Mons. Giovanni Dโ€™Ercole โ€“ Commento al Vangelo del 18 Giugno 2023

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1 โ€“ โ€œDio dimostra l suo amore verso di noi nel fatto che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo รจ morto per noiโ€: cosรฌ scrive san Paolo alla comunitร  cristiana in Roma e le sue parole raggiungono questโ€™oggi tutti noi. Dio ci ama senza che noi lo meritiamo e questo รจ il suo stile, stile che personalizza con ogni uomo e che emerge in tutta la storia della salvezza. Nella prima lettura, tratta dal libro dellโ€™Esodo, รจ Dio di sua iniziativa, ricordando quanto giร  ha compiuto, ad assicurare al suo popolo una fedeltร  assoluta: โ€œvoi sarete per me una proprietร  particolareโ€ e un avvenire sicuro, carico di speranza: โ€œVoi sarete per me un regno di sacerdoti e una nazione santaโ€. In cambio cosa chiede? Si aspetta che diamo ascolto alla sua voce, accettiamo e custodiamo la sua alleanza: in altre parole, che conserviamo sempre la fiducia in lui, consapevoli di essereโ€ il suo popolo e gregge che egli guidaโ€, come cโ€™invita a ripetere il salmo responsoriale tratto dal salmo 99/100, attribuito dalla tradizione israelita a Mosรฉ.

2 โ€“ Questa fiducia in Dio appare oggi in crisi in non poche nostre comunitร , segnate da innumerevoli tentativi di ricerca di felicitร  falliti miseramente. Si prosegue a inseguire il successo in ogni campo anche se si รจ costretti a registrare, quando si vuole prescindere da Dio, lโ€™incapacitร  a costruire un mondo felice a misura delle piรน profonde attese dello spirito umano. Sรฌ, perchรฉ solo Lui conosce il codice segreto della vita umana, e soltanto nel suo cuore si trova per noi la sorgente della pienezza di senso. Nonostante ogni fallimento, Dio perรฒ ricomincia instancabile a cercarci con la tenerezza di chi non si meraviglia delle nostre fragilitร  e si ostina a fidarsi degli uomini e delle donne di ogni epoca.  Continua a chiamare discepoli e li invia come testimoni del suo amore in ogni angolo della terra. Ognuno di noi puรฒ essere uno di questi suoi agenti di speranza a una condizione: essere disposti ad ascoltare la sua voce e a lasciarsi plasmare dal suo Spirito per compiti che sono sempre al di sopra delle umane possibilitร .

3 โ€“ La pagina del vangelo ce ne offre un esempio che mโ€™appare di buona attualitร  e cโ€™interpella personalmente. Gesรน vedendo le folle รจ preso da unโ€™intima compassione perchรฉ le vede stanche e sfinite, rassomiglianti a pecore abbandonate dal loro pastore. Avvertiamo tutta lโ€™umanitร  di Gesรน che ama la gente, la quale non ha bisogno di capi come i farisei, ma di guide sicure e pastori autorevoli come Gesรน stesso, che si rivela giร  come il buon Pastore pronto a dare la vita per il suo gregge. Rivolto pertanto ai discepoli, che ha giร  scelto per questa missione e che vorrebbe a sรฉ simili, offre loro due iniziali e fondamentali consegne: โ€œla messe รจ abbondante, ma sono pochi gli operaiโ€ e aggiunge: โ€œPregate dunque il signore della messe perchรฉ mandi operai nella sua messeโ€. Cโ€™รจ innanzitutto un invito a saper verificare attentamente ogni situazione, che la messe รจ abbondante, cioรจ le attese e i bisogni dellโ€™umanitร  sono immani, a fronte perรฒ della scarsezza di uomini e mezzi. Ma di quali necessitร  si tratta e quali sono le vere urgenze alle quali cโ€™invita a guardare il Signore oggi?

4 โ€“ Se non ci si ferma a uno sguardo superficiale o funzionale della realtร , ma si tenta di andare al fondo di ogni situazione, costatiamo che in questo periodo storico nel mondo si vive una crisi che dura giร  dagli anni 50 del secolo scorso e che il vescovo americano Fulton Sheen aveva messo in evidenza. Il mondo โ€“ scriveva โ€“ sta morendo per la sua mediocritร . Cosa manca infatti allโ€™odierna umanitร  realizzatrice di progressi in ogni campo, dallโ€™economia alla finanza, dalla scienza alla tecnologia virtuale e allโ€™intelligenza artificiale (IA) sino a osare di valicare addirittura il confine della creazione della vita umana con il transumanesimo? Tutto parla di successo eppure si avverte una crescente โ€œcarestia di umanitร โ€ , una diffusa crisi di speranza, mentre aumenta la paura della solitudine e la violenza prevale sui tentativi di pace. Sempre piรน largo รจ il fossato che si costruisce tra chi รจ ricco e le moltitudini crescenti dei poveri, sempre piรน poveri. La malattia da curare con urgenza โ€“ annotava Fulton Sheen โ€“ รจ la mediocritร  che ha contaminato la coscienza collettiva per cui lโ€™odierna umanitร  rischia di morire perchรฉ โ€œnon sono le istituzioni che mancano oggi: ci mancano i grandi uominiโ€.  La grandezza, di cui qui si parla, non รจ qualcosa di esterno allโ€™uomo, ma a lui stesso interna; una qualitร  dellโ€™anima con cui si riesce a conseguire non tanto il dominio sul cuore, quanto piuttosto il dominio sulle sue passioni. Pur essendo infatti capace di manipolare la natura, lโ€™essere umano deve riconoscere che รจ poco attrezzato per il dominio di sรฉ stesso, eppure รจ veramente grande soltanto chi non si lascia rendere schiavo dal proprio ego.

Quando Gesรน afferma che โ€œsono pochi gli operaiโ€ vuole forse dirci che pochi suoi discepoli credono che la piรน grande vittoria dellโ€™uomo sia la vittoria su sรฉ stessi; che il vero progresso si realizza non tanto nellโ€™attivitร  quanto piuttosto nel silenzio. E Gesรน stesso umile e mite diventa il nostro modello di grandezza invitandoci ad affrontare con lui, come notava Fulton Sheen, โ€œgli orrori del Venerdรฌ Santo per sfociare nella gioia smagliante della domenica di Pasquaโ€.  Questi uomini, simili a lampi, bruciano i legami di interesse che incollano le nostre energie al mondo; con voce coraggiosa come san Giovanni Battista, risvegliano la natura umana sonnolenta dai lacci del nostro pigro riposo; conquistano la vittoria non scendendo dalla croce e venendo a compromessi col mondo, ma piuttosto affrontando dure sofferenze per giungere a conquistarlo. โ€œIn una parola: cโ€™รจ bisogno di santi, perchรฉ solo i santi sono veramente grandi, semplicemente perchรฉ sono grandi della grandezza di Cristoโ€.  E per questo  solo i santi cambiano il mondo.

5 โ€“ Eโ€™ interessante notare che di fronte allโ€™enorme mole di lavoro da compiere, Gesรน non indica un supplemento dโ€™impegno straordinario, ma innanzitutto e soprattutto la preghiera: โ€œPregate dunque il signore della messe perchรฉ mandi operai nella sua messeโ€. Ogni volta che mi fermo a meditare su questa consegna di Cristo avverto la contraddizione tra ciรฒ che come cristiani professiamo e ciรฒ che poi effettivamente facciamo. Mi viene in mente in proposito questโ€™ incipit dellโ€™omelia del vescovo nellโ€™ordinazione di un prete: โ€œCari sacerdoti, โ€“ esordรฌ cosรฌ โ€“ pregate il doppio di quanto predicate e passate piรน tempo tra le pagine della Sacra Scrittura che sulle sedie dei vostri incontri e delle vostre riunioniโ€. Non penso che ci siano discepoli di Cristo che abbiano dubbi circa il primato assoluto della preghiera nella vita del credente, specialmente quando ai รจ chiamati per missioni speciali nella Chiesa e nella societร , ma poi in realtร  รจ facile trovare attenuanti e scuse perchรฉ il lavoro รจ tanto e il tempo corre veloce.  Eppure senza la preghiera viene meno il dato essenziale, cioรจ lโ€™intimitร  con Dio indispensabile per capire e compiere la sua volontร . Conoscere ciรฒ che Dio ci chiede e avere la grazia e la forza per compierlo sono due doni che possiamo ottenere solo mediante la preghiera restando e crescendo in unโ€™intima amicizia con Dio.  I santi mostrano che la vita di preghiera consiste nellโ€™armonizzare la nostra esistenza con la volontร  del Signore dimorando in permanenza alla sua presenza. Eโ€™ lui โ€œil signore della messeโ€ e noi possiamo diventare  suoi poveri ma preziosi collaboratori. Se รจ vero che pregando parliamo a Dio, pronti a ricevere in dono la pienezza della sua vita divina, รจ ancor piรน necessario ascoltarlo perchรฉ lui ci parla in una mistica conversazione che รจ scambio, non monologo. Siamone persuasi, malgrado la nostra povertร : questo รจ lโ€™unico cammino per diventare โ€œoperai nella sua messeโ€ e a lui piacere โ€œnelle intenzioni e nelle opereโ€, come chiediamo nella preghiera allโ€™inizio della santa messa.

Santโ€™Agostino, che di prove ne ha affrontate tante nel suo itinerario spirituale, cosรฌ parla della preghiera: โ€œNoi lodiamo il Signore in chiesa quando ci raduniamo. Al momento in cui ciascuno ritorna alle proprie occupazioni, quasi cessa di lodare Dio. Non bisogna invece smettere di vivere bene e di lodare sempre Dio. Bada che tralasci di lodare Dio quando ti allontani dalla giustizia e da ciรฒ che a lui piace. Infatti se non ti allontani mai dalla vita onesta, la tua lingua tace, ma la tua vita grida e lโ€™orecchio di Dio รจ vicino al tuo cuore. Le nostre orecchie sentono le nostre voci, le orecchie di Dio si aprono ai nostri pensieriโ€ Dai ยซCommenti sui salmiยป di santโ€™Agostino, vescovo (Sal. 148, 1-2; CCL 40, 2165-2166).

AUTORE: Mons. Giovanni Dโ€™Ercole, Vescovo emerito โ€“ Pagina Facebook โ€“ Sito Web
โœ๏ธ Commento al brano del Vangelo di:  โœ Mt 9,36-10,8