Il mio battesimo
La festa del battesimo di Gesù nel fiume Giordano richiama il mio battesimo di cui la chiesa fa di tutto perché non ne perdiamo la memoria. Penso ai grandi battisteri delle nostre cattedrali, quello di Firenze con le porte del Paradiso, quello di Pisa, quello di Roma; ma anche che ogni messa domenicale comincia con la benedizione dell’acqua e l’aspersione dei fedeli.
Il battesimo è tutto. Cosa chiedi alla chiesa di Dio? La fede, risponde il catecumeno, e la fede è tutto. È come il piccolissimo seme da cui cresce un grande albero: la vita cristiana.
La semplicità del rito impressiona per gli effetti che produce. Io sono stato battezzato appena nato dalla stessa ostetrica che aveva aiutato mia madre a farmi nascere col bicchiere di acqua che era vicino al letto. Gli effetti sono enormi. Un anziano Nunzio Apostolico di Mosca manifestava il suo stupore per gli effetti del Battesimo: “In Russia milioni di persone sanno di essere stati battezzati di nascosto durante il regime comunista e non hanno avuto neppure un’ora di catechismo. Finito il comunismo si sono riempite le chiese e aperte numerose parrocchie: frutto unicamente del battesimo”.
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Cosa produce il battesimo?
Dona la fede della chiesa: viene chiesto per questo. È il seme destinato a portare frutto. Ovviamente come tutti i semi deve essere coltivato perché diventi albero. Impressiona come l’uomo possa farlo fruttare in modo da produrre frutti di santità o trascurarlo, addirittura rinnegarlo, nei peggiori dittatori e nei più squallidi delinquenti. Anche nel caso di questi ultimi la fede rimane sempre seme e può rivivere nel cuore dell’uomo. È la fede che salva. Alla fine della vita la chiesa, chiedendo di salvare il suo figlio morente, dice questa preghiera : “Anche se ha commesso tanti peccati – Saltem fidem non negavit -, non ha rinnegato la fede”. La fede del battesimo è il lasciapassare per l’eternità.
Il battesimo introduce nella chiesa: dà l’identità cristiana. Ogni uomo è Figlio di Dio, come ci ha detto San Pietro nella seconda lettura: “Dio non fa preferenza di persone, ma chi lo teme e pratica la giustizia, a qualunque popolo appartenga, è a lui accetto”. Il battesimo ci fa riconoscere questa straordinaria dignità e, introducendoci nella comunità dei credenti, ci rende partecipi di tutti i beni dei credenti, partecipi della comunione dei Santi.
Con la fede ci viene partecipata la verità: sappiamo da dove viene la nostra salvezza: Gesù Cristo è l’unico Salvatore del mondo. E riceviamo la possibilità di entrare nel mistero di Dio: “Ricevendo uno spirito di sapienza e di rivelazione per una profonda conoscenza di Lui… per comprendere a quale speranza vi ha chiamati e quale tesoro di gloria racchiude la sua eredità tra i santi” (Ef 1,18).
Col battesimo possediamo la verità e da quel momento siamo obbligati ad annunciare a tutti che Gesù Cristo è il Signore. Compito fondamentale del cristiano è quello di evangelizzare. Il primo e più grande gesto di carità è quello del servizio della verità e la verità è Cristo Signore.
In certi ambienti è sceso il numero dei battesimi dei bambini: privare i figli del dono della fede è inconcepibile mentre senza il loro consenso si è loro dato il dono della vita.
Il battesimo vissuto ci rende missionari: debitori a tutti della verità.
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