Il commento alle letture del 5 Febbraio 2020 a cura di Mons. Costantino Di Bruno, Sacerdote Diocesano dell’Arcidiocesi di Catanzaro–Squillace (CZ).
Ed era per loro motivo di scandalo
MERCOLEDÌ 5 FEBBRAIO (Mc 6,1-6)
Può un uomo mite e umile di cuore, nato in una famiglia povera, senza alcuna apparente e visibile grandezza umana, esse portatore di un grande mistero di salvezza? Può Gesù, il figlio di un falegname, essere un grande profeta? Può essere anche il Messia, il Re da tutti atteso? Può perché Dio ha sempre scelto persone semplici e le ha costituite portatrici della sua voce. Può perché Giuseppe è dalla discendenza di Davide, anche se il regno di Davide non esiste più da secoli. Umiltà e semplicità non pongono alcun problema. Anche Davide era così umile e semplice da essere ritenuto dal padre non degno di partecipare al banchetto con Samuele: “Samuele fece quello che il Signore gli aveva comandato e venne a Betlemme; gli anziani della città gli vennero incontro trepidanti e gli chiesero: «È pacifica la tua venuta?». Rispose: «È pacifica. Sono venuto per sacrificare al Signore. Santificatevi, poi venite con me al sacrificio». Fece santificare anche Iesse e i suoi figli e li invitò al sacrificio. Quando furono entrati, egli vide Eliàb e disse: «Certo, davanti al Signore sta il suo consacrato!». Il Signore replicò a Samuele: «Non guardare al suo aspetto né alla sua alta statura. Io l’ho scartato, perché non conta quel che vede l’uomo: infatti l’uomo vede l’apparenza, ma il Signore vede il cuore». Iesse chiamò Abinadàb e lo presentò a Samuele, ma questi disse: «Nemmeno costui il Signore ha scelto». Iesse fece passare Sammà e quegli disse: «Nemmeno costui il Signore ha scelto». Iesse fece passare davanti a Samuele i suoi sette figli e Samuele ripeté a Iesse: «Il Signore non ha scelto nessuno di questi».
Samuele chiese a Iesse: «Sono qui tutti i giovani?». Rispose Iesse: «Rimane ancora il più piccolo, che ora sta a pascolare il gregge». Samuele disse a Iesse: «Manda a prenderlo, perché non ci metteremo a tavola prima che egli sia venuto qui». Lo mandò a chiamare e lo fece venire. Era fulvo, con begli occhi e bello di aspetto. Disse il Signore: «Àlzati e ungilo: è lui!». Samuele prese il corno dell’olio e lo unse in mezzo ai suoi fratelli, e lo spirito del Signore irruppe su Davide da quel giorno in poi (1Sam 16,1-13). Chi era il primo grande re d’Israele? Un pastore di pecore e di capre. Davide non si è fatto lui grande. Non era grande quando è stato unto re. È il Signore che lo ha fatto grande. È Lui che fa grandi quanti da Lui sono scelti. Questa verità è essenza della fede del popolo di Dio e senza questa verità non c’è fede. Gesù è per quelli di Nazaret motivo di scandalo solo a motivo della non conoscenza della loro storia. Essi leggono le Scritture, ma ascoltano di esse solo le parole. Non entrano nella verità che in esse è contenuta. La loro è una lettura vuota, sterile della Parola del loro Dio.
In quel tempo, Gesù venne nella sua patria e i suoi discepoli lo seguirono. Giunto il sabato, si mise a insegnare nella sinagoga. E molti, ascoltando, rimanevano stupiti e dicevano: «Da dove gli vengono queste cose? E che sapienza è quella che gli è stata data? E i prodigi come quelli compiuti dalle sue mani? Non è costui il falegname, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle, non stanno qui da noi?». Ed era per loro motivo di scandalo. Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua». E lì non poteva compiere nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi malati e li guarì. E si meravigliava della loro incredulità. Gesù percorreva i villaggi d’intorno, insegnando.
Se noi, oggi, ci scandalizziamo di Cristo Gesù, abbiamo vergogna a nominarlo in pubblico, ci asteniamo dal fare alcun riferimento alla sua relazione con il Padre, lo Spirito Santo, la Chiesa e la salvezza che si ottiene nel suo nome, la ragione va trovata nella non conoscenza delle Scritture. Citiamo il Vangelo, ma solo in quelle frasi che giustificano la nostra non fede, non verità, non volontà di affermare il mistero di Cristo Signore, nel quale è il mistero dell’uomo. Non sono le Scritture poco chiare. Poco chiaro è il cuore di quanti le leggono e anche di quanti le insegnano. Un insegnamento distorto delle Scritture necessariamente porterà ad una visione errata, parziale, lacunosa, ereticale, completamente falsa di Cristo Gesù. Sempre da una conoscenza falsa nascerà lo scandalo verso di Lui e ogni presa di distanza. Ci si distacca da Lui.
Madre di Dio, Angeli, Santi, fate che i cristiani conoscano Cristo secondo verità piena.