Mons. Costantino Di Bruno – Commento al Vangelo del 3 Marzo 2021

Voi non sapete quello che chiedete

MERCOLEDÌ 3 MARZO (Mt 20,17-28)

Sappiamo noi quello che chiediamo? Lo sappiamo se chiediamo seguendo un ordine spirituale perfetto. Prima si deve chiedere perdono di ogni peccato commesso, così che l’anima sia colma di grazia e il cuore pieno di Spirito Santo. Ottenuto il perdono, si loda, si benedice, si esalta e si ringrazia il Signore per l’amicizia che Lui ha ristabilito con noi. Altra richiesta da elevare a Dio senza alcuna interruzione è quella di rimanere sempre nella più pura obbedienza alla Parola, al Vangelo, alla divina Volontà, alla verità dello Spirito Santo, alla missione, al carisma ricevuto, al ministero da assolvere. Questa ultima richiesta non deve mai fermarsi né di giorno e né di notte. Messo a posto anima e spirito, si può pensare a chiedere quanto il nostro cuore desidera. In questa richiesta si esce dal cuore di Dio e si entra nel cuore dell’uomo. Diviene oltremodo difficile conoscere qual è il bene più grande, il bene migliore per noi. Vale allora la regola dell’Apostolo Paolo. Noi chiediamo ogni cosa al nostro Dio. Poi sarà Lui a custodire il cuore nella sua pace santa: “Siate sempre lieti nel Signore, ve lo ripeto: siate lieti. La vostra amabilità sia nota a tutti. Il Signore è vicino! Non angustiatevi per nulla, ma in ogni circostanza fate presenti a Dio le vostre richieste con preghiere, suppliche e ringraziamenti. E la pace di Dio, che supera ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e le vostre menti in Cristo Gesù” (Fil 4,4-7). Nella Lettera ai Romani lo stesso Paolo rivela che noi non sappiamo cosa chiedere al Signore. L’aiuto va chiesto sempre allo Spirito Santo: “Allo stesso modo anche lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza; non sappiamo infatti come pregare in modo conveniente, ma lo Spirito stesso intercede con gemiti inesprimibili; e colui che scruta i cuori sa che cosa desidera lo Spirito, perché egli intercede per i santi secondo i disegni di Dio” (Rm 8,26-27). Qualsiasi cosa chiediamo, sempre dobbiamo aggiungere: “Non la mia volontà sia fatta, ma la tua, mio Signore e Dio”. Tuttavia più si cresce in grazia e in sapienza, più si cammina di fede in fede e più si conosce ciò che è gradito al Signore e si prega dalla conoscenza della sua volontà. Tutto va chiesto sempre per la più grande gloria di Dio.

In quel tempo, mentre saliva a Gerusalemme, Gesù prese in disparte i dodici discepoli e lungo il cammino disse loro: «Ecco, noi saliamo a Gerusalemme e il Figlio dell’uomo sarà consegnato ai capi dei sacerdoti e agli scribi; lo condanneranno a morte e lo consegneranno ai pagani perché venga deriso e flagellato e crocifisso, e il terzo giorno risorgerà». Allora gli si avvicinò la madre dei figli di Zebedèo con i suoi figli e si prostrò per chiedergli qualcosa. Egli le disse: «Che cosa vuoi?». Gli rispose: «Di’ che questi miei due figli siedano uno alla tua destra e uno alla tua sinistra nel tuo regno». Rispose Gesù: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io sto per bere?». Gli dicono: «Lo possiamo». Ed egli disse loro: «Il mio calice, lo berrete; però sedere alla mia destra e alla mia sinistra non sta a me concederlo: è per coloro per i quali il Padre mio lo ha preparato». Gli altri dieci, avendo sentito, si sdegnarono con i due fratelli. Ma Gesù li chiamò a sé e disse: «Voi sapete che i governanti delle nazioni dominano su di esse e i capi le opprimono. Tra voi non sarà così; ma chi vuole diventare grande tra voi, sarà vostro servitore e chi vuole essere il primo tra voi, sarà vostro schiavo. Come il Figlio dell’uomo, che non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».

La madre dei figli di Zebedeo chiede a Gesù che i suoi due figli, Giacomo e Giovanni, siedano uno alla sua destra e uno alla sua sinistra nel suo regno. La risposta di Gesù è immediata: “Voi non sapete quello che chiedete”. Voi chiedete, ma non conoscete né Dio e né la sua volontà. Se conosceste Dio sapreste che è Lui il Signore della mia vita e che io non posso decidere nulla che non sia dalla sua volontà. Se voi conoscete la volontà di Dio, sapreste che Lui non vuole un regno come tutti gli altri regni che sono nel mondo. Nel regno del Padre mio non si comanda, si serve. Non si serve però dalla nostra volontà, ma dalla sua volontà, dal suo comando, dal suo Santo Spirito. Nel regno di Dio chi vuole essere il primo deve farsi il servo di tutti. In questo regno “regnare è servire e si serve sempre dalla croce”. “Regnavit a ligno Deus”.

Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci servi di tutti nel regno di Dio.

Fonte@MonsDiBruno

Nota: Questo commento al Vangelo è gratuito pertanto l’autore non autorizza un fine diverso dalla gratuità.

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