Mons. Costantino Di Bruno – Commento alle letture del 9 Maggio 2019

Il commento alle letture del 9 Maggio 2019 a cura di  Mons. Costantino Di Bruno, Sacerdote Diocesano dell’Arcidiocesi di Catanzaro–Squillace (CZ).

È la mia carne per la vita del mondo

At 8,26-40; Sal 65; Gv 6, 44-51

L’Eucaristia è vero corpo di Cristo, vera carne, vero sangue. Sono corpo e sangue nel quale si compie il sacrificio della redenzione dell’umanità. Le parole della sua istituzione non consentono alcun significato allegorico, simbolico. Essa è purissima realtà. La carne è vera carne. Il corpo vero corpo. Il sangue vero sangue.

Ora, mentre mangiavano, Gesù prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e, mentre lo dava ai discepoli, disse: «Prendete, mangiate: questo è il mio corpo». Poi prese il calice, rese grazie e lo diede loro, dicendo: «Bevetene tutti, perché questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti per il perdono dei peccati. Io vi dico che d’ora in poi non berrò di questo frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo con voi, nel regno del Padre mio» (Mt 26,26-29). E, mentre mangiavano, prese il pane e recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo: «Prendete, questo è il mio corpo». Poi prese un calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. E disse loro: «Questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti. In verità io vi dico che non berrò mai più del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo, nel regno di Dio» (Mc 14,22-25). Poi prese il pane, rese grazie, lo spezzò e lo diede loro dicendo: «Questo è il mio corpo, che è dato per voi; fate questo in memoria di me». E, dopo aver cenato, fece lo stesso con il calice dicendo: «Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue, che è versato per voi» (Lc 22,19-20).

San Paolo ricorda ai Corinzi la verità e la realtà del corpo e del sangue del Signore. Se l’Eucaristia è finalizzata a fare vivere tutte le membra del corpo in una comunione spirituale e reale insieme, chiede che il fine venga rispettato da tutti. Non si può condividere o fare comunione con il corpo di Cristo, se non si crea effettiva, reale, spirituale, materiale comunione tra le membra dell’unico corpo. Uno non può uscire dalla Cena del Signore ubriaco e l’altro senza neanche aver assaggiato una mollica.

Io, infatti, ho ricevuto dal Signore quello che a mia volta vi ho trasmesso: il Signore Gesù, nella notte in cui veniva tradito, prese del pane e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e disse: «Questo è il mio corpo, che è per voi; fate questo in memoria di me». Allo stesso modo, dopo aver cenato, prese anche il calice, dicendo: «Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue; fate questo, ogni volta che ne bevete, in memoria di me». Ogni volta infatti che mangiate questo pane e bevete al calice, voi annunciate la morte del Signore, finché egli venga. Perciò chiunque mangia il pane o beve al calice del Signore in modo indegno, sarà colpevole verso il corpo e il sangue del Signore. Ciascuno, dunque, esamini se stesso e poi mangi del pane e beva dal calice; perché chi mangia e beve senza riconoscere il corpo del Signore, mangia e beve la propria condanna (1Cor 11,23-29),

Lo Spirito Santo, nel Vangelo secondo Giovanni, provvede a che nessuno, neanche il più male intenzionato, possa dare all’Eucaristia un significato che non sia solamente l’affermazione della sua realtà più vera e più santa. Il pane che Gesù darà è la sua carne. Chi mangia la carne del Figlio dell’uomo si colma si tutta la vita di Cristo che è purissima verità, santità, giustizia, pace, perdono, riconciliazione, carità, compassione.

Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Sta scritto nei profeti: E tutti saranno istruiti da Dio. Chiunque ha ascoltato il Padre e ha imparato da lui, viene a me. Non perché qualcuno abbia visto il Padre; solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. In verità, in verità io vi dico: chi crede ha la vita eterna. Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia. Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».

È assai evidente che, se non si crede in Cristo, mandato dal Padre, non si crede nella sua Parola che è di vita eterna, non si crede nella sua onnipotenza che può nutrire con il suo corpo il mondo intero, mai si potrà credere nella verità e realtà dell’Eucaristia. Si può anche non credere nell’Eucaristia. Resta però la verità storica. Chi si nutre di essa, entra in un processo di vita e governa ogni il peccato. Gli altri rimangono nella morte.

Madre di Dio, Angeli, Santi, fate che sempre rispettiamo dell’Eucaristia verità e finalità.

Fonte@MonsDiBruno

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