Stat Crux dum volvitur orbis
Giunti alla fine del cammino quaresimale, la Chiesa ci presenta la sintesi di tutto il messaggio di salvezza: la Croce del Signore Nostro Gesù. Anzi ci propone la contemplazione della passione. Saremo guidati quest’anno da Luca che racconta la passione con molta venerazione e ammirazione del suo Signore.
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L’evangelista evita di raccontare i dettagli crudeli e umilianti. Mi sono posto il problema di come gli evangelisti, in particolare i due apostoli, spettatori delle sofferenze di Cristo ce ne abbiano parlato con la semplicità e serenità con cui è descritta la passione nei loro evangeli. La risposta è semplice: hanno scritto il vangelo dopo aver visto Gesù risorto e dopo gli effetti dello Spirito Santo che aveva loro donato.
Con serenità e amore avviciniamoci anche noi alla Passione del Signore Risorto: “Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo… Patì, fu crocifisso ed è risuscitato dai morti”. Tutto quello che è avvenuto, è avvenuto per me, per insegnarmi a vivere e non ha fatto mancar niente per cui non possa confrontarmi con lui in tutte le situazioni della mia vita.
Gesù è pieno di misericordia: “Padre perdona loro, perché non sanno quello che fanno”. “Oggi sarai con me in Paradiso”. Sa di essere vittorioso per l’amore del Padre che gli viene dato ogni momento.
Mettiamoci in preghiera silenziosa sotto la Croce come ci insegnano i Santi e ascoltiamo, da quello che è il pulpito più alto del mondo, la sintesi di tutte le verità esposte nel Vangelo riassunto in sette Parole che gli evangelisti hanno raccolto dai testimoni e hanno riferite a noi, perché vivessimo di esse. Dopo averle trovate nei Vangeli, lascia che ti entrino nel cuore e lo “trafiggano”. Lo Spirito Santo farà il resto, ti suggerirà e ti farà udire che la voce di Cristo è per te: sii pronto a perdonare, sazia la sua sete di amore, accogli Maria e “portala con te”, sii disponibile ad offrirti fino alla fine e abbandonarti tra le braccia del Padre. È tutta la nostra vita, la sintesi della Sapienza. Il Crocifisso è il grande libro in cui è scritta l’esistenza di ogni uomo.
Straordinaria la figura del centurione che, dalle ricerche fatte, pare che fosse italiano, essendo in quel periodo distaccata in Palestina la Legione Julia. Aveva seguito per tutta la via Crucis il Condannato, aveva visto Maria abbracciarlo, lo aveva spogliato e contemplato flagellato e crocifisso, tutto eseguito da lui e dal suo picchetto di soldati; era il suo lavoro di quel giorno: eseguire una Crocifissione. Ma durante tutta la Via Crucis, accanto a Cristo, lo Spirito Santo agiva nel suo cuore e preparava il primo atto di fede nel tempo, appena compiuta la Salvezza: “Quest’uomo era veramente il Figlio di Dio!”.
La passione di Gesù è un tesoro inesauribile di grazie. In essa tutti i dettagli hanno un significato profondo e ci mettono in modo impressionante davanti alla manifestazione dell’Amore Divino.
La passione di Gesù ci spinge all’umiltà. Sappiamo infatti di far parte anche noi di quell’umanità che si è accanita contro il Figlio di Dio.
Ma la passione di Gesù ci dà anche una speranza salda. Sappiamo che Gesù ha vinto il male e la morte. Dopo la passione di Gesù e grazie ad essa, possiamo camminare a testa alta, perché sappiamo di essere stati amati fino a questo punto da Gesù e perché la sua passione trasforma tutta la nostra vita in modo positivo, ottenendoci, come è avvenuto per Lui, di vivere una vita nuova. Siamo riconoscenti al Signore e accogliamo queste grazie preziose, capaci di trasformare il mondo.
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