Mons. Costantino Di Bruno – Commento al Vangelo del 7 Settembre 2021

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Ma a voi che ascoltate, io dico: amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi trattano male.

Le regole che Gesù dona perché viviamo le beatitudini sono concrete, immediate, lineari, impossibili da fraintendere o non capire. Esse riguardano la nostra vita quotidiana, quella nella quale ogni uomo viene calato ogni giorno. Le enumeriamo, così non ne dimenticheremo alcuna, le ricorderemo tutte, perché tutte vanno messe nel cuore.

Prima regola: Amate i vostri nemici. Nemico è colui che non è amico, che non vuole essere amico, che ha deciso di recidere ogni relazione con noi. Sovente l’inimicizia si trasforma anche in opera di male verso di noi. Gesù dice che dobbiamo amare i nostri nemici. Lui ha dato la vita per la loro salvezza e redenzione. Anche noi, in Lui, dobbiamo dare la vita.

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Seconda regola: fate del bene a quelli che vi odiano. Chi odia vuole il male della persona odiata, vuole la sua distruzione, a volte anche la sua morte. Il discepolo di Gesù deve volere la vita per coloro che vogliono la sua morte, il bene per coloro che vogliono il suo male, la pace per quanti gli muovono guerra, tutto il bene per tutto il male.

Terza regola: Benedite coloro che vi maledicono. Il discepolo di Gesù non deve mai maledire coloro che lo maledicono. Non deve cioè mai desiderare il male per quanti gli desiderano il male. Deve invece sempre benedire coloro che lo maledicono. Benedire significa chiedere a Dio che elevi in conversione, in santità, in giustizia, in verità quanti lo maledicono. Lui vuole per essi solo il più grande bene.

Quarta regola: Pregate per coloro che vi trattano male. C’è chi fa il bene al discepolo di Gesù e c’è invece chi gli fa il male, chi lo tratta male. Qual è la sua risposta verso coloro che lo trattano male? La preghiera. Il cristiano deve pregare per coloro che lo trattano male affinché il Signore cambi il loro cuore, li converta, li ricopra di ogni bene, li aiuti ad entrare nel suo Regno, li faccia diventare persone che conoscono solo il bene.

Quinta regola: a chi ti percuote sulla guancia, offrì anche l’altra. Questa quinta regola vuole un discepolo di Gesù remissivo, mite, operatore di pace, sempre non reattivo. Lo vuole paziente in tutto. Capace di sopportare tutto. Pronto a sorvolare su tutto. 

Sesta regola:  a chi ti strappa il mantello, non rifiutare neanche la tunica. Anche questa sesta regola la possiamo definire della non reazione o dell’assorbimento del male in noi stessi. Uno ci strappa il mantello. Noi non gli rifiutiamo neanche la tunica. Ci spogliamo completamente per arrestare il flusso del male. È questa però una legge di vera mortificazione dei nostri istinti. Il cristianesimo è mortificazione degli istinti.

Settima regola: Da’ a chiunque ti chiede. Questa regola vuole il nostro cuore sempre aperto all’amore. L’amore è dono. Se uno ha bisogno e bussa al nostro cuore, il discepolo di Gesù non può rifiutarsi dal venirgli incontro. Deve fare tutto ciò che è nelle sue possibilità. Uno chiede e il discepolo di Gesù dona. Qual è la specificità di questa settima regola? L’abolizione del prestito. Il cristiano non presta, dona. Dona gratuitamente. L’abolizione del prestito tra i cristiani avrebbe una ricaduta sociale non indifferente. Mostrerebbe al mondo tutto l’amore del Signore.

LEGGIAMO IL TESTO DI Lc 6,27-38

Ma a voi che ascoltate, io dico: amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi trattano male. A chi ti percuote sulla guancia, offri anche l’altra; a chi ti strappa il mantello, non rifiutare neanche la tunica. Da’ a chiunque ti chiede, e a chi prende le cose tue, non chiederle indietro. E come volete che gli uomini facciano a voi, così anche voi fate a loro. Se amate quelli che vi amano, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori amano quelli che li amano. E se fate del bene a coloro che fanno del bene a voi, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori fanno lo stesso. E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto. Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e la vostra ricompensa sarà grande e sarete figli dell’Altissimo, perché egli è benevolo verso gli ingrati e i malvagi. Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso. Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati. Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio».

Ottava regola: A chi prende le tue cose, non chiederle indietro. Il cristiano deve essere sempre arrendevole, mite, operatore di pace, libero. Uno gli prende le sue cose. Lui lascia che gliele prendano. Non le richiede indietro. Il cristiano non sfida mai il malvagio, l’insolente, il violento, il sanguinario, il malfattore, il brigante, il malandrino.

Nona regola: E come volete che gli uomini facciano a voi, così voi fate a loro. Ogni uomo sa cosa è il bene per la sua persona e lo vuole, lo desidera, lo chiede, lo brama, lo cerca. Gesù chiede ad ogni suo discepolo di farsi misura lui stesso per la conoscenza del bene da fare ai suoi fratelli. Il cristianesimo non è passività, negatività. Esso è opera, dono, fatto, compimento, realizzazione.

Le regole del vero bene sono quelle già evidenziate. Ne abbiamo già presentate nove.  Quanto segue serve a rivelare la differenza tra l’agire del discepolo di Gesù e quello di ogni altra persona che non segue Gesù. Tutti amano coloro che li amano. Anche i peccatori osservano questa regola. Gesù vuole che si amino coloro che non ci amano.

Decima regola: Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso.  La misericordia è amore gratuito, elargito per pietà, per compassione, per purissima bontà del cuore. Dio vede la nostra miseria, la nostra pena, il nostro peccato e ci perdona, ci dona la sua grazia, ci colma di ogni suo dono. L’uomo nulla può dare a Dio in cambio. Se ora vogliamo dare una parola conclusiva che riassume in un sola frase queste dieci regole che manifestano la diversità del cristiano dal non cristiano possiamo così sintetizzare: Il discepolo di Gesù è chiamato a manifestare sempre l’agire di Dio in mezzo ai suoi fratelli. Egli deve rendere visibile il suo Maestro e Signore nel mondo.

Undicesima regola: Non giudicate e non sarete giudicati. Gesù è persona concreta, pratica. Il suo insegnamento non è mai fumogeno, mai etereo, mai lasciato alla libera interpretazione dei suoi discepoli. Il discepolo di Gesù mai deve giudicare. Il giudizio appartiene a Dio, non agli uomini. Astenersi da ogni giudizio è legge universale e perenne. Non ci sono deroghe. Ogni uomo è obbligato ad osservarla.

Dodicesima regola: Non condannate e non sarete condannati. La condanna è una sentenza proferita in seguito ad una colpa commessa, ad un fatto operato. Perché non possiamo condannare? Perché noi non conosciamo il cuore e quindi l’intenzione che ha mosso una persona ad agire. Ci dobbiamo astenere per la nostra grande non conoscenza, che è veramente impossibile, avendo Dio nascosto il cuore di ogni uomo nel suo intimo e lo ha reso non conoscibile dinanzi al mondo intero.

Tredicesima regola: Perdonate e sarete perdonati. È questa l’ultima regola – la tredicesima – e ci chiede di perdonare sempre. Il perdono è l’essenza del discepolo di Gesù, perché Gesù è colui che è morto per ottenere dal Padre il perdono dei nostri peccati. Il Padre, l’offeso, ci ha dato il suo Figlio Unigenito come strumento di espiazione per il perdono del peccato del mondo. Anche il discepolo di Gesù, in Lui, deve divenire strumento di espiazione per il perdono dei peccati dei suoi fratelli. Il cristiano, poiché corpo di Cristo, è chiamato a manifestare Cristo in ogni momento della sua vita. La vita del cristiano deve essere un riflesso di Cristo nella storia. La Madre nostra celeste ci aiuti. Mostrare Cristo è la nostra missione.

Fonte@MonsDiBruno

Nota: Questo commento al Vangelo è gratuito pertanto l’autore non autorizza un fine diverso dalla gratuità.