Mons. Costantino Di Bruno – Commento alle letture del 8 Aprile 2019

Il commento alle letture del 8 Aprile 2019 a cura di  Mons. Costantino Di Bruno, Sacerdote Diocesano dell’Arcidiocesi di Catanzaro–Squillace (CZ).

Io sono la luce del mondo

Dn 13,1-9.15-17.19-30.33-62; Sal 22; Gv 8,12-20

Luce eterna è Dio. Dio ha messo la sua luce nella sua Parola. La Parola è la lampada che deve guidare i passi dell’uomo. Chi cammina nella Parola, cammina nella luce. Chi esce dalla Parola, si inoltra nelle tenebre che diverranno per lui sempre più fitte. Più si obbedisce alla Parola e più la luce diviene forte, splendente, radiosa. Meno si obbedisce alla Parola e più la luce si affievolisce, fino a spegnersi del tutto. Gesù dice di se stesso: Io sono la luce del mondo. Io sono la Parola della luce. Ma anche: la mia Persona è la Persona della luce. La mia Persona è la luce del mondo. Chi vede me vede la luce. Chi ascolta me, sente la Parola della luce. Le mie Parole e le mie opere sono luce purissima. Non solo. Tra la luce che è Dio e la luce che è Cristo non vi è alcuna differenza. Cristo Gesù è luce eterna come Dio è luce eterna, perché Lui nella sua Persona è Dio. In questa sua essenza e per essa, Gesù è il Differente da ogni altro uomo, che per nascita è tenebre. Ogni altro uomo, se vuole entrare nella luce, deve divenire luce nella luce, luce della luce di Gesù. Questa verità oggi va gridata al mondo intero, perché esso giace nelle tenebre e cammina nell’ombra della morte.

A questa dichiarazione – Io sono la luce del mondo – i Giudei obiettano che lui sta rendendo testimonianza a se stesso. Secondo la Legge questa testimonianza era inammissibile come prova di verità. Occorrevano almeno due testimoni che confermassero la verità di essa. Essi però si dimenticano di quanto stanno dicendo. La notte del processo, Gesù fu condannato sul fondamento di una testimonianza su se stesso. Lui allora si è dichiarato essere il Figlio dell’uomo secondo la profezia di Daniele. Nessuno rifiutò questa testimonianza non avvalorata da alcun testimone. Ma il mondo delle tenebre è questo. Usa la Legge a ventaglio. Allarga o restringe il suo uso a seconda delle convenienze. Oggi conviene dire che la testimonianza non è vera. Domani conviene affermare che è vera e Gesù è condannato. Il fine però è sempre uno: il rifiuto di Cristo, luce del mondo, verità dell’universo, Parola di salvezza eterna. Gesù subito ribatte che anche se Lui rende testimonianza a se stesso, la sua testimonianza è vera. I suoi due testimoni sono le opere da Lui compiute e il Padre che con esse sempre attesta la sua origine celeste. Le opere rivelano che Gesù è dal Padre. Il Padre con le opere attesta che Lui è con Gesù e che Gesù è con Lui.

Di nuovo Gesù parlò loro e disse: «Io sono la luce del mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita». Gli dissero allora i farisei: «Tu dai testimonianza di te stesso; la tua testimonianza non è vera». Gesù rispose loro: «Anche se io do testimonianza di me stesso, la mia testimonianza è vera, perché so da dove sono venuto e dove vado. Voi invece non sapete da dove vengo o dove vado. Voi giudicate secondo la carne; io non giudico nessuno. E anche se io giudico, il mio giudizio è vero, perché non sono solo, ma io e il Padre che mi ha mandato. E nella vostra Legge sta scritto che la testimonianza di due persone è vera. Sono io che do testimonianza di me stesso, e anche il Padre, che mi ha mandato, dà testimonianza di me». Gli dissero allora: «Dov’è tuo padre?». Rispose Gesù: «Voi non conoscete né me né il Padre mio; se conosceste me, conoscereste anche il Padre mio». Gesù pronunciò queste parole nel luogo del tesoro, mentre insegnava nel tempio. E nessuno lo arrestò, perché non era ancora venuta la sua ora.

Quanto Gesù afferma di sé, anche ogni suo discepolo, costituito luce del mondo in Lui, con Lui, per Lui, dovrà affermarlo. Il cristiano sempre dovrà ricevere la testimonianza dalle sue opere che lo Spirito Santo è con Lui e che Lui è con lo Spirito Santo. Se le sue opero sono: fornicazione, impurità, libertinaggio, idolatria, stregonerie, inimicizie, discordia, gelosia, dissensi, divisioni, fazioni, invidie, ubriachezze, orge e cose del genere, Lui è dalla carne, dal peccato, dalla morte. Se invece i suoi frutti sono: amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé, di certo Lui è dallo Spirito Santo, dalla luce, dalla verità, da Dio. La testimonianza è necessaria se il discepolo vuole che per mezzo di lui il mondo creda in Cristo Gesù, sua sola ed unica vera luce. Solo i frutti dello Spirito attestano che Lui è dalla luce ed è Luce in Cristo.

Madre di Dio, Angeli, Santi, fate che ogni cristiano sia vera luce nel Signore.

Fonte@MonsDiBruno

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