Mons. Costantino Di Bruno – Commento al Vangelo del 4 Novembre 2022

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VENERDÌ 04 NOVEMBRE – TRENTUNESIMA SETTIMANA T. O . [C]

Il padrone lodò quell’amministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza. I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce.

Ogni uomo, dal momento in cui viene concepito fino all’ultimo istante della sua vita è costituito amministratore dei beni di Dio. Il primo bene che il Signore gli ha fatto è la sua stessa vita. Essa va amministrata con ogni saggezza e sapienza nello Spirito Santo. Di certo non amministrano con sapienza e saggezza la propria vita quanti la consegnano al vizio, alle trasgressioni dei Comandamenti, alla disobbedienza sia alla Legge naturale che rivelata.

È prova che non amministrano bene la propria vita la loro storia che non cammina verso la luce sulla strada della luce, ma avanza verso le tenebre eterne sulla strada delle tenebre. Ecco l’ammonimento dell’Apostolo Paolo contro i cattivi amministratori della loro vita: “Non sapete che gli ingiusti non erediteranno il regno di Dio? Non illudetevi: né immorali, né idolatri, né adùlteri, né depravati, né sodomiti, né ladri, né avari, né ubriaconi, né calunniatori, né rapinatori erediteranno il regno di Dio. E tali eravate alcuni di voi! Ma siete stati lavati, siete stati santificati, siete stati giustificati nel nome del Signore Gesù Cristo e nello Spirito del nostro Dio” (1Cor 6,9-11). Chi si abbandona al vizio e al peccato è un cattivo amministratore della sua vita.

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Dono di Dio è ogni uomo per ogni altro uomo. Di ogni altro uomo ognuno deve prendersi cura allo stesso modo che Cristo Gesù si è preso cura di tutti. Per tutti Lui ha dato la vita. L’ha data per la redenzione e la salvezza eterna di tutta l’umanità. Nessun uomo potrà mai essere escluso dalla grazia, dalla verità, dalla luce, dalla risurrezione, dalla vita eterna, dallo Spirito Santo, dal Padre che Cristo Crocifisso ha meritato come dono per ogni uomo. Prendersi cura dell’uomo, dono di Dio per noi, vuole dire portare, offrire, donare questi doni divini ed eterni a tutti. Non dare questi doni divini ed eterni significa per noi non prenderci cura del dono che Dio ci ha fatto. Lo ribadiamo: dono di Dio è per noi ogni altro uomo. Di certo non ci si prende cura di questo dono quando lo si uccide nel grembo della madre, quando non si fa crescere il bambino in seno ad una vera famiglia.

Neanche ci si prende cura quando lo si abbandona alla miseria, alla povertà, alla solitudine e neanche quando lo si porta nelle officine della morte per togliergli la vita in modo legale. I peccati contro l’uomo, dono purissimo del Creatore ad ogni altro uomo, sono incalcolabili. Per ogni comandamento che si trasgredisce, per ogni Parola di Vangelo che non si osserva, si pecca contro l’uomo. Siamo pessimi amministratori di questo stupendo dono che il Signore ci ha fatto. Ecco due esempi datici da Gesù che rivelano se noi ci prendiamo cura dell’uomo, di ogni uomo, oppure ci disinteressiamo di lui, badando ognuno di noi ai suoi propri interessi: “Avete inteso che fu detto: Occhio per occhio e dente per dente.

Ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu pórgigli anche l’altra, e a chi vuole portarti in tribunale e toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello. E se uno ti costringerà ad accompagnarlo per un miglio, tu con lui fanne due. Da’ a chi ti chiede, e a chi desidera da te un prestito non voltare le spalle. Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti.

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Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste.” (Mt 5,38-48). Ci si prende cura di ogni uomo, amandolo anche con il dono dei nostri beni materiali, dono a noi di Dio.

LEGGIAMO IL TESTO DI Lc 16,1-8

Perché quest’uomo è lodato dal suo Padrone? Perché con i beni non suoi si procura un futuro di bene. Lui sa come fare per non vivere domani nella più grande povertà. Perché allora, noi, figli della luce, non amministriamo i beni non nostri, perché beni del Signore, per procurarci un futuro eterno di bene infinito? Ecco la nostra stoltezza. Usiamo i doni di Dio per un futuro presente che dura un istante anziché usarli per un futuro eterno che mai verrà meno. È questa la nostra grande stoltezza e insipienza. La Madre di Dio venga e ci faccia saggi amministratori dei beni di Dio.

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