Mons. Costantino Di Bruno – Commento al Vangelo del 28 Luglio 2022

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GIOVEDÌ 28 LUGLIO – DICIASSETTESIMA SETTIMANA T. O . [C]

Avete compreso tutte queste cose?». Gli risposero: «Sì». Ed egli disse loro: «Per questo ogni scriba, divenuto discepolo del regno dei cieli, è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche».

Se leggiamo l’Antico Testamento, notiamo che ogni agiografo sempre aggiunge all’agiografo che lo ha preceduto. Cosa aggiunge? Ciò che il Signore gli rivela e che mai prima aveva rivelato. Anche gli agiografi del Nuovo testamento, mossi e sorretti, guidati e condotti dallo Spirito Santo aggiungono conoscenza sempre nuova al mistero di Cristo Gesù. La stessa cosa va detta per i Padri della Chiesa. Ognuno, sempre guidato dallo Spirito Santo, assume la dottrina di quanti lo hanno preceduto e vi aggiunge sempre altra verità al mistero di Cristo, che è divino, infinito, eterno, umano, di incarnazione, passione, morte, risurrezione, ascensione gloriosa al cielo, dono del suo Santo Spirito.

Anche i grandi Dottori della Chiesa hanno aggiunto verità più luminosa alla verità da essi ricevuta da quanti li hanno preceduti. Chi sono i santi? Coloro che sempre hanno dato vita nuova alla vita di Cristo Gesù. Nessuno ripete puramente e semplicemente ciò che ha ricevuto. Ognuno aggiunge una luce nuova alla luce di ieri. Si riceve luce, si aggiunge luce. Se non si aggiunge luce alla luce ricevuta è segno che lo Spirito Santo non governa il nostro cuore, non illumina la nostra mente, non dirige il nostro spirito.

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L’Apostolo Paolo ecco come illumina il mistero di Cristo Gesù: “Benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli in Cristo. In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità, predestinandoci a essere per lui figli adottivi mediante Gesù Cristo, secondo il disegno d’amore della sua volontà, a lode dello splendore della sua grazia, di cui ci ha gratificati nel Figlio amato. In lui, mediante il suo sangue, abbiamo la redenzione, il perdono delle colpe, secondo la ricchezza della sua grazia.

Egli l’ha riversata in abbondanza su di noi con ogni sapienza e intelligenza, facendoci conoscere il mistero della sua volontà, secondo la benevolenza che in lui si era proposto per il governo della pienezza dei tempi: ricondurre al Cristo, unico capo, tutte le cose, quelle nei cieli e quelle sulla terra. In lui siamo stati fatti anche eredi, predestinati – secondo il progetto di colui che tutto opera secondo la sua volontà – a essere lode della sua gloria, noi, che già prima abbiamo sperato nel Cristo.

In lui anche voi, dopo avere ascoltato la parola della verità, il Vangelo della vostra salvezza, e avere in esso creduto,  avete ricevuto il sigillo dello Spirito Santo che era stato promesso, il quale è caparra della nostra eredità, in attesa della completa redenzione di coloro che Dio si è acquistato a lode della sua gloria (Ef 1,3-14). È illuminazione che aggiunge ogni luce alla luce precedente. Ma anche in ogni sua Lettera sempre lo Spirito Santo aggiunge nuova luce alla luce profusa nelle lettere precedenti. Aggiungendo luce a luce il mistero diviene sempre più luminoso. Un discepolo di Gesù che ripete sempre le stesse cose di certo non è sotto il potente governo o mozione dello Spirito Santo.

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Viene l’Apostolo Giovanni e sia nelle sue tre Lettere, sia nel Libro dell’Apocalisse e sia nel suo Vangelo, dona a Cristo una luce purissima, illuminando tutte le luci che finora hanno illuminato il mistero di Gesù. Ecco come nel Prologo del Vangelo dona luce piena a Gesù Signore: “In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era, in principio, presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste. In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno vinta. Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Era nel mondo e il mondo è stato fatto per mezzo di lui; eppure il mondo non lo ha riconosciuto. Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto.

A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali, non da sangue né da volere di carne né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati. E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità.  Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto: grazia su grazia. Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo. Dio, nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato (Cfr. Gv 1.1-18). Luce perfettissima. Ora la si deve solo comprendere.

LEGGIAMO IL TESTO DI Mt 13,47-53

È giusto che ognuno si  chieda: aggiungo io luce alla luce di Cristo che ho ricevuto, o privo il mistero di Cristo Signore della sua luce e della sua verità? La Madre di Dio ci aiuti. Vogliamo illuminare il mistero con luce sempre più grande, splendente, luminosa. È nostro obbligo.

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