Mons. Costantino Di Bruno – Commento al Vangelo del 31 Agosto 2022

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MERCOLEDÌ 31 AGOSTO – VENTIDUESIMA SETTIMANA T. O . [C]

Egli però disse loro: «È necessario che io annunci la buona notizia del regno di Dio anche alle altre città; per questo sono stato mandato».

Gesù si trova dinanzi a due volontà: la volontà delle folle che vogliono trattenerlo perché non se ne vada e la volontà del Padre suo che gli chiede di lasciare quel luogo e di recarsi altrove a predicare la buona novella del regno. A chi obbedisce Gesù? Alla volontà del Padre. Se anche dinanzi a Lui vi fossero tutti gli Angeli del cielo, tutti i Santi del paradiso, tutti gli uomini della terra per chiedergli la stessa cosa e il Padre suo gli chiede il contrario, Lui sempre obbedirebbe alla volontà del Padre suo.

Fin dove giunge l’obbedienza di Gesù al Padre suo? Fino alla morte e alla morte di croce. Oggi si fa un gran vociare sull’obbedienza. Si deve obbedire? Non si deve obbedire? Quando si deve obbedire? Quando non si deve obbedire? Diciamo subito che l’obbedienza di ogni uomo è a Dio, alla verità, alla fede, alla giustizia, all’amore, alla misericordia, alla pietà, alla luce, alla compassione, ma sempre il tutto governato dalla volontà di Dio, fatta giungere a noi nel suo Santo Spirito. Allora la questione non è quella se è giusto obbedire o non obbedire, se è bene disobbedire, rifiutandosi di eseguire il comando ricevuto. Se la questione l’affrontiamo da una antropologia atea, abbiamo un risultato: ogni uomo è solo un uomo. All’uomo, se conviene si obbedisce.

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Se non conviene non si obbedisce. Atea è l’antropologia e ateo è colui che decide di obbedire o di non obbedire. Se la questione invece la trattiamo da una antropologia teologica, dobbiamo prestare molta attenzione agli autori che scegliamo. Di certo un autore che ha dichiarato nullo in nome del suo pensiero tutto il pensiero di Dio, così come esso è contenuto nella divina rivelazione, non può essere preso come maestro per il nostro argomentare. Se il pensiero dell’uomo è un pensiero in disaccordo con il pensiero di Dio, di certo non potrà essere assunto come metro per discernere la verità o la falsità della nostra obbedienza. Questione di pura metodologia.

C’è però un’obbedienza universale che riguarda ogni discepolo di Gesù. Questa obbedienza non obbliga solo i plebei, i governati, gli schiavi della religione, obbliga anche i nobili, i dotti, gli illuminati, i prescelti, i maestri. Questa obbedienza obbliga anche quanti per qualsiasi motivo si rifiutano di obbedire ad un comando dato loro dagli uomini. Questa obbedienza obbliga sempre, obbliga tutti. Questa obbedienza obbliga a non condannare, non dire falsa testimonianza, a non emettere giudizi temerari sulle persone, a non proferire nessuna calunnia, a non infangare il nome di nessun uomo, a non giudicare, perché il giudizio appartiene solo a Dio.

Questa obbedienza obbliga a non resistere al malvagio, a porgere l’altra guancia, a prendere la croce e a lasciarsi crocifiggere, pur di rimanere nella Legge Santa nel nostro Dio. Questa obbedienza obbliga a non dire falsità ai danni del mio prossimo. A non essere violenti neanche con la parola. Questa obbedienza mi obbliga a che il mio parlare sia sì se è sì, no se è no. Perché il di più viene dal maligno. Questa obbedienza mi obbliga ad avere un comportamento sempre evangelico in ogni mio pensiero, parola, opera.

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Mai un discepolo di Gesù potrà sottrarre la sua obbedienza al Vangelo, cadesse il cielo e la terra, dovesse offrire la sua vita in olocausto sull’altare della sua fedeltà alla Parola del nostro Dio e Signore. Dalla disobbedienza al Vangelo mai si deve e mai si può parlare sull’obbedienza vera o falsa di un fratello. Solo dall’obbedienza al Vangelo si potrà rettamente valutare se una obbedienza è secondo il Vangelo o non è secondo il Vangelo. Dinanzi ad una coscienza c’è solo lo Spirito Santo e il Padre dei cieli, c’è solo la Parola di Dio e il Vangelo di Gesù.

LEGGIAMO IL TESTO DI Lc 4,38-44

Quando si è nel Vangelo, ogni coscienza viene illuminata dallo Spirito Santo e all’istante pone il suo atto di fede. Accoglie l’obbedienza come vera voce dello Spirito Santo e non come voce proveniente dagli uomini. Se non abbiamo questa capacità dello Spirito Santo a distinguere una voce che viene dalla terra e una voce che viene dal cielo, allora attestiamo che ancora – come dice l’Apostolo Paolo – agiamo secondo l’uomo naturale, abbandonato alle sue sole forze. L’uomo spirituale non solo non è cresciuto in noi, ancora neanche lo abbiamo fatto nascere. Vedere un mondo armato di parole false che si dice sale della terra e luce del mondo, spaventa. Se poi si pensa che questo mondo con queste armi pensa di convertire ogni uomo, allora lo spavento è ancora più grande. Si parla e si agisce da fuori del Vangelo. Per annunciare il Vangelo prima si deve vivere il Vangelo. Le parole false non sono armi di conversione. Sono l’anti-vangelo. Con l’anti-vangelo mai nessuno potrà convertirsi al Vangelo. Madre di Dio, donaci la tua stessa obbedienza alla Parola di Dio.

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