Il commento alle letture del 8 Luglio 2020 a cura di Mons. Costantino Di Bruno, Sacerdote Diocesano dell’Arcidiocesi di Catanzaro–Squillace (CZ).
Il regno dei cieli è vicino
MERCOLEDÌ 8 LUGLIO (Mt 10,1-7)
Nella prima missione affidata da Gesù ai suoi Apostoli, essi devono annunziare che il regno dei cieli è vicino. Dio ha adempiuto le sue promesse. Nella seconda missione, che è quella consegnata dopo la sua gloriosa risurrezione, essi non solo devono dire che il regno dei cieli è vicino. Questo non basta, non è sufficiente. Essi il regno lo dovranno costruire, edificare, innalzare sulla nostra terra. È una costruzione che durerà fino al giorno della Parusia: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno». Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio. Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano” (Mc 16,15-2). “Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo»” (Mt 28,18-20). “E nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni. Ed ecco, io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall’alto»” (Lc 24,37-49).
“Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati»” (Gv 21,21-23). Una missione senza l’edificazione del regno con l’aggiunta di nuovi figli alla Chiesa e a Dio e nuovi membri al corpo di Cristo, è vana, inutile, dannosa. Non è la missione secondo la volontà del Padre, il cuore di Cristo, la sapienza dello Spirito Santo. Una Chiesa senza missione vera è condannata a sparire dalla faccia della terra. La missione si compie su due fronti: uno interno e l’altro esterno. Sul fronte interno si lavora per la santificazione del corpo di Cristo. Sul fronte esterno si deve operare per inserire in Cristo quanti si convertono alla Parola e si lasciano battezzare per nascere da acqua e da Spirito Santo. Una Chiesa che non vive la sua missione all’interno mai potrà vivere la missione all’eterno. La vera missione è sempre frutto della santità. Oggi non solo non si vive più la missione, non solo ci si vergogna di Cristo Gesù, si è giunti a dichiarare inutile sia la santificazione che la missione. Se tutti siamo già salvi, perché tutti Dio accoglie in Paradiso, a che serve la missione evangelizzatrice? A che serve edificare il regno di Dio in Cristo, se esso può essere edificato in mille altri modi e per infinite altre vie? Il cristiano così ha raggiunto il sommo, l’apice della sua stoltezza e insipienza. Si è dichiarato essere inutile.
In quel tempo, chiamati a sé i suoi dodici discepoli, Gesù diede loro potere sugli spiriti impuri per scacciarli e guarire ogni malattia e ogni infermità. I nomi dei dodici apostoli sono: primo, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello; Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello; Filippo e Bartolomeo; Tommaso e Matteo il pubblicano; Giacomo, figlio di Alfeo, e Taddeo; Simone il Cananeo e Giuda l’Iscariota, colui che poi lo tradì. Questi sono i Dodici che Gesù inviò, ordinando loro: «Non andate fra i pagani e non entrate nelle città dei Samaritani; rivolgetevi piuttosto alle pecore perdute della casa d’Israele. Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino».
La rinuncia del cristiano ad edificare il regno di Dio sulla terra è la causa dei grandi disastri spirituali, veritativi, morali, sociali cui stiamo assistendo. Vediamo che la casa del mondo sta crollando sotto il peso della sua universale immoralità, e noi nulla facciamo per tornare ad edificare il regno di Dio. È in Cristo che tutto si edifica e tutto si rinnova. Senza Cristo non c’è vita, perché non c’è luce. È verità eterna dell’uomo.
Madre di Dio, Angeli, Santi, fate che ogni discepolo di Gesù edifichi il suo regno.
Nota: Questo commento al Vangelo è gratuito pertanto l’autore non autorizza un fine diverso dalla gratuità.