mons. Giuseppe Mani – Commento al Vangelo di domenica 15 Ottobre 2023

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L’abito per le nozze

Per prima cosa facciamo una lettura storica della pagina del vangelo che oggi la chiesa ci propone e che descrive il dramma dell’Alleanza dell’ Antico Testamento. Durante i secoli il Signore ha invitato il suo popolo ad entrare nell’alleanza con Lui, a condividere il suo amore. L’invito è raffigurato dall’invito alle nozze, ma purtroppo gli uomini non hanno risposto al suo invito. Il re andò in collera e inviò le sue truppe ad uccidere e bruciare le loro città. Di fatto nel periodo di infedeltà Israele si è trovato in stato di debolezza nei confronti dei suoi nemici. Così fu deportato in Babilonia.

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Il re non contento manda di nuovo i suoi servi a chiamare chiunque ai crocicchi della strade senza guardare alla razza e alle nazioni di origine e alla moralità ma serve unicamente la fiducia in cui lui invita. Conta solo la fede che rende giusti e buoni, la fede che è la nuova nascita, la fede che genera il nuovo essere.

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La fine della parabola ci presenta una novità: il Re condanna l’uomo che è entrato senza l’abito di nozze. Evidentemente serve ricordare che siamo in una parabola. Come avrebbe potuto uno che era stato invitato per strada avere l’abito delle nozze, evidentemente si tratta di un simbolismo. L’abito di nozze è il simbolo delle buone opere come lo descrive l’Apocalisse “l’abito di lino sono in effetti le buone opere dei santi” (Ap. 19,8). L’invito di Dio è largo e generoso ma comporta anche delle esigenze: ci si può avvicinare a Dio soltanto rivestiti dall’abito delle buone opere ispirate dalla sua parola e sostenute dal suo Santo Spirito. Non esistono privilegi ne di origine ne di razza ma non possiamo partecipare alle nozze senza rivestirci di tenerezza, di bontà, di pazienza. La veste delle nozze raffigura la trasformazione dell’invitato che risponde adattandosi all’invito. Con la sua condotta e le buone opere si adègua alla grandezza di colui che lo chiama. All’onore che gli viene fatto risponde con una generosa trasformazione della sua condotta. Fa l’esperienza di una nuova nascita attraverso la fede. Non si tratta di uno slancio di un istante ma di una vera rigenerazione.

Terminiamo con una lettura Eucaristica della parabola. “Beati gli invitati alla mensa del Signore” E’ quanto ci viene detto ogni volta che andiamo a Messa ma l’invito è ben più largo che a coloro che sono in Chiesa. L’Apocalisse dice “Beati voi che siete invitati alle nozze dell’Agnello”(Ap 19.9). Gli invitati sono una innumerevole folla, coloro che hanno rivestito le vesti delle buone opere. Ciascuna delle nostre Eucaristie è come un annuncio alla partecipazione a questo pranzo di nozze, le nozze del Figlio del Re, del Prediletto del Padre, le nozze di Cristo che sposa l’umanità.

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