SABATO 04 GIUGNO – SETTIMA SETTIMANA DI PASQUA [C]
Pietro dunque, come lo vide, disse a Gesù: «Signore, che cosa sarà di lui?». Gesù gli rispose: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa? Tu seguimi».
La vita di ogni uomo è un mistero messo dal Padre per lo Spirito Santo nelle mani di ogni uomo perché attraverso l’annuncio della Parola, esso venga piantato in Cristo Gesù, perché solo divenendo tralcio vivo della sua vite vera potrà raggiungere il suo pieno e perfetto compimento. Se la Parola non viene annunciata, mai il “mistero uomo” potrà essere inserito in Cristo e mai potrà raggiungere il suo vero compimento. Rimarrà non solamente un mistero non compiuto, quanto anche si trasformerà in mistero a servizio del male, male non solo verso se stesso, ma verso tutta l’umanità. L’uomo infatti o diviene mistero di vita in Cristo o si fa mistero di morte senza Cristo, contro Cristo. Oggi l’uomo si sta trasformando in mistero di morte perché ha deciso che Cristo non debba essere più annunciato. E chi dice questo sono proprio coloro che sono inseriti in Cristo mediante il battesimo e che sono divenuti tralci secchi. Ecco cosa rivela Gesù di questo mistero con l’allegoria della vite vera e dei tralci:
“Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato. Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano. Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli. Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena. Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando” (Gv 15,1-14).
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Ecco come l’Apostolo Paolo rivela questo mistero che necessariamente dovrà compiersi in Cristo: “È in lui che abita corporalmente tutta la pienezza della divinità, e voi partecipate della pienezza di lui, che è il capo di ogni Principato e di ogni Potenza. In lui voi siete stati anche circoncisi non mediante una circoncisione fatta da mano d’uomo con la spogliazione del corpo di carne, ma con la circoncisione di Cristo: con lui sepolti nel battesimo, con lui siete anche risorti mediante la fede nella potenza di Dio, che lo ha risuscitato dai morti. Con lui Dio ha dato vita anche a voi, che eravate morti a causa delle colpe e della non circoncisione della vostra carne, perdonandoci tutte le colpe e annullando il documento scritto contro di noi che, con le prescrizioni, ci era contrario: lo ha tolto di mezzo inchiodandolo alla croce. Avendo privato della loro forza i Principati e le Potenze, ne ha fatto pubblico spettacolo, trionfando su di loro in Cristo” (Col 2,9-15). Se escludiamo Cristo Gesù, impediamo all’uomo di poter realizzare il suo mistero. Nessun uomo potrà mai realizzare il suo mistero, se non in Cristo, per Cristo, con Cristo. È verità universale ed eterna. Chi nega questa verità, condanna l’uomo a rimanere nella sua frantumazione, nella sua natura corrotta, nella sua morte.
LEGGIAMO IL TESTO DI Gv 21,20-25
Pietro ha un mistero da portare a compimento. Giovanni ne ha un altro. Il Signore ad ognuno rivela qual è il mistero che lui dovrà portare a compimento. Mai rivela all’uno ciò che dovrà portare a compimento l’altro. Abbiamo tutti un mistero universale che è realizzare Cristo Gesù nella nostra vita. Le vie, le modalità, le forme, il tempo, il luogo appartengo al mistero non oggetto di rivelazione. Tu, Pietro, seguimi. Lui saprà a suo tempo cosa dovrà fare.
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La non rivelazione del mistero e la non conoscenza del mistero degli altri, ci libera da ogni giudizio, ogni critica, ogni mormorazione, ogni parola vana. Non sapendo noi quale mistero l’altro dovrà realizzare, dobbiamo necessariamente astenerci da ogni parola non buona e non santa. Possiamo però aiutare i fratelli se vediamo che non realizzano nella loro vita il mistero di Cristo Gesù, ma dobbiamo farlo vivendo la verità nella carità e la carità nella verità. La Madre nostra celeste ci aiuti affinché mai cadiamo nelle parole vane o non sante.