mons. Giuseppe Mani – Commento al Vangelo di domenica 15 Maggio 2022

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La glorificazione

Nel vangelo di oggi risuona questa affermazione: “Il Figlio è stato glorificato” e “anche Dio è stato glorificato”. E’ il modo migliore per essere introdotti a quanto abbiamo ascoltato nella seconda lettura in cui Giovanni ci parla del cielo nuovo e della terra nuova, parlando della mutazione che deve subire il mondo per diventare il Regno.

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Ovviamente si pensa soltanto alla terra, mentre invece si tratta di un nuovo tipo di relazioni, di rapporti tra l’uomo e la natura, tra l’uomo e l’uomo, dell’uomo con se stesso. L’Apocalisse però non ci parla soltanto di una terra nuova, ma anche di un “cielo” nuovo. Cosa significa? Quando la Bibbia parla di cielo parla del luogo degli angeli e dei demoni. Di un certo tipo di relazione con Dio che abita “aldilà” del cielo. Una relazione “distante” di cui gli angeli sono i mediatori, gli intermediari; relazione disturbata dai demoni che rappresentano l’ostacolo sulla strada che va dall’uomo a Dio. “Cielo nuovo” significa un nuovo tipo di relazione con Dio, origine della vita, senza intermediari e senza ostacoli: “Dio stesso sarà con loro”. Per Paolo (Gal 3) la prima Parola, la Legge, è stata promulgata dagli angeli. Viene il tempo in cui la Parola è scritta direttamente nel cuore dell’uomo. La Parola così non è più legge, ma forza interiore.

La nuova dimora. L’universo nuovo che è annunciato è dunque sotto il segno della prossimità e non più della distanza. La dimora di Dio è in mezzo agli uomini. Ci sono infatti due tempi. Il primo è quello dell’allontanamento. L’uomo pensava di poter arrivare alla condizione divina (la giustizia, la pace, l’onore), e questo non lo considera come un dono, ma come una sua conquista (non crede veramente che Dio voglia donargli tutto questo per cui cerca di conquistarlo). Il peccato è questo. La Legge interviene “in vista del peccato”. La sua funzione è quella di dimostrare all’uomo che da sé non può raggiungere la giustizia che lo rende come Dio.

La Legge è data perché l’uomo, incapace di osservarla, riconosca che non può pretendere l’alleanza con Dio. La nuova legge, la nuova alleanza, viene all’uomo che sa di non meritare la vita, ma che la riceve gratuitamente. Se c’è una distanza tra Dio e l’uomo è perché sappiamo che non possiamo raggiungere da noi stessi la vicinanza con Dio. In breve, a partire dal momento in cui ci riconosciamo peccatori possiamo trovare Dio.

Il Figlio dell’uomo glorificato. Gesù glorificato è l’uomo che raggiunge la condizione di Dio, è il compimento della Pasqua. Gesù glorifica Dio manifestando al mondo che Dio è con noi e che è amore. Che questa presenza dell’amore è attiva con tutta la sua potenza, tanto da vincere la morte e il peccato (la morte e il peccato è la croce; la potenza attiva di Dio è la resurrezione). Dio è così riconosciuto per quello che è: la potenza creatrice di vita, capace di attraversare e di superare tutto ciò che gli è contrario, l’odio omicida. E’ la Buona Novella per noi. Per scoprire questa presenza di Dio attraverso tutte le peripezie della vita, è necessaria una buona capacità di contemplazione, una rilettura della nostra vita e della nostra storia ripartendo dalla fede nella Parola che ci è stata detta, che Cristo Parola ci ha donato.

“Come io vi ho amati”. L’amore che ci fa essere “come Dio”non può essere un comandamento nel senso abituale. Dio ama per primo e questo amore ci giunge attraverso Cristo. A partire da questo possiamo capire che è l’amore che ha ragione, che è l’amore la vera legge dell’uomo. E l’amore che ci rilega a Dio non può esprimersi che attraverso l’amore che ci lega agli altri.

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