1 โ โDio dimostra l suo amore verso di noi nel fatto che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo รจ morto per noiโ: cosรฌ scrive san Paolo alla comunitร cristiana in Roma e le sue parole raggiungono questโoggi tutti noi. Dio ci ama senza che noi lo meritiamo e questo รจ il suo stile, stile che personalizza con ogni uomo e che emerge in tutta la storia della salvezza. Nella prima lettura, tratta dal libro dellโEsodo, รจ Dio di sua iniziativa, ricordando quanto giร ha compiuto, ad assicurare al suo popolo una fedeltร assoluta: โvoi sarete per me una proprietร particolareโ e un avvenire sicuro, carico di speranza: โVoi sarete per me un regno di sacerdoti e una nazione santaโ. In cambio cosa chiede? Si aspetta che diamo ascolto alla sua voce, accettiamo e custodiamo la sua alleanza: in altre parole, che conserviamo sempre la fiducia in lui, consapevoli di essereโ il suo popolo e gregge che egli guidaโ, come cโinvita a ripetere il salmo responsoriale tratto dal salmo 99/100, attribuito dalla tradizione israelita a Mosรฉ.
2 โ Questa fiducia in Dio appare oggi in crisi in non poche nostre comunitร , segnate da innumerevoli tentativi di ricerca di felicitร falliti miseramente. Si prosegue a inseguire il successo in ogni campo anche se si รจ costretti a registrare, quando si vuole prescindere da Dio, lโincapacitร a costruire un mondo felice a misura delle piรน profonde attese dello spirito umano. Sรฌ, perchรฉ solo Lui conosce il codice segreto della vita umana, e soltanto nel suo cuore si trova per noi la sorgente della pienezza di senso. Nonostante ogni fallimento, Dio perรฒ ricomincia instancabile a cercarci con la tenerezza di chi non si meraviglia delle nostre fragilitร e si ostina a fidarsi degli uomini e delle donne di ogni epoca. Continua a chiamare discepoli e li invia come testimoni del suo amore in ogni angolo della terra. Ognuno di noi puรฒ essere uno di questi suoi agenti di speranza a una condizione: essere disposti ad ascoltare la sua voce e a lasciarsi plasmare dal suo Spirito per compiti che sono sempre al di sopra delle umane possibilitร .
3 โ La pagina del vangelo ce ne offre un esempio che mโappare di buona attualitร e cโinterpella personalmente. Gesรน vedendo le folle รจ preso da unโintima compassione perchรฉ le vede stanche e sfinite, rassomiglianti a pecore abbandonate dal loro pastore. Avvertiamo tutta lโumanitร di Gesรน che ama la gente, la quale non ha bisogno di capi come i farisei, ma di guide sicure e pastori autorevoli come Gesรน stesso, che si rivela giร come il buon Pastore pronto a dare la vita per il suo gregge. Rivolto pertanto ai discepoli, che ha giร scelto per questa missione e che vorrebbe a sรฉ simili, offre loro due iniziali e fondamentali consegne: โla messe รจ abbondante, ma sono pochi gli operaiโ e aggiunge: โPregate dunque il signore della messe perchรฉ mandi operai nella sua messeโ. Cโรจ innanzitutto un invito a saper verificare attentamente ogni situazione, che la messe รจ abbondante, cioรจ le attese e i bisogni dellโumanitร sono immani, a fronte perรฒ della scarsezza di uomini e mezzi. Ma di quali necessitร si tratta e quali sono le vere urgenze alle quali cโinvita a guardare il Signore oggi?
4 โ Se non ci si ferma a uno sguardo superficiale o funzionale della realtร , ma si tenta di andare al fondo di ogni situazione, costatiamo che in questo periodo storico nel mondo si vive una crisi che dura giร dagli anni 50 del secolo scorso e che il vescovo americano Fulton Sheen aveva messo in evidenza. Il mondo โ scriveva โ sta morendo per la sua mediocritร . Cosa manca infatti allโodierna umanitร realizzatrice di progressi in ogni campo, dallโeconomia alla finanza, dalla scienza alla tecnologia virtuale e allโintelligenza artificiale (IA) sino a osare di valicare addirittura il confine della creazione della vita umana con il transumanesimo? Tutto parla di successo eppure si avverte una crescente โcarestia di umanitร โ , una diffusa crisi di speranza, mentre aumenta la paura della solitudine e la violenza prevale sui tentativi di pace. Sempre piรน largo รจ il fossato che si costruisce tra chi รจ ricco e le moltitudini crescenti dei poveri, sempre piรน poveri. La malattia da curare con urgenza โ annotava Fulton Sheen โ รจ la mediocritร che ha contaminato la coscienza collettiva per cui lโodierna umanitร rischia di morire perchรฉ โnon sono le istituzioni che mancano oggi: ci mancano i grandi uominiโ. La grandezza, di cui qui si parla, non รจ qualcosa di esterno allโuomo, ma a lui stesso interna; una qualitร dellโanima con cui si riesce a conseguire non tanto il dominio sul cuore, quanto piuttosto il dominio sulle sue passioni. Pur essendo infatti capace di manipolare la natura, lโessere umano deve riconoscere che รจ poco attrezzato per il dominio di sรฉ stesso, eppure รจ veramente grande soltanto chi non si lascia rendere schiavo dal proprio ego.
Quando Gesรน afferma che โsono pochi gli operaiโ vuole forse dirci che pochi suoi discepoli credono che la piรน grande vittoria dellโuomo sia la vittoria su sรฉ stessi; che il vero progresso si realizza non tanto nellโattivitร quanto piuttosto nel silenzio. E Gesรน stesso umile e mite diventa il nostro modello di grandezza invitandoci ad affrontare con lui, come notava Fulton Sheen, โgli orrori del Venerdรฌ Santo per sfociare nella gioia smagliante della domenica di Pasquaโ. Questi uomini, simili a lampi, bruciano i legami di interesse che incollano le nostre energie al mondo; con voce coraggiosa come san Giovanni Battista, risvegliano la natura umana sonnolenta dai lacci del nostro pigro riposo; conquistano la vittoria non scendendo dalla croce e venendo a compromessi col mondo, ma piuttosto affrontando dure sofferenze per giungere a conquistarlo. โIn una parola: cโรจ bisogno di santi, perchรฉ solo i santi sono veramente grandi, semplicemente perchรฉ sono grandi della grandezza di Cristoโ. E per questo solo i santi cambiano il mondo.
5 โ Eโ interessante notare che di fronte allโenorme mole di lavoro da compiere, Gesรน non indica un supplemento dโimpegno straordinario, ma innanzitutto e soprattutto la preghiera: โPregate dunque il signore della messe perchรฉ mandi operai nella sua messeโ. Ogni volta che mi fermo a meditare su questa consegna di Cristo avverto la contraddizione tra ciรฒ che come cristiani professiamo e ciรฒ che poi effettivamente facciamo. Mi viene in mente in proposito questโ incipit dellโomelia del vescovo nellโordinazione di un prete: โCari sacerdoti, โ esordรฌ cosรฌ โ pregate il doppio di quanto predicate e passate piรน tempo tra le pagine della Sacra Scrittura che sulle sedie dei vostri incontri e delle vostre riunioniโ. Non penso che ci siano discepoli di Cristo che abbiano dubbi circa il primato assoluto della preghiera nella vita del credente, specialmente quando ai รจ chiamati per missioni speciali nella Chiesa e nella societร , ma poi in realtร รจ facile trovare attenuanti e scuse perchรฉ il lavoro รจ tanto e il tempo corre veloce. Eppure senza la preghiera viene meno il dato essenziale, cioรจ lโintimitร con Dio indispensabile per capire e compiere la sua volontร . Conoscere ciรฒ che Dio ci chiede e avere la grazia e la forza per compierlo sono due doni che possiamo ottenere solo mediante la preghiera restando e crescendo in unโintima amicizia con Dio. I santi mostrano che la vita di preghiera consiste nellโarmonizzare la nostra esistenza con la volontร del Signore dimorando in permanenza alla sua presenza. Eโ lui โil signore della messeโ e noi possiamo diventare suoi poveri ma preziosi collaboratori. Se รจ vero che pregando parliamo a Dio, pronti a ricevere in dono la pienezza della sua vita divina, รจ ancor piรน necessario ascoltarlo perchรฉ lui ci parla in una mistica conversazione che รจ scambio, non monologo. Siamone persuasi, malgrado la nostra povertร : questo รจ lโunico cammino per diventare โoperai nella sua messeโ e a lui piacere โnelle intenzioni e nelle opereโ, come chiediamo nella preghiera allโinizio della santa messa.
SantโAgostino, che di prove ne ha affrontate tante nel suo itinerario spirituale, cosรฌ parla della preghiera: โNoi lodiamo il Signore in chiesa quando ci raduniamo. Al momento in cui ciascuno ritorna alle proprie occupazioni, quasi cessa di lodare Dio. Non bisogna invece smettere di vivere bene e di lodare sempre Dio. Bada che tralasci di lodare Dio quando ti allontani dalla giustizia e da ciรฒ che a lui piace. Infatti se non ti allontani mai dalla vita onesta, la tua lingua tace, ma la tua vita grida e lโorecchio di Dio รจ vicino al tuo cuore. Le nostre orecchie sentono le nostre voci, le orecchie di Dio si aprono ai nostri pensieriโ Dai ยซCommenti sui salmiยป di santโAgostino, vescovo (Sal. 148, 1-2; CCL 40, 2165-2166).
AUTORE: Mons. Giovanni DโErcole, Vescovo emerito โ Pagina Facebook โ Sito Web
โ๏ธ Commento al brano del Vangelo di: โ Mt 9,36-10,8