Mons. Costantino Di Bruno – Commento alle letture del 27 Agosto 2019

Il commento alle letture del 27 Agosto 2019 a cura di  Mons. Costantino Di Bruno, Sacerdote Diocesano dell’Arcidiocesi di Catanzaro–Squillace (CZ).

All’interno sono pieni di avidità e d’intemperanza

1 Ts 2,1-8; Sal 138; Mt 23,23-26

I falsi profeti sono per natura immorali. Un cuore pieno di Dio dirà sempre parole di Dio. Un cuore colmo di Satana dirà parole di Satana. La Parola o ha la sua origine in Dio, se il cuore è in Dio, o ha la sua sorgente nella Geenna del fuoco, se il cuore è nel fuoco dell’inferno. Dalla parola si conosce dove ognuno tiene il proprio cuore. Questa verità è sapientemente annunziata dall’Apostolo Giacomo. La parola rivela il cuore.

Fratelli miei, non siate in molti a fare da maestri, sapendo che riceveremo un giudizio più severo: tutti infatti pecchiamo in molte cose. Se uno non pecca nel parlare, costui è un uomo perfetto, capace di tenere a freno anche tutto il corpo. Se mettiamo il morso in bocca ai cavalli perché ci obbediscano, possiamo dirigere anche tutto il loro corpo. Ecco, anche le navi, benché siano così grandi e spinte da venti gagliardi, con un piccolissimo timone vengono guidate là dove vuole il pilota. Così anche la lingua: è un membro piccolo ma può vantarsi di grandi cose. Ecco: un piccolo fuoco può incendiare una grande foresta! Anche la lingua è un fuoco, il mondo del male! La lingua è inserita nelle nostre membra, contagia tutto il corpo e incendia tutta la nostra vita, traendo la sua fiamma dalla Geènna. Infatti ogni sorta di bestie e di uccelli, di rettili e di esseri marini sono domati e sono stati domati dall’uomo, ma la lingua nessuno la può domare: è un male ribelle, è piena di veleno mortale. Con essa benediciamo il Signore e Padre e con essa malediciamo gli uomini fatti a somiglianza di Dio. Dalla stessa bocca escono benedizione e maledizione. Non dev’essere così, fratelli miei! La sorgente può forse far sgorgare dallo stesso getto acqua dolce e amara? Può forse, miei fratelli, un albero di fichi produrre olive o una vite produrre fichi? Così una sorgente salata non può produrre acqua dolce (Gc 3,1-12).

Anche Gesù ai farisei che lo accusavano di operare la liberazione dagli spiriti impuri per amicizia o nel nome di Beelzebùl, il principe dei demòni, dice la stessa verità.

Prendete un albero buono, anche il suo frutto sarà buono. Prendete un albero cattivo, anche il suo frutto sarà cattivo: dal frutto infatti si conosce l’albero. Razza di vipere, come potete dire cose buone, voi che siete cattivi? La bocca infatti esprime ciò che dal cuore sovrabbonda. L’uomo buono dal suo buon tesoro trae fuori cose buone, mentre l’uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori cose cattive. Ma io vi dico: di ogni parola vana che gli uomini diranno, dovranno rendere conto nel giorno del giudizio; infatti in base alle tue parole sarai giustificato e in base alle tue parole sarai condannato» (Mt 12,33-37).

Quando il cuore è pieno di avidità e di intemperanza, è segno che Dio non abita in esso. È giusto mettere in luce una verità spesso ignorata dalla moltitudine dei credenti. Non solo il corpo va nutrito, ma anche il cuore. Il corpo si nutre di materia. Il cuore si nutre di santità se Dio è dentro di esso. Si nutre di peccato, se in esso non abita il Signore. Essendo il cuore degli scribi e dei farisei pieno di avidità e di intemperanza, esso va nutrito con avidità e intemperanze sempre più grandi. Oggi il loro cuore si vuole nutrire di un solo male, un solo peccato: l’uccisione del Figlio dell’Altissimo. Finché esso non si sarà nutrito di questo peccato non avrà pace. Dopo avrà bisogno di altri peccati ancora più grandi per saziare la sua sete di peccato e di male.

Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pagate la decima sulla menta, sull’anéto e sul cumìno, e trasgredite le prescrizioni più gravi della Legge: la giustizia, la misericordia e la fedeltà. Queste invece erano le cose da fare, senza tralasciare quelle. Guide cieche, che filtrate il moscerino e ingoiate il cammello! Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pulite l’esterno del bicchiere e del piatto, ma all’interno sono pieni di avidità e d’intemperanza. Fariseo cieco, pulisci prima l’interno del bicchiere, perché anche l’esterno diventi pulito!

Ogni uomo è avvisato. Dio si nutre di Dio. Cristo Gesù di Cristo Gesù. Lo Spirito Santo di Spirito Santo. Il Vangelo di Vangelo. La grazia di grazia. La santità di santità. La scienza dell’Altissimo di scienza dell’Altissimo. La carità di carità. La verità di verità. Se però il cuore è pieno di avidità e di intemperanze necessariamente si dovrà nutrire di avidità e di intemperanze. Quelle di ieri non gli bastano più. Ne ha bisogno di più forti, grandi, intense, copiose, capaci di saziare la sua sete di male e di peccato.

Madre di Dio, Angeli, Santi, purificateci dal male, mettete Dio nel nostro cuore.

Fonte@MonsDiBruno

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