Mons. Costantino Di Bruno – Commento al Vangelo del 29 Luglio 2021

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«Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta».

Gesù è in cammino verso Gerusalemme. Entra in un villaggio e viene ospitato da una donna di nome Marta. Siamo a Betania e siamo nella casa di Lazzaro, Maria e Marta. Maria, la sorella di Marta, si siede ai piedi di Gesù e ascolta la sua parola. Per Maria il mondo si ferma. Non esiste più. Esiste per lei Gesù e la sua Parola. Maria vuole mettere ogni Parola di Gesù nel cuore e per questo non si lascia distrarre da nessun’altra cosa. Gesù parla e lei ascolta. Lei ascolta e Gesù parla.

Marta invece si è lasciata distogliere dai molti servizi. Bisogna fare bella figura con un ospite così eccelso e nulla deve essere tralasciato, nulla omesso, nulla fatto in modo superficiale. Ad un certo momento si vede oberata dalla mole dei servizi ancora da portare a compimento, si fa avanti e si mette a rimproverare Gesù: “Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti”. Tu, Signore, sai ogni cosa. Sai quanto sono affaccendata, indaffarata, occupata. Perché allora non dici a mia sorella di venire ad aiutarmi? Se non glielo dici allora è segno che non ti importa nulla di me. Di certo non è una buona cosa che io mi affatichi e tu non ti importi di nulla di tutto questo e agisci come se anch’io fossi ai tuoi piedi. Marta è chiusa nel suo mondo, nel mondo dei suoi preparativi. Non vede altro. Non comprende altro. Non si importa di altro. Neanche Gesù in questo istante è visto da lei come Gesù. Lo vede come uno al quale nulla importa del suo affaticamento. Mia sorella, se glielo dico io, non mi ascolterà di certo. Se invece glielo dici tu, di sicuro verrà ad aiutarmi. Non solo lo rimprovera. Lo rimprovera e lo vuole usare per un suo scopo particolare. Non solo rimprovera, ma anche suggerisce a Gesù cosa è più giusto che Lui faccia.

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Gesù con infinito amore, con somma dolcezza le dice: “Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose”. È questa la storia dell’uomo: un continuo affannarsi e agitarsi per molte cose, che il più delle volte sono inutili. L’inutilità è il lavoro della vita dell’uomo. L’affanno è il suo salario. L’agitazione la sua unica mercede. Il Qoelet dice che l’uomo lavora per la vanità. La vanità è del ricco, del povero, del sapiente, dello stolto, del dotto, dell’ignorante, del prepotente, del malvagio, di chi sta in alto e di chi sta in basso, del re e del servo. La vanità si vince in un solo modo: osservando i Comandamenti, la Legge Santa di Dio. Questa sì che è vera concretezza.  È la concretezza che vince ogni illusione, inganno, vanità, inseguire il vento. Ecco l’altra concretezza. Si può inseguire l’illusione della scienza, della sapienza, della dottrina, della stessa ricchezza, ma rimanendo sempre nella concretezza dell’osservanza dei Comandamenti.

LEGGIAMO IL TESTO DI Lc 10,38-42

Mentre erano in cammino, entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò. Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. Marta invece era distolta per i molti servizi. Allora si fece avanti e disse: «Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta».

I Comandamenti sono il buon terreno, la roccia sulla quale costruire anche la nostra vana esistenza terrena. L’esistenza piena è quella eterna. Il Qoelet non è un pessimista, è uomo concreto. Vede l’uomo così come si è fatto. Lo vede avvolto di vanità. La vanità che sempre lo accompagnerà per tutti i giorni della sua vita, tutta la nostra quotidiana esistenza sulla nostra terra, come portarla nella verità? La risposta del Qoelet è vera sapienza: portandola solo e sempre nella volontà di Dio. È la volontà di Dio osservata che libera l’uomo dalla vanità e lo introduce nella verità della vita e delle  cose, del tempo e della storia, del prima e del dopo, del presente e del futuro eterno. Il mondo è conquistato dalla vanità: vanità delle guerre, vanità dei blocchi militari e politici, vanità del lusso, vanità del peccato, vanità del vizio, vanità del gioco, vanità di ogni cosa che l’uomo intraprende sulla terra. Vanità del pensiero e delle filosofie, vanità dei sistemi economici e finanziari. Vanità del gioco e del divertimento.  Vanità delle vanità. Tutto è vanità perché quasi tutte le cose che l’uomo fa, le fa da uomo stolto ed insipiente. Come inseguire questa vanità e restare nella verità? Ognuno può inseguire le sue vanità, ad una condizione che resti ancorato all’osservanza dei Comandamenti. Tutto ciò che è portato nei Comandamenti si può fare. È una vanità legittima, santa. Tutto ciò che è fuori dei Comandamenti è una vanità illegittima, peccatrice. Eliminando ognuno le vanità illegittime e peccatrici si può dare una svolta poderosa alla soluzione della questione della verità delle cose di questo mondo. E poi dicono che il Qoelet è un pessimista. Egli è l’Anti-serpente per eccellenza nell’Antico Testamento. È il maestro che ci insegna come superare tutte le vanità cui è soggetta la nostra vita dopo il peccato di Eva e di Adamo. Gesù porta a compimento questo insegnamento. Porta la vita dell’uomo nella sua verità eterna. È vero per l’uomo quanto è compimento della volontà del Padre. È vanità  inganno, affanno e agitazione quanto non è nella volontà del Padre. 

Come si fa a conoscere la volontà del Padre? Ci si mette in ascolto di Gesù. Gesù è il Rivelatore della volontà del Padre, della sua verità, del suo amore. Si conosce ciò che il Padre vuole e lo si compie. Marta è stata conquistata dalla vanità del mondo e delle cose. Maria invece ha deciso di sfuggire a questa vanità, di non lasciarsi tentare da essa. Cosa fa? Si siede ai piedi di Gesù e lo ascolta. Solo la Parola di Dio ci libera dalla vanità. La Parola di Dio va ascoltata, meditata, letta, riletta, contemplata. Alla Parola di Dio va dato il suo giusto tempo. Senza tempo donato alla Parola di Dio, la nostra vita mai potrà sfuggire alla vanità. La vanità non dice che le cose non siano buone. Possono essere anche ottime le cose che facciamo. Sono però tutte inutili. Nella vanità si lavora per il niente. Si insegue il vento. Ci si affanna e ci si agita per il niente, per il nulla, per ciò che non serve, per ciò che non giova. La vita attiva deve essere sempre governata dalla contemplazione, dall’ascolto, della perfetta conoscenza della volontà di Dio. Gesù non separa la vita attiva dalla vita contemplativa. Egli vuole che la vita attiva sia contemplativa e la vita contemplativa divenga attiva. Questa unità può essere vissuta in un solo modo: se ci si siede ai suoi piedi e si ascolta dalla sua bocca la Volontà del Padre suo.

Marta non è la vita attiva. Maria non è la vita contemplativa. Il Vangelo non conosce una duplice via. Per il Vangelo la vita attiva deve essere contemplativa e la vita contemplativa deve essere attiva. Gesù insegna a Marta una grande verità: come si fa a servire Gesù se non si conosce come Gesù vuole essere servito? Come si fa a servire Dio se non si ascolta come Dio vuole essere servito? Prima si ascolta, poi si prega, infine si compie quanto ascoltato con la forza che abbiamo ottenuta dalla preghiera. Il fare per il fare non serve al Signore. Al Signore serve il fare che è purissima obbedienza.

Così Gesù ci insegna che dobbiamo mettere il giusto ordine nelle cose e nelle relazioni. Se la vita deve essere obbedienza, per obbedire bisogna ascoltare. Se non si ascolta mai si potrà obbedire. Se la vita è amore, per amare bisogna sapere in che cosa l’altro vuole essere amato. Se non si ascolta mai potremo amare secondo verità e giustizia. Maria ascolta e può amare secondo verità Gesù. Marta non ascolta e mai potrà amare Gesù in pienezza di santità. Chi obbedisce non fa cose inutili. Chi non obbedisce riempie di inutilità tutta intera la sua vita.  Maria ci insegna che prima di obbedire si deve sempre ascoltare, prima di amare ci si deve porre in ascolto di Gesù. Marta invece è la donna dell’azione senza ascolto e senza contemplazione. È la donna dell’affanno e della rincorsa delle cose da fare. Maria di Dio, aiutaci. Vogliamo essere veri ascoltatori di Cristo Gesù.

Fonte@MonsDiBruno

Nota: Questo commento al Vangelo è gratuito pertanto l’autore non autorizza un fine diverso dalla gratuità.