Mons. Costantino Di Bruno – Commento al Vangelo del 4 Gennaio 2022

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MARTEDÌ 04 GENNAIO – DOPO NATALE [C]

Il giorno dopo Giovanni stava ancora là con due dei suoi discepoli e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: «Ecco l’agnello di Dio!». E i suoi due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù.

Prima Giovanni il Battista rivela al popolo chi è Gesù: l’Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo. Colui che battezza nello Spirito Santo. Oggi la rivelazione la fa a due dei suoi discepoli. Fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: “Ecco l’agnello di Dio!”. L’Agnello di Dio è sì l’Agnello della Pasqua, la cui carne serviva per il lungo viaggio della liberazione. Con il sangue invece si ungevano gli stipiti e l’architrave della porta delle case dove vi è era una famiglia di figli di Abramo per allontanare da essa l’angelo sterminatore. Nella Nuova Alleanza la carne dell’agnello di Dio, vera carne del Figlio dell’Altissimo, è il corpo offerto in remissione dei peccati e il sangue è della Nuova ed eterna Alleanza.

L’Agnello di Dio è anche l’Agnello che è figura del Servo Sofferente del Signore. Così il profeta Isaia: “Disprezzato e reietto dagli uomini, uomo dei dolori che ben conosce il patire, come uno davanti al quale ci si copre la faccia; era disprezzato e non ne avevamo alcuna stima. Eppure egli si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori; e noi lo giudicavamo castigato, percosso da Dio e umiliato. Egli è stato trafitto per le nostre colpe, schiacciato per le nostre iniquità. Il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di lui; per le sue piaghe noi siamo stati guariti. Noi tutti eravamo sperduti come un gregge, ognuno di noi seguiva la sua strada; il Signore fece ricadere su di lui l’iniquità di noi tutti. Maltrattato, si lasciò umiliare e non aprì la sua bocca; era come agnello condotto al macello, come pecora muta di fronte ai suoi tosatori, e non aprì la sua bocca. Con oppressione e ingiusta sentenza fu tolto di mezzo; chi si affligge per la sua posterità? Sì, fu eliminato dalla terra dei viventi, per la colpa del mio popolo fu percosso a morte (Is 53,3-8). Questa è la verità contenuta nelle parole di rivelazione di Giovanni il Battista ai suoi due discepoli: “Ecco l’agnello di Dio”.

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I due discepoli sentendolo parlare così lasciano Giovanni il Battista e camminano dietro Cristo Gesù. Lo seguono. Gesù si volta e chiede loro: “Che cosa cercate?”. Lo si limitano solamente a dire: “Maestro, dove abiti?”. Gesù li invita a seguirlo e a vedere: “Venite e vedrete”. Andare dietro Cristo e vedere dove abita Cristo e come lui vive è necessario perché la fede possa nascere in un cuore. Ma oggi come si fa ad andare e vedere, se Cristo è invisibile? Oggi il posto di Cristo deve essere preso da ogni suo discepolo, ogni membro del suo corpo, ogni figlio della Chiesa, ogni pietra del tempio dello Spirito Santo. Chi va dietro ad un discepolo di Gesù deve vedere Cristo Gesù in Lui. Non deve vedere cose di Cristo, ma deve vedere tutto Cristo, allo stesso modo che chi vedeva Cristo Gesù vedeva tutto il Padre. “Chi vede me, vede il Padre mio”: diceva Gesù. “Chi vede me, vede Cristo Gesù”, deve dire ogni suo discepolo. Ma come si fa a vedere Gesù in un discepolo che odia, calunnia, dice falsità e menzogna, accusa ingiustamente con arroganti parole di maldicenza gratuita i suoi fratelli? Come si fa a vedere il Figlio di Dio in un figlio del diavolo? È questo il fallimento cristiano. Se poi si è figli del diavolo e si giustifica questa figliolanza in nome del Vangelo, allora si è veramente nel buco nero delle perdizione eterna. L’odio è contro la verità conosciuta.

LEGGIAMO IL TESTO DI Gv 1,35-42

I due discepoli hanno visto. Quale frutto ha generato nel loro cuore questa visione? Una fede più perfetta, più ricca. L’agnello di Dio è il Messia. Giovanni non aveva detto che Gesù è il Messia. Aveva detto invece che Gesù è l’Agnello di Dio. Dopo aver visto e ascoltato, la fede non è più la stessa. Essa si è accresciuta di una nuova verità. Gesù è il Messia del Signore. Non solo si è accresciuta di una nuova verità, Andrea si fa missionario di questa verità e l’annuncia a Simone suo fratello. Non solo annuncia la sua fede in Cristo, porta anche a Cristo il fratello, perché anche lui faccia l’incontro diretto con l’Agnello di Dio, con il Messia. Gesù vede Simone e gli cambia il nome. Lo chiama Pietro. Sarà lui il fondamento sul quale Gesù domani edificherà la sua Chiesa. Una fede che non cammina da fede in fede e da verità in verità è una fede morta. Ma anche un fede che non diviene missionaria, è una fede sterile. È sterile perché per mezzo di essa non nascono più membri nel corpo di Cristo, figli della Chiesa, pietre vive del tempio dello Spirito Santo. La Madre di Dio e Madre nostra ci faccia crescere da fede in fede e ci aiuti a divenire veri missionari del Figlio suo, Gesù Cristo nostro Signore.