Mons. Costantino Di Bruno – Commento al Vangelo del 6 Dicembre 2022

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MARTEDÌ 06 DICEMBRE – SECONDA SETTIMANA DI AVVENTO [A]

Così è volontà del Padre vostro che è nei cieli, che neanche uno di questi piccoli si perda.

Gesù vive in un modo religioso fatto di scribi e farisei, la cui religione non era quella del Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe, Dio di Mosè e dei Profeti. Era invece una religione confezionata sui loro pensieri. Per conoscere qualcosa di questa loro religione è sufficiente leggere qualche Parola rivolta ad essi da Gesù Signore: “Allora il Signore gli disse: «Voi farisei pulite l’esterno del bicchiere e del piatto, ma il vostro interno è pieno di avidità e di cattiveria. Stolti!

Colui che ha fatto l’esterno non ha forse fatto anche l’interno? Date piuttosto in elemosina quello che c’è dentro, ed ecco, per voi tutto sarà puro. Ma guai a voi, farisei, che pagate la decima sulla menta, sulla ruta e su tutte le erbe, e lasciate da parte la giustizia e l’amore di Dio. Queste invece erano le cose da fare, senza trascurare quelle. Guai a voi, farisei, che amate i primi posti nelle sinagoghe e i saluti sulle piazze. Guai a voi, perché siete come quei sepolcri che non si vedono e la gente vi passa sopra senza saperlo».

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Intervenne uno dei dottori della Legge e gli disse: «Maestro, dicendo questo, tu offendi anche noi». Egli rispose: «Guai anche a voi, dottori della Legge, che caricate gli uomini di pesi insopportabili, e quei pesi voi non li toccate nemmeno con un dito! Guai a voi, che costruite i sepolcri dei profeti, e i vostri padri li hanno uccisi. Così voi testimoniate e approvate le opere dei vostri padri: essi li uccisero e voi costruite.

Per questo la sapienza di Dio ha detto: “Manderò loro profeti e apostoli ed essi li uccideranno e perseguiteranno”, perché a questa generazione sia chiesto conto del sangue di tutti i profeti, versato fin dall’inizio del mondo: dal sangue di Abele fino al sangue di Zaccaria, che fu ucciso tra l’altare e il santuario. Sì, io vi dico, ne sarà chiesto conto a questa generazione. Guai a voi, dottori della Legge, che avete portato via la chiave della conoscenza; voi non siete entrati, e a quelli che volevano entrare voi l’avete impedito» (Lc 11,39-52).

In questa loro religione non c’è posto per tutti coloro che essi dichiaravano peccatori. Ma chi erano i peccatori? Tutti coloro che non erano né scribi e né farisei. Solo loro erano i santi. Tutti gli altri erano peccatori. Tutti gli altri venivano esclusi dalla salvezza. La religione di Dio, del vero Dio, è ben diversa. Dio non vuole la morte del peccatore. Vuole che si converta e viva. Dio non abbandona il peccatore al suo peccato. Manda con premura e senza alcuna interruzione per chiamare ogni uomo a fare ritorno nella sua alleanza. I profeti sono questa potente e universale grazia di Dio da Lui mandati per cercare chi era perduto e ricondurlo nel santo ovile della Parola.

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Viene Gesù a cercare i peccatori e scribi e farisei mormorano contro di Lui. Essi non gradiscono che Lui cerchi i peccatori per la loro conversione. Per essi non dovrà esserci conversione. C’è pensiero più perverso di questo? C’è più grande disprezzo di questo contro la volontà del loro Dio e Signore? Un buon pastore sempre si prende cura delle sue pecore e sempre cerca le pecore che si sono smarrite. Se lui lascia che le sue pecore si smarriscano, alla fine rimarrà senza gregge. È quanto avveniva con scribi e farisei. Ognuno di loro era gregge a se stesso. Erano tutti pastori non solo senza le pecore, ma anche contro le pecore. La volontà di Dio è ben diversa. Lui è il Pastore che sempre va in cerca delle sue pecore.

LEGGIAMO IL TESTO DI Mt 18,12-14

Ecco cosa dice Gesù di se stesso, il Buon Pastore mandato dal Padre: “Allora Gesù disse loro di nuovo: «In verità, in verità io vi dico: io sono la porta delle pecore. Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo. Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza. Io sono il buon pastore.

Il buon pastore dà la propria vita per le pecore. Il mercenario – che non è pastore e al quale le pecore non appartengono – vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge, e il lupo le rapisce e le disperde; perché è un mercenario e non gli importa delle pecore.  Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, così come il Padre conosce me e io conosco il Padre, e do la mia vita per le pecore. E ho altre pecore che non provengono da questo recinto: anche quelle io devo guidare.

Ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge, un solo pastore. Per questo il Padre mi ama: perché io do la mia vita, per poi riprenderla di nuovo. Nessuno me la toglie: io la do da me stesso. Ho il potere di darla e il potere di riprenderla di nuovo. Questo è il comando che ho ricevuto dal Padre mio» (Gv 10,7-18). Chi vuole vivere la vera religione in ogni pensiero e in ogni opera deve essere dalla volontà di Dio, volontà rivelata, non immaginata, volontà scritta, non pensata.

Dio la sua volontà l’ha affidata alla pietra perché nessuno la possa trasformare. Ciò che è scritto sulla pietra è sua volontà. Ciò che sulla pietra non è scritto, mai potrà dirsi sua volontà. È volontà scritta sulla pietra che nessuno si perda.  È volontà scritta sulla pietra che Dio vuole che si cerchino quanti si sono allontanati. Madre di Dio, aiutaci a stare a ciò che è scritto sulla pietra.

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