Mons. Giovanni D’Ercole e le falsità televisive

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Non ricordo più dove è stata trasmessa l’intervista (nel caso in cui qualcuno se lo ricordi me lo faccia sapere) ma credo sia opportuno dar voce anche a mons. facendo da cassa di risonanza per quanto scrive nel blog della Diocesi de l’Aquila.

Ecco il link all’intervista fatta da Report (grazie a Lorenzo):

http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-98b81e6a-8f28-47c1-aa89-b07213a7c30a.html?p=0

Cari amici,

sento di scrivervi pur tra i tanti impegni di questo periodo, dopo aver visto una trasmissione televisiva che riportava, tra le altre, anche una intervista fatta a me.

Innanzitutto non posso far altro che dirvi tutta la mia amarezza per il montaggio realizzato e per aver inserito di 45 minuti di intervista fatta al sottoscritto solo qualche breve passaggio stravolgendo il senso delle cose dette.

Proprio per questo voglio condividere alcune osservazioni con voi.

E’ stato detto che i 35 milioni di € raccolti in tutte le parrocchie d’Italia la domenica in albis 2009 non dovevano essere gestiti dalla Curia. Innanzitutto preciso che la nostra Curia non sta gestendo direttamente quel denaro che la Cei cioè la Conferenza Episcopale Italiana ha voluto affidare alla Caritas nazionale per la gestione. La Curia condivide con la Caritas i progetti di realizzare e poi la Caritas li finanzia. E poi mi chiedo se non è la Chiesa a gestire i soldi dei fedeli chi dovrebbe gestirli? I fedeli che quella domenica del 2009 hanno aderito alla Colletta in nostro favore, sono persone che amano la Chiesa, si fidano di essa e proprio per questo hanno scelto di farle gestire il frutto della loro generosità.

Mi hanno fatto dire anche che con i 35 milioni di euro dei fedeli italiani la diocesi avrebbe comprato dei terreni per costruire oratori . Se fosse davvero così, ormai la diocesi sarebbe proprietaria di più di due terzi della città. Le cose invece stanno diversamente: con quei fondi la Caritas nazionale sta costruendo oratori, centri per anziani e sta anche acquistando terreni per poter fare le costruzioni progettate. Non chiese, però, ma solo costruzioni per realizzare progetti che possano aiutare la ricostruzione sociale della nostra città. Finora ne sono state realizzati ancora pochi perché aspettiamo le necessarie autorizzazioni del Comune.

Comunque deve essere ben chiaro che, anche quando la Chiesa costruisce su terreni pubblici, chiede solo un comodato gratuito per l’utilizzo della struttura costruita. Al termine del comodato, come è logico, tutto appartiene al proprietario del terreno. Quindi se la Chiesa costruisce su terreni comunali, come prevede la legge, scaduto il comodato, le strutture diventeranno di proprietà dei Comuni. Capannone, guardia di finaza

Riguardo alla Residenza Universitaria San Carlo, mi hanno fatto sembrare impacciato nelle risposte,  anche questa una buona strumentalizzazione!

Veramente infamante, infine, quanto affermato nei confronti dell’Arcivescovo. Mons. Molinari non ha mai abbandonato al sua città. I primi giorni ha dormito in tenda come tutti (e non una tenda della Protezione Civile ma in una tenda messa a disposizione della Caritas). In seguito, solo ed esclusivamente per la notte, ha trovato ricovero presso il convento di Carsoli. Ogni giorno, però, di primo mattino già si trovava all’Aquila per riandarsene la sera dopo aver svolto fedelmente, come sempre d’altronde, il proprio ministero tra la sua gente terremotata.

Cari lettori, ho deciso di rilasciare l’intervista a quella trasmissione perché la nostra Chiesa non ha nulla da nascondere e pensando che fosse un trasmissione seria. Ora concorderete con me che, invece, non c’è assolutamente da fidarsi di trasmissioni e giornalisti che non fanno altro che fare disinformazione per raggiungere obiettivi ben precisi, primo fra tutti quello di screditare l’operato della Chiesa. Un ultimo esempio sulla serietà di certa informazione: hanno detto che la mia residenza è nel capannone della Curia quando invece tutti sanno che, quando ho rilasciato l’intervista, dormivo presso la Scuola della Guardia di Finanza insieme a tanti altri aquilani!

Cari amici, avrei voluto non scrivervi queste precisazioni ma, purtroppo, proprio perché quei programmi che si spacciano per programmi di informazione diffondono menzogne, ho dovuto farlo; sono certo, però, che le mie precisazioni non fanno altro che confermare la stima che la disinformazione anticlericale non riesce a scalfire in voi!