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mons. Giuseppe Mani – Commento al Vangelo di domenica 15 Settembre 2024

Domenica 15 Settembre 2024
Commento al brano del Vangelo di: Mc 8, 27-33

Per voi chi sono Io?

E’ interessante confrontare il Vangelo di Marco con la requisitoria di San Giacomo nella seconda lettura. Gli apostoli credono a Cristo, ma hanno un’idea diversa del Messia. Quando Pietro apprende la verità, protesta e Gesù lo redarguisce. Molti cristiani pretendono di aver fede, però non agiscono riguardo al prossimo secondo gli imperativi del comandamento nuovo.

San Giacomo li rimprovera non meno duramente. Qua e là nella dottrina di Gesù hanno raccolto quello che preferivano. Non basta per proclamare “Tu sei il Messia” oppure “Ho fede”. Il Messia ha un volto preciso. Bisogna riconoscerlo e accettarlo. La fede ha una logica; se non la metti in pratica, si spegne.

E’ facile incontrare persone che non brillano per la carità, ma hanno una vita religiosa notevole fatta di convinzioni sicure e di pratiche fedeli. Il giudizio su di essi va dalla denuncia silenziosa all’accettazione , spinti dal Signore che ci esorta a non giudicare, anzi, afferma: “Con la misura con cui misurate gli altri sarete misurati anche voi”. Pensano che il Signore alla fine avrà misericordia e saranno accolti come il figliol prodigo e così entrare nel regno di Dio.

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Credo sia importante tener presenti due aspetti: solo l’amore crede all’amore. C’è la sicurezza di poter bussare alla parta del padre? La durezza presso gli altri chiude il cuore poco a poco. A forza di “chiudere il cuore” finisce per non averne più. Un esempio di esistenza che si secca atrocemente nell’egoismo stupisce. Solo l’amore crede all’amore. Solo la generosità insegna ad abbandonarsi con fiducia alla generosità. Colui che non pratica la misericordia verso gli altri come si appellerà ad una misericordia di cui non ha idea?

Anche la fede è in causa. Per coloro che non hanno di che vestirsi né di che mangiare tutti i giorni, San Giacomo dichiara che la loro fede è vana se non si esprime con atti di carità fraterna e aggiunge quanto dice san Paolo: ”La fede è operante tramite la carità”. Ignorare la legge della comunione non è soltanto disobbedire alla fede, è far mancare il mangiare, l’aria, il calore di cui si ha bisogno. Pochi tra di noi sembrano avere coscienza del pericolo che fanno correre alla loro fede, hanno della fede un concetto intellettuale, la considerano come una certa adesione dello spirito ad un numero di verità rivelate da di Dio e insegnate dalla Chiesa. Chi si comporta male pensa che sia la morale che ne soffre, invece è la fede che soffre di più . E senza la fede cristiana non c’è morale cristiana. La fede in Dio è vita, la vita stessa di Dio che vuol possederci e trasformarci interamente per rassomigliare a Lui.

La parola di Dio di questa settimana ci sollecita a verificare l’autenticità della nostra fede in Gesù Cristo. Nel Messia, quello vero, autentico, mandato dal Padre, Gesù di Nazareth. Non un Messia secondo i nostri gusti, convinti che solo come lo pensiamo noi può cambiare il mondo. È la grande illusione di tanti cristiani: farsi un Messia personale che copre il loro egoismo e le loro illusioni. Solo lo Spirito Santo potrà aiutarci a purificare in noi il vero volto di Cristo che ci rivolge ogni giorno la domanda: “E tu chi dici che io sia?

Non c’è da stupirci del nostro errore di visione: è capitato anche a Pietro. Sarà il Signore che con i suoi rimproveri e la sua luce ci metterà sulla retta visione di Lui. Questo cammino si chiama conversione.

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