Mons. Costantino Di Bruno – Commento al Vangelo del 3 Gennaio 2021

Dio, nessuno lo ha mai visto

DOMENICA 3 GENNAIO (Gv 1,1-18)

Fin da subito l’Evangelista Giovanni pone in grande evidenza l’infinita distanza che regna tra il Verbo che si è fatto carne e ogni altro uomo, compreso lo stesso Mosè e Giovanni il Battista. Di Giovanni è detto che lui non era la luce, ma solo un testimone della luce. Di Mosè è detto che Lui ha dato la Legge. Non la grazia e neanche la verità. Ecco quanto l’Apostolo Paolo dichiara sulla Legge: “Noi, che per nascita siamo Giudei e non pagani peccatori, sapendo tuttavia che l’uomo non è giustificato per le opere della Legge ma soltanto per mezzo della fede in Gesù Cristo, abbiamo creduto anche noi in Cristo Gesù per essere giustificati per la fede in Cristo e non per le opere della Legge; poiché per le opere della Legge non verrà mai giustificato nessuno. Se pertanto noi che cerchiamo la giustificazione in Cristo siamo trovati peccatori come gli altri, Cristo è forse ministro del peccato? Impossibile! Infatti se torno a costruire quello che ho distrutto, mi denuncio come trasgressore. In realtà mediante la Legge io sono morto alla Legge, affinché io viva per Dio. Sono stato crocifisso con Cristo, e non vivo più io, ma Cristo vive in me. E questa vita, che io vivo nel corpo, la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha consegnato se stesso per me. Dunque non rendo vana la grazia di Dio; infatti, se la giustificazione viene dalla Legge, Cristo è morto invano. O stolti Gàlati, chi vi ha incantati? Proprio voi, agli occhi dei quali fu rappresentato al vivo Gesù Cristo crocifisso! Questo solo vorrei sapere da voi: è per le opere della Legge che avete ricevuto lo Spirito o per aver ascoltato la parola della fede? Siete così privi d’intelligenza che, dopo aver cominciato nel segno dello Spirito, ora volete finire nel segno della carne? Avete tanto sofferto invano? Se almeno fosse invano! Colui dunque che vi concede lo Spirito e opera portenti in mezzo a voi, lo fa grazie alle opere della Legge o perché avete ascoltato la parola della fede? (Gal 2,15-3,5). Era possibile osservare la Legge solo in virtù della grazia che un giorno avrebbe meritato Cristo Signore per ogni uomo. Non c’è grazia nell’universo se non per Cristo.

In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era, in principio, presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste. In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno vinta. Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce. Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Era nel mondo e il mondo è stato fatto per mezzo di lui; eppure il mondo non lo ha riconosciuto. Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto. A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali, non da sangue né da volere di carne né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati. E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità. Giovanni gli dà testimonianza e proclama: «Era di lui che io dissi: Colui che viene dopo di me è avanti a me, perché era prima di me». Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto: grazia su grazia. Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo. Dio, nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato.

Ancora. C’è uomo più grande di Mosè, lui con il quale il Signore parlava come un uomo parla con un altro uomo? Eppure mai lui ha visto il volto del Signore. Dio gli ha concesso di vedere solo le spalle, mentre passava (Cfr. Dt 34,1-9). Gesù non vide Dio. Dimora nel seno del Padre. Il seno del Padre è la sua casa eterna. Vivendo con il Padre, nel Padre, per il Padre, Lui lo ha rivelato dalla pienezza della sua verità, luce, misericordia, carità, giustizia, santità. Questa modalità di rivelazione vale anche per ogni discepolo di Gesù. Chi vuole rivelare Cristo Signore deve abitare nel seno di Cristo, abitando nel seno della Chiesa, nel seno del Vangelo, nel seno dello Spirito Santo. Senza questa quadruplice abitazione, si parla di Cristo, non si rivela Cristo.

Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fate che il cristiano dimori in Cristo sempre.

Fonte@MonsDiBruno

Nota: Questo commento al Vangelo è gratuito pertanto l’autore non autorizza un fine diverso dalla gratuità.

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