Mons. Costantino Di Bruno – Commento al Vangelo del 6 Gennaio 2023

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VENERDÌ 06 GENNAIO – EPIFANIA DEL SIGNORE

«A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero l’ultima delle città principali di Giuda: da te infatti uscirà un capo che sarà il pastore del mio popolo, Israele».

La profezia di Michea non solo rivela il luogo dove un giorno sarebbe nato il Messia del Signore. Dice anche perché il Messia viene e soprattutto chi è il Messia: “Egli stesso è la nostra pace”. Non solo Lui è la pace, è anche il luogo nel quale è possibile vivere la pace. La pace si vive nel suo corpo, con il suo corpo, per il suo corpo, a condizione che si sia tutti mossi e guidati dallo Spirito Santo. La casa della Parola, in Lui, con Lui, e per Lui, è il suo Vangelo.

Non ci sono altri luoghi dove è possibile vivere o abitare nella pace: “E tu, Betlemme di Èfrata, così piccola per essere fra i villaggi di Giuda, da te uscirà per me colui che deve essere il dominatore in Israele; le sue origini sono dall’antichità, dai giorni più remoti. Perciò Dio li metterà in potere altrui fino a quando partorirà colei che deve partorire; e il resto dei tuoi fratelli ritornerà ai figli d’Israele. Egli si leverà e pascerà con la forza del Signore, con la maestà del nome del Signore, suo Dio. Abiteranno sicuri, perché egli allora sarà grande fino agli estremi confini della terra. Egli stesso sarà la pace!” (Mi 5,1-4).

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Ancora: che significa che le origini sono dall’antichità, dai giorni più remoti? Le origini sono da una antichità particolare. È una antichità prima del tempo e senza tempo, perché si tratta di una antichità eterna. Noi sappiamo che Gesù è il solo Figlio del Padre, da Lui generato prima di tutti i secoli, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero, generato, non creato, della stessa sostanza del Padre. Questa antichità così è rivelata dall’Evangelista Giovanni: “In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era, in principio, presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste.

In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno vinta. E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità. Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto: grazia su grazia. Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo. Dio, nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato” (cfr. Gv 1,1-18). Erode non conosce la purissima verità di colui che è nato.

Se la conoscesse non si turberebbe. Saprebbe che il Messia che viene, non viene per spodestare, uccidere, imprigionare, trascinare dietro il suo carro trionfale i re, gli imperatori, i dominatori di questo mondo. Saprebbe che il suo regno non è di questo mondo: “Pilato allora rientrò nel pretorio, fece chiamare Gesù e gli disse: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?». Pilato disse: «Sono forse io Giudeo? La tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno consegnato a me. Che cosa hai fatto?».

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Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù». Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce». Gli dice Pilato: «Che cos’è la verità?» (Gv 18,33-38). Conoscere Cristo secondo purissima verità è gravissimo obbligo morale di tutti coloro che sono chiamati ad annunciare il Vangelo della vita.

LEGGIAMO IL TESTO DI Mt 2,1-12

Dio si serve di un segno potente nel cielo per chiamare i pagani alla fede. Oggi la stella che deve chiamare a Cristo Gesù è ogni suo discepolo. Per ogni discepolo che viene meno nell’annuncio un buon pezzo di terra rimane nell’errore e nell’ignoranza. Ignoranza ed errore producono solo immoralità, grande immoralità.

Oggi noi abbiamo fatto del Vangelo una misera antropologia di immanenza e ogni uomo si sta trasformando in un Erode per l’eliminazione di Cristo Gesù dalla nostra terra. La Vergine Maria ci ottenga la grazia di ricordare a tutti il grande mistero del Figlio suo. Solo Lui è la pace dell’umanità e solo in Lui la si può vivere.

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