Mons. Costantino Di Bruno – Commento al Vangelo del 6 Novembre 2022

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06 NOVEMBRE – TRENTADUESIMA DOMENICA T. O . [C]

I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; ma quelli che sono giudicati degni della vita futura e della risurrezione dai morti, non prendono né moglie né marito

Possiamo paragonare i sadducei ai cristiani del nostro tempo. Oggi il cristiano – come il sadduceo di ieri – parla di Dio ma senza la Parola di Dio. Parla dell’uomo, ma senza la Parola di Dio. Parla della Chiesa, ma senza la Parola di Dio. Parla di ogni cosa, ma senza alcun riferimento alla Parola di Dio. I sadducei argomentavano falsamente, ma almeno argomentavano. I cristiani di oggi neanche sanno argomentare.

Per distruggere la purissima fede che nasce dalla Parola, distruggono coloro che nella Parola ancora credono. Ma come li distruggono? Con la calunnia, con l’ingiuria, con la maldicenza, dichiarandoli idioti, irretiti dalla falsità, ingannati dal loro cuore e dalla loro mente, addirittura si giunge a definirli diavoli. Se questo non dovesse bastare ecco che sorge l’accusa di essere fondamentalisti, tradizionalisti, di non nutrire amore verso gli uomini, di rigorismo morale, di incapacità di entrare nel nuovo mondo che è fatto di uguali. Uguali sono tutti gli Dèi dell’universo. Uguali tutti i “Cristi”  della terra.  Uguali tutte le religioni. Uguali tutte le morali. Uguale per tutti è l’eternità.

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Tra uguali ci si incontra, ma poiché uguali, nessuno deve presentarsi con la presunzione che la sua verità è superiore o è la sola vera. Se tutte le “verità” sono uguali, anche Cristo Gesù e Satana sono uguali. Anche Lucifero e Dio sono uguali. Anche l’ingiusto e il giusto sono uguali. Anche il carnefice e il martire sono uguali e domani cammineranno a braccetto nell’eternità. Per il cristiano che oggi vuole credere in Cristo Gesù così come la Parola parla di Lui, non c’è più posto sulla terra. Se vuole trovare un posto su questa terra, dovrà anche lui abbandonare la Parola e consegnarsi al pensiero corrente.

Qual è questo pensiero corrente? Ognuno parli dal suo cuore e ogni cuore è uguale all’altro cuore. Se questo fosse vero, perché allora ci si ribella quando un altro cuore pensa in modo contrario al nostro e usa le armi per imporre quanto lui pensa? Che forse quanti seguono i loro pensieri non usano le loro armi per imporlo? Che forse la calunnia non è arma di distruzione delle coscienze? Che forse gettare fango sulle persone che dicono di credere in Cristo secondo il Vangelo non è arma di distruzione? Che forse scrivere leggi inique non è anch’essa arma potentissima per distruggere le coscienze o per conquistarle al proprio pensiero? Che forse imporre la propria volontà contro ogni diritto della persona umana non è arma allo stesso modo che è arma un missile o un obice da mortaio?

Che forse privare un uomo del diritto di difendere la propria onestà intellettuale e morale non è un’arma per la distruzione di un uomo? Tu non devi esistere perché io ho deciso che tu non debba esistere. Tu devi scomparire,  perché io ho deciso che tu debba scomparire. Tu devi essere sconfessato perché io deciso che tu debba essere sconfessato. Tu non devi più parlare, perché io ho deciso che tu non debba più parlare. Tu devi essere crocifisso, perché io ho deciso che tu debba essere crocifisso.

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Allora dove sta la tanto conclamata uguaglianza dei pensieri? Si comprenderà che siamo precipitati nella teologia soggettiva, nella cristologia soggettiva, nella pneumatologia soggettiva, nell’ecclesiologia soggettiva, nell’antropologia soggettiva, nella fede soggettiva, nella morale soggettiva, nell’escatologia soggettiva e nel diritto soggettivo. È diritto ciò che io decido. “La Legge sono io”. Ma così dicono gli empi: “La nostra forza sia legge della giustizia, perché la debolezza risulta inutile (Sap 3,11). Chi crede nella Parola di Dio e di Cristo Gesù mai si serve di queste armi. Se se ne dovesse servire, non sarebbe nella Parola della Rivelazione. Il giusto fedele di Cristo Gesù si lascia crocifiggere, ma non crocifigge.

LEGGIAMO IL TESTO DI Lc 20,27-38

Gesù non è sadduceo. Non parla dal suo cuore, non dice i suoi pensieri. Parla invece dal cuore e dai pensieri del Padre suo. Ora il pensiero del Padre suo è  luminosissimo. Lui non è il Dio dei morti. Lui è il Dio dei viventi. Lui ha creato l’uomo per l’immortalità. La morte non è sua creatura. La morte è creazione dell’uomo e frutto della sua disobbedienza. Poiché nel mondo futuro si è interamente di spirito, anche la carne è trasformata in spirito. Lo spirito non si sposa. Cade l’argomentazione dei sadducei. Una sola Parola della Scrittura distrugge un castello di falsità e di menzogne. La Madre di Dio ci aiuti. Vogliamo parlare dalla Parola.

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