Mons. Costantino Di Bruno – Commento al Vangelo del 5 Luglio 2021

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Mentre diceva loro queste cose, giunse uno dei capi, gli si prostrò dinanzi e disse: «Mia figlia è morta proprio ora; ma vieni, imponi la tua mano su di lei ed ella vivrà». Gesù si alzò e lo seguì con i suoi discepoli.

Ciò che colma il cuore e lo riempie di stupore è vedere la facilità e la leggerezza con le quali i miracoli si compiono con Gesù. Basta leggere cosa è avvenuto con Elia e subito la differenza appare in tutta la sua ampiezza: “In seguito accadde che il figlio della padrona di casa si ammalò. La sua malattia si aggravò tanto che egli cessò di respirare. Allora lei disse a Elia: «Che cosa c’è tra me e te, o uomo di Dio? Sei venuto da me per rinnovare il ricordo della mia colpa e per far morire mio figlio?». Elia le disse: «Dammi tuo figlio». Glielo prese dal seno, lo portò nella stanza superiore, dove abitava, e lo stese sul letto. Quindi invocò il Signore: «Signore, mio Dio, vuoi fare del male anche a questa vedova che mi ospita, tanto da farle morire il figlio?». Si distese tre volte sul bambino e invocò il Signore: «Signore, mio Dio, la vita di questo bambino torni nel suo corpo». Il Signore ascoltò la voce di Elia; la vita del bambino tornò nel suo corpo e quegli riprese a vivere. Elia prese il bambino, lo portò giù nella casa dalla stanza superiore e lo consegnò alla madre. Elia disse: «Guarda! Tuo figlio vive». La donna disse a Elia: «Ora so veramente che tu sei uomo di Dio e che la parola del Signore nella tua bocca è verità» (1Re 17,17-24).

Mettere a confronto i due racconti di risurrezione deve rivelarci l’altissima differenza che vi è tra Elia e Cristo Gesù. Elia è solo un uomo di Dio. Gesù è invece il Figlio di Dio che si è fatto carne e in Lui, nella sua umanità, Dio opera con tutta la sua Onnipotenza divina. Gesù è l’Onnipotenza fattasi carne. Ma prima ancora, Lui è il Verbo che è in principio presso Dio, che è Dio, il Figlio di Dio, colui per mezzo del quale tutto è stato fatto di ciò che esiste e senza di Lui nessuna cosa è stata fatta. Questa verità rivela anche l’altissima differenza che regna tra Gesù e ogni altro uomo. Ogni altro uomo è stato creato per mezzo di Lui e per la disobbedienza di Adamo giace nella morte o frantumazione del suo essere, della sua natura. Gesù invece non solo è Colui per mezzo del quale l’uomo è stato creato, è anche Colui per mezzo del quale il Padre con decreto eterno e universale ha stabilito che sia redento, salvato, giustificato, santificato. Mille uomini sono attorno a Cristo Gesù. La donna solo Gesù tocca, lambendo il suo mantello. Appena il mantello viene lambito, subito si arresta il flusso del sangue. È finalmente guarita. Molte sono le persone che toccano la bambina che giace morta, ma solo Gesù le ridona la vita. Ecco la differenza tra Gesù e gli altri. Sono moltissimi oggi quanti si dichiarano salvatori degli uomini. Dichiararsi salvatori o redentori non significa essere redentori e salvatori, perché Salvatore e Redentore è solo uno: Cristo Gesù. La dichiarazione non è cambiamento di natura, non è trasformazione della natura umana in natura divina e neanche fa un uomo della terra un uomo del cielo o un uomo di Dio. Questa norma vale anche per ogni legge che l’uomo si dona. L’uomo può darsi tutti le leggi che vuole. La natura solo Cristo Gesù la trasforma. Infatti le leggi della medicina non hanno mutato la natura della donna. Solo l’onnipotenza di Cristo Gesù cambia la natura malata in natura sana.

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Oggi l’uomo nella sua superbia e arroganza spirituale si è fatto di Dio, non solo Dio di se stesso, ma Dio di ogni altro uomo. Può anche dichiararsi Dio, può anche stabilire per legge che non esiste altro Dio, perché l’uomo è Dio di se stesso. Può farlo, ma per superbia e per rinuncia ad ogni sana razionalità. Mai però potrà trasformare la sua natura di morte in natura di vita, la sua natura di vizio in natura di virtù, la sua natura di male in natura di bene. Oggi il Vangelo offerto alla nostra meditazione ci dice che solo Cristo trasforma la malattia in guarigione e la morte in vita. Nessun altro può. Basterebbe per l’uomo avere l’umiltà della donna e andare da Cristo Gesù, toccare il lembo del suo mantello e otterrebbe la sua guarigione. Questo non significa rinuncia alla scienza. Significa togliere la scienza dalla superbia di essere il nuovo Dio dell’uomo e ridarle la sua umiltà di aiuto, solo di aiuto. Anche la scienza ha bisogno di Dio, che è l’Autore della scienza, perché essa sia di aiuto e di conforto per ogni uomo.

È anche necessario che ogni uomo si rivesta della stessa umiltà di Giàiro e si rechi da Gesù e lo preghi perché venga a dare vita alla sua umanità che giace nella morte del peccato. Ma finché l’uomo crederà di essere Dio di se stesso, mai si recherà da Cristo Gesù. Ma se a lui non ricorre la malattia rimarrà malattia e la morte rimarrà sempre morte. Non cambiando la sua natura di peccato e di vizio in natura di grazia e di virtù, l’uomo sarà sempre un creatore di malattia e di morte per sé e per ogni altro suo fratello. Ma oggi l’uomo ha rinunciato alla sua vera umanità perché ha deciso di rivestirsi di divinità. Nessuno si può fare Dio per volontà. Neanche il vero Dio si è fatto Dio per volontà. Dio non si fa. Dio è eterno. È eterno perché senza principio e senza fine. È Dio da sempre e per sempre. Gesù dice dell’uomo che non ha il potere neanche di rendere bianco o nero un solo capello della sua testa e neanche può aggiungere una sola ora alla sua vita. Il Libro della Sapienza dice di lui che è un essere che ha ricevuto il respiro in prestito. In un istante è nel tempo. Un istante dopo è nell’eternità. Questa è la gloria dell’uomo, dice la rivelazione: è come l’erba sui tetti. La mattina è rigogliosa. La sera è già secca. Questa è la natura dell’uomo. Eppure dice il Salmo che l’uomo è la creatura più eccelsa. Il Signore lo ha fatto di poco inferiore agli Angeli. L’uomo però rimane creatura eccelsa finché rimane in Dio, esce da Dio si fa una creatura di morte, generatore a sua volta di infinite altre morti.

LEGGIAMO IL TESTO DI Mt 9,18-26

Mentre diceva loro queste cose, giunse uno dei capi, gli si prostrò dinanzi e disse: «Mia figlia è morta proprio ora; ma vieni, imponi la tua mano su di lei ed ella vivrà». Gesù si alzò e lo seguì con i suoi discepoli. Ed ecco, una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni, gli si avvicinò alle spalle e toccò il lembo del suo mantello. Diceva infatti tra sé: «Se riuscirò anche solo a toccare il suo mantello, sarò salvata». Gesù si voltò, la vide e disse: «Coraggio, figlia, la tua fede ti ha salvata». E da quell’istante la donna fu salvata. Arrivato poi nella casa del capo e veduti i flautisti e la folla in agitazione, Gesù disse: «Andate via! La fanciulla infatti non è morta, ma dorme». E lo deridevano. Ma dopo che la folla fu cacciata via, egli entrò, le prese la mano e la fanciulla si alzò. E questa notizia si diffuse in tutta quella regione.

La fede trasforma la nostra storia di morte in storia di vita, la nostra storia di fallimento in storia di vera speranza, la storia di schiavitù negli istinti del peccato in storia di grande libertà da ogni male. Quale fede trasforma sostanzialmente la nostra storia? Solo la fede in Cristo Gesù. Tutte le altre fedi la trasformano nelle cose che vengono pensate e inventate, ma rimanendo noi nella nostra natura. La natura solo la grazia la cambia e la grazia ha una sola sorgente: Cristo Gesù, dato a noi dal Padre come nostro Salvatore e Redentore, Fonte di grazia e di verità, Principio di luce e di vita eterna. Ecco perché nulla è più necessario all’uomo di Cristo.

Ecco ancora perché oggi il più grande danno che stiamo arrecando all’uomo è averlo privato di Cristo Gesù. In verità Cristo Gesù è rimasto, ma senza la pienezza della sua verità e della sua grazia. Cristo Gesù, come il Padre, come lo Spirito Santo, oggi sono stati ridotti a puri idoli, perché spogliati dalla loro purissima verità. Ma privare e spogliare Cristo significa che la donna rimarrà per sempre nella sua inguaribile malattia e che la figlia di Giàiro giacerà per sempre nella morte. Essendo sia la donna ammalata che la figlia di Giàiro, figure dell’intera umanità, togliere Cristo dalla Chiesa e dal mondo nella sua purissima verità, dare un Cristo falso al mondo, vuol dire condannare ogni uomo alla malattia e alla morte. Senza Cristo mai ci sarà vera speranza per l’uomo, non vera speranza solo per il cristiano, ma vera speranza per l’uomo. Un uomo che è nella malattia potrà mai scrivere trattati di vita? Un uomo che giace nella morte può formulare leggi di risurrezione? Madre di Dio, aiutaci a rimettere Cristo secondo la sua purissima nel cuore della Chiesa e del mondo.

Fonte@MonsDiBruno

Nota: Questo commento al Vangelo è gratuito pertanto l’autore non autorizza un fine diverso dalla gratuità.