Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo.
Gesù ora ci rivela quanto è prezioso il regno di Dio. Esso vale la vendita di tutto quanto noi possediamo e della stessa nostra vita. Niente è paragonabile alla preziosità del regno di Dio e al suo valore. Questa parabola non solo ci rivela la grandezza del regno di Dio, ci dice anche la sapienza dell’uomo che ha trovato il tesoro nascosto. La sapienza è questa: per legge il tesoro trovato è proprietà del padrone del campo. Colui che lo trova cosa fa? Lo nasconde di nuovo. Non dice a nessuno di aver trovato il tesoro. Perché? Perché il tesoro non lo può comprare.
Esso vale infinitamente di più di quanto è in suo possesso. Il campo invece lo può comprare. Vende tutto quanto possiede e lo compra. Comprando il campo diviene proprietario anche del tesoro. Il tesoro è suo. Può fare di esso ciò che vuole. Tra ciò che vende, ciò che lascia, ciò che abbandona e ciò che acquista non c’è alcun confronto. È come se uno lasciasse il niente per il tutto. Difatti si lascia il tempo per l’eternità, le cose passeggere per le cose eterne, ciò che non vale per ciò che vale, ciò che non dura per ciò che dura. Si lasciano le cose per possedere Dio. Per questo motivo l’uomo è pieno di gioia quando vende le sue povere cose. La gioia nasce dalla speranza che in lui è certezza di possedere il tesoro nascosto. Nella stoltezza invece si fa della miseria il nostro tutto.
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Altra verità è questa: il tesoro nessuno lo potrà mai comprare. Il mondo intero in suo confronto è polvere sulla bilancia. È senza alcun peso. Tuttavia chi vuole il tesoro deve comprare il campo ed è proprio dell’intelligenza e della sapienza sapere questo. Per comprare il campo ci dobbiamo spogliare di tutto ciò che possediamo. La perdita è solo per un istante. L’istante è quello della nostra vita terrena. Donando a Dio l’istante entriamo in possesso dell’eternità. Il guadagno è infinito, divino, soprannaturale, eterno. Per San Paolo Apostolo, il tesoro nascosto è Cristo Signore e in ordine al guadagno di Cristo Gesù e di Cristo Crocifisso così si esprime nella Lettera ai Filippesi: “Per il resto, fratelli miei, siate lieti nel Signore. Scrivere a voi le stesse cose, a me non pesa e a voi dà sicurezza. Guardatevi dai cani, guardatevi dai cattivi operai, guardatevi da quelli che si fanno mutilare! I veri circoncisi siamo noi, che celebriamo il culto mossi dallo Spirito di Dio e ci vantiamo in Cristo Gesù senza porre fiducia nella carne, sebbene anche in essa io possa confidare. Se qualcuno ritiene di poter avere fiducia nella carne, io più di lui: circonciso all’età di otto giorni, della stirpe d’Israele, della tribù di Beniamino, Ebreo figlio di Ebrei; quanto alla Legge, fariseo; quanto allo zelo, persecutore della Chiesa; quanto alla giustizia che deriva dall’osservanza della Legge, irreprensibile. Ma queste cose, che per me erano guadagni, io le ho considerate una perdita a motivo di Cristo. Anzi, ritengo che tutto sia una perdita a motivo della sublimità della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore. Per lui ho lasciato perdere tutte queste cose e le considero spazzatura, per guadagnare Cristo ed essere trovato in lui, avendo come mia giustizia non quella derivante dalla Legge, ma quella che viene dalla fede in Cristo, la giustizia che viene da Dio, basata sulla fede: perché io possa conoscere lui, la potenza della sua risurrezione, la comunione alle sue sofferenze, facendomi conforme alla sua morte, nella speranza di giungere alla risurrezione dai morti.
Non ho certo raggiunto la mèta, non sono arrivato alla perfezione; ma mi sforzo di correre per conquistarla, perché anch’io sono stato conquistato da Cristo Gesù. Fratelli, io non ritengo ancora di averla conquistata. So soltanto questo: dimenticando ciò che mi sta alle spalle e proteso verso ciò che mi sta di fronte, corro verso la mèta, al premio che Dio ci chiama a ricevere lassù, in Cristo Gesù. Tutti noi, che siamo perfetti, dobbiamo avere questi sentimenti; se in qualche cosa pensate diversamente, Dio vi illuminerà anche su questo. Intanto, dal punto a cui siamo arrivati, insieme procediamo. Fratelli, fatevi insieme miei imitatori e guardate quelli che si comportano secondo l’esempio che avete in noi. Perché molti – ve l’ho già detto più volte e ora, con le lacrime agli occhi, ve lo ripeto – si comportano da nemici della croce di Cristo. La loro sorte finale sarà la perdizione, il ventre è il loro dio. Si vantano di ciò di cui dovrebbero vergognarsi e non pensano che alle cose della terra. La nostra cittadinanza infatti è nei cieli e di là aspettiamo come salvatore il Signore Gesù Cristo, il quale trasfigurerà il nostro misero corpo per conformarlo al suo corpo glorioso, in virtù del potere che egli ha di sottomettere a sé tutte le cose (Fil 3,1-21).
Questa non è pazzia. È vera fede. È questa la fede che fa i grandi santi e i grandi apostoli del Signore. Per noi quanto vale il regno dei cieli? Niente di niente. Noi abbiamo ridotto la fede ad una misera speranza terrena. È questo il peccato di noi cristiani. Con questo peccato di certo non possiamo pretendere di elevare il mondo fino a Dio.
LEGGIAMO IL TESTO DI Mt 13,44-46
Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo. Il regno dei cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra.
La seconda parabola si differenza dalla prima per un piccolo, grande particolare. Nel primo caso il tesoro è trovato. Lo si vede. Lo si nasconde. Si agisce con intelligenza. In questo secondo caso il tesoro è una ricerca. C’è nel cuore dell’uomo il desiderio dell’eterno, di Dio, della verità, della salvezza, della redenzione, della santità. La ricerca non si ferma alla prima cosa trovata. Essa è fatta con discernimento sapiente ed intelligente. Si distingue perla da perla, perla preziosa da perla più preziosa, preziosissima. C’è nell’uomo la capacità del saggio e santo discernimento. Senza questa capacità, che è sempre un dono di Dio, mai si potrebbe separare il bene dal male, il bene dal meglio, il meglio dall’ottimo.
Questa scelta richiede però la più grande delle libertà, la libertà di sacrificare anche la propria vita per il bene supremo trovato. Chi non ha questa libertà mai potrà comprare la perla preziosa trovata. Senza questa libertà si vivrà delle piccole cose della vita presente, ma queste non danno la vera gioia. La vera gioia è quella eterna, divina, che viene da Dio. È questa libertà che mancò all’uomo ricco che si rinchiuse nel carcere dei suoi beni e in essi ha consumato i suoi giorni. Gesù gli aveva proposto di comprare la perla dall’inestimabile valore. Senza questa suprema e somma libertà da tutto, da tutti, da noi stessi, dalla nostra vita che deve essere consegnata anche alla croce, al martirio, mai potremo comprare la perla preziosa. Per possedere il regno di Dio occorrono volontà di ricerca, discernimento, somma libertà, distacco totale dalle cose di questo mondo. Il lasciarsi fare schiavi dagli uomini e dalle cose non è la soluzione della vita.
Purtroppo gli uomini preferiscono la schiavitù alla libertà, l’immobilismo alla ricerca, la passività al discernimento, l’ignoranza alla scienza, la passività alla tenacia e alla “violenza”. La fede cristiana è libertà, ricerca, discernimento, scienza, tenacia, “violenza”, perseveranza sino alla fine. L’uomo può cercare il meglio. Se può, deve. Se deve, è libero di poterlo fare. Se non lo fa, è responsabile dinanzi a Dio e agli uomini. L’uomo è capace di Dio, di eternità, di bellezza, di verità, di santità. L’uomo è capace di trascendersi. Si può trascendere perché il Signore gli pone davanti la perla dall’inestimabile valore. Si può elevare perché la perla esiste e si può sempre trovare. Chi è allora il cristiano? È colui che pone dinanzi agli uomini la perla preziosa, in modo che tutti costoro siano messi nella possibilità di volere e sapere scegliere ciò che è il meglio per la loro vita presente e futura. Madre di Dio, aiuta ogni cristiano perché mostri al mondo intero la perla preziosa dall’inestimabile valore che è Cristo Gesù.
Nota: Questo commento al Vangelo è gratuito pertanto l’autore non autorizza un fine diverso dalla gratuità.