per cui il Creatore dellโuniverso prende finalmente in mano le redini del mondo e non lascia piรน che sia governato da usurpatori, da oppressori, da tiranni o, meglio, dal nemico per eccellenza, Satana, il male. Il Regno di Dio รจ lโevento per cui Dio dice: โOra basta con lo strazio e la devastazione della mia creazione e dellโumanitร creata per la mia gloria: sono oppressi, gemono dellโingiustizia, nel disordine, nella guerra. Adesso vengo io, e prendo io in pugno la situazioneโ.
Il senso del discorso รจ che il Regno di Dio รจ giunto. โIl Regno di Dio โ dice espressamente Gesรน โ รจ in mezzo a voiโ. ร qui, รจ giร presente, soprattutto nella Chiesa anche se ne attendiamo la rivelazione totale. ร una realtร presente, sofferta, contrastata, ma accaduta, in cui sono compresenti i due elementi della consolazione e della sofferenza. San Paolo ci dice che siamo risorti, ma la nostra abitazione รจ nei cieli. La Chiesa รจ una realtร che รจ in continuitร con quello che verrร nella โrisurrezione dellโultimo giornoโ.
Di chi รจ il Regno?
โIl Regno di Dio รจ di quelli cheโฆโ: se uno non รจ in questa condizioni, niente. Se uno ha queste condizioni partecipa al regno. E se non lo รจ, deve diventarlo, il che significa che lo puรฒ diventare. Bisogna vedere le condizioni di accesso al Regno che sono assolutamente imprescindibili. La prima รจ la povertร . โBeati i poveriโ, i poveri in tutti i modi. Non si tratta di censo, il concetto รจ piรน vasto. โIn spiritoโ: non attenua, anzi rafforza, poveri che si adeguano alla loro condizione con un sentire, un parlare, un agire da poveri. Non รจ la povertร sola, ma la povertร interiormente accettata e vissuta. Ci possono essere poveri ribelli, orgogliosi, prepotenti; questi non sono i poveri del Signore.
Convengo che il concetto di povertร non รจ univoco e volere definire la povertร per il Regno รจ un problema non semplice. Papa Benedetto nel suo libro โGesรน di Nazarethโ, introducendo il testo delle Beatitudini, dice: โI Santi sono gli autentici testimoni della Scrittura. Lโinterpretazione della Scrittura non puรฒ essere una faccenda puramente accademica. La Scrittura porta in ogni passo un potenziale di futuro che si dischiude solo quando le parole vengono vissute e sofferte fino in fondo โ (pag. 102). ร povero del Regno sicuramente Francesco di Assisi che rinuncia perfino al vestito, ma sono poveri del Regno Maria e Giuseppe che hanno lavorato e sicuramente conservato qualcosa per assicurare la vita di Gesรน. โMite โper il Regno รจ sicuramente don Tonino Bello, ma anche coloro che con la forza difendono i diritti negati dalla prepotenza degli aggressori (G et Sp cap. V).
I poveri sono presenti in tutta la Scrittura, ne parlano i profeti e i salmi. Lo stesso vale per la pace e per quelli che fanno la pace, cosรฌ per il termine Giustizia, quale termine meno comprensibile al di fuori della Scrittura! Chi intendesse i perseguitati per la giustizia soltanto come buoni sindacalisti perseguitati sarebbe del tutto fuori strada. Lโaffermazione del diritto e di tutti i diritti della persona umana รจ certamente una cosa importante, ma rispetto alla totalitร del concetto biblico di giustizia รจ una particella. ร evidente che non รจ possibile tradurre queste categorie bibliche in termini mondani, si deformerebbero completamente.
Eโ lo Spirito che a ciascuno suggerisce il modo per diventare Parabola del Regno offrendo cosรฌ lo stupendo spettacolo della varietร dei doni di cui il Regno รจ costituito.