Il commento alle letture del 2 Giugno 2019 a cura di Mons. Costantino Di Bruno, Sacerdote Diocesano dell’Arcidiocesi di Catanzaro–Squillace (CZ).
Si staccò da loro e veniva portato su, in cielo
At 1,1-11; Sal 46; Ef 1,17-23 opp. Eb 9,24-28; 10,19-23; Lc 24,46-53
Nella Scrittura vi sono diversi modi di cantare, narrare, celebrare l’Ascensione di Gesù in cielo, nel suo corpo glorioso, immortale, incorruttibile, spirituale. San Paolo annunzia l’Ascensione di Cristo Signore come vero frutto della sua umiliazione e annientamento.
Egli, pur essendo nella condizione di Dio, non ritenne un privilegio l’essere come Dio, ma svuotò se stesso assumendo una condizione di servo, diventando simile agli uomini. Dall’aspetto riconosciuto come uomo, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e a una morte di croce. Per questo Dio lo esaltò e gli donò il nome che è al di sopra di ogni nome, perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra, e ogni lingua proclami: «Gesù Cristo è Signore!», a gloria di Dio Padre (Fil 2,6-11).
L’Apostolo Giovanni canta l’Ascensione descrivendo la gloria di Gesù Signore. L’Apocalisse è tutto un inno alla Signoria Universale dell’Agnello Immolato, il Crocifisso che è il Vivente Eterno. A Lui il Padre ha consegnato tutto il suo regno.
Mi voltai per vedere la voce che parlava con me, e appena voltato vidi sette candelabri d’oro e, in mezzo ai candelabri, uno simile a un Figlio d’uomo, con un abito lungo fino ai piedi e cinto al petto con una fascia d’oro. I capelli del suo capo erano candidi, simili a lana candida come neve. I suoi occhi erano come fiamma di fuoco. I piedi avevano l’aspetto del bronzo splendente, purificato nel crogiuolo. La sua voce era simile al fragore di grandi acque. Teneva nella sua destra sette stelle e dalla bocca usciva una spada affilata, a doppio taglio, e il suo volto era come il sole quando splende in tutta la sua forza. Appena lo vidi, caddi ai suoi piedi come morto. Ma egli, posando su di me la sua destra, disse: «Non temere! Io sono il Primo e l’Ultimo, e il Vivente. Ero morto, ma ora vivo per sempre e ho le chiavi della morte e degli inferi (Ap 1,12-18).
Nel Libro del profeta Daniele è narrato che uno simile ad un figlio d’uomo viene presentato al Vegliardo e riceve da lui gloria e regno eterno. Tutti sono sottoposti alla sua Signoria e al suo dominio. L’intero universo è stato a Lui consegnato.
Io continuavo a guardare, quand’ecco furono collocati troni e un vegliardo si assise. La sua veste era candida come la neve e i capelli del suo capo erano candidi come la lana; il suo trono era come vampe di fuoco con le ruote come fuoco ardente. Un fiume di fuoco scorreva e usciva dinanzi a lui, mille migliaia lo servivano e diecimila miriadi lo assistevano. La corte sedette e i libri furono aperti. Guardando ancora nelle visioni notturne, ecco venire con le nubi del cielo uno simile a un figlio d’uomo; giunse fino al vegliardo e fu presentato a lui. Gli furono dati potere, gloria e regno; tutti i popoli, nazioni e lingue lo servivano: il suo potere è un potere eterno, che non finirà mai, e il suo regno non sarà mai distrutto (Dn 7, 9-10.13-14).
L’Evangelista Luca unisce in modo mirabile missione e Ascensione. Gesù sale al Cielo dopo aver aperto la mente dei suoi discepoli all’intelligenza del suo mistero così come esso è contenuto nelle Scrittura e consegnato loro la missione di annunziare la conversione e il perdono dei peccati nel suo nome. I discepoli però non devono partire subito per la missione. Devono attendere che il Padre li colmi con il suo Santo Spirito.
E disse loro: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni. Ed ecco, io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall’alto». Poi li condusse fuori verso Betània e, alzate le mani, li benedisse. Mentre li benediceva, si staccò da loro e veniva portato su, in cielo. Ed essi si prostrarono davanti a lui; poi tornarono a Gerusalemme con grande gioia e stavano sempre nel tempio lodando Dio.
Con l’Ascensione di Gesù, finisce la missione visibile di Cristo Gesù, inizia la missione visibile degli Apostoli. Come il Padre e lo Spirito sono stati con Gesù e lo hanno guidato nella sua opera, così ora il Padre, lo Spirito Santo e Cristo Gesù saranno con i discepoli per la missione che è stata loro affidata. Come Cristo mai si è separato dal Padre e dallo Spirito Santo, così i discepoli mai si dovranno separare da Cristo.
Madre di Dio, Angeli, Santi, fate che il discepolo di Gesù mai si separi dal suo Maestro.