Mons. Costantino Di Bruno – Commento al Vangelo del 28 Giugno 2021

711

Allora uno scriba si avvicinò e gli disse: «Maestro, ti seguirò dovunque tu vada». Gli rispose Gesù: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo».

Leggi il brano del Vangelo di † Mt 8, 18-22

Gesù ha posto tutta la sua vita nelle mani del Padre suo, il quale sempre l’ha guidata e mossa per mezzo del suo Santo Spirito. Possiamo dire che Cristo Gesù si è tolto dal cuore sia la volontà del vero Dio e sia la volontà del vero uomo è le ha consegnate al Padre. Al loro posto ha messo la volontà del Padre, la cui mozione e ispirazione veniva non dal suo cuore, ma dal cuore del Padre per opera del suo Santo Spirito. Gesù è dono pieno, senza riserve, senza postille, per il Padre suo.  Ecco cosa rivela di Lui sia il Salmo che la Lettera agli Ebrei:

- Pubblicità -

 “Ho sperato, ho sperato nel Signore, ed egli su di me si è chinato, ha dato ascolto al mio grido. Mi ha tratto da un pozzo di acque tumultuose, dal fango della palude; ha stabilito i miei piedi sulla roccia, ha reso sicuri i miei passi. Mi ha messo sulla bocca un canto nuovo, una lode al nostro Dio. Molti vedranno e avranno timore e confideranno nel Signore. Beato l’uomo che ha posto la sua fiducia nel Signore e non si volge verso chi segue gli idoli né verso chi segue la menzogna. Quante meraviglie hai fatto, tu, Signore, mio Dio, quanti progetti in nostro favore: nessuno a te si può paragonare! Se li voglio annunciare e proclamare, sono troppi per essere contati. Sacrificio e offerta non gradisci, gli orecchi mi hai aperto, non hai chiesto olocausto né sacrificio per il peccato. Allora ho detto: «Ecco, io vengo. Nel rotolo del libro su di me è scritto di fare la tua volontà: mio Dio, questo io desidero; la tua legge è nel mio intimo». Ho annunciato la tua giustizia nella grande assemblea; vedi: non tengo chiuse le labbra, Signore, tu lo sai. Non ho nascosto la tua giustizia dentro il mio cuore, la tua verità e la tua salvezza ho proclamato. Non ho celato il tuo amore e la tua fedeltà alla grande assemblea (Sal 40,1-11).

“Entrando nel mondo, Cristo dice: Tu non hai voluto né sacrificio né offerta, un corpo invece mi hai preparato. Non hai gradito né olocausti né sacrifici per il peccato. Allora ho detto: «Ecco, io vengo – poiché di me sta scritto nel rotolo del libro – per fare, o Dio, la tua volontà». Dopo aver detto: Tu non hai voluto e non hai gradito né sacrifici né offerte, né olocausti né sacrifici per il peccato, cose che vengono offerte secondo la Legge, soggiunge: Ecco, io vengo a fare la tua volontà. Così egli abolisce il primo sacrificio per costituire quello nuovo. Mediante quella volontà siamo stati santificati per mezzo dell’offerta del corpo di Gesù Cristo, una volta per sempre (Eb 10,5-10).

L’Apostolo Paolo così parla dell’obbedienza di Cristo Gesù e dei suoi frutti: “ Egli, pur essendo nella condizione di Dio, non ritenne un privilegio  l’essere come Dio, ma svuotò se stesso assumendo una condizione di servo, diventando simile agli uomini. Dall’aspetto riconosciuto come uomo, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e a una morte di croce. Per questo Dio lo esaltò e gli donò il nome che è al di sopra di ogni nome, perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra, e ogni lingua proclami: «Gesù Cristo è Signore!», a gloria di Dio Padre (Fil 2,6-11).

Oggi due uomini –  il primo è una scriba, cioè una persona addentrata nelle Divine Scritture, il secondo è uno dei suoi discepoli – manifestano a Gesù la volontà di seguirlo dovunque lui vada. Osserviamo la purezza della verità che governa il cuore di Gesù Signore. Lui non inganna, non illude, non promette successi, non dona gloria terrena. Dona se stesso come unico e solo modello da seguire. Come per Gesù il mondo e ogni relazione con esso va vissuta tutta dalla volontà del Padre, così ogni uomo che desidera andare dietro di Lui, consacrando la sua vita per la diffusione del suo Vangelo tra i popoli e le nazioni, tra le genti di ogni lingua e tribù, deve vivere ogni relazione con il mondo solo dalla volontà del Padre, sempre a Lui manifestata dallo Spirito Santo. Per servirci di una similitudine, anzi due, che attingiamo nella Scrittura Sacra, il consacrato a Cristo per il dono del regno agli uomini, deve essere come la pietra nella sacca di Davide o come le frecce nella faretra del soldato:

“Davide prese in mano il suo bastone, si scelse cinque ciottoli lisci dal torrente e li pose nella sua sacca da pastore, nella bisaccia; prese ancora in mano la fionda e si avvicinò al Filisteo. Il Filisteo disse a Davide: «Fatti avanti e darò le tue carni agli uccelli del cielo e alle bestie selvatiche». Davide rispose al Filisteo: «Tu vieni a me con la spada, con la lancia e con l’asta. Io vengo a te nel nome del Signore degli eserciti, Dio delle schiere d’Israele, che tu hai sfidato. In questo stesso giorno, il Signore ti farà cadere nelle mie mani. Io ti abbatterò e ti staccherò la testa e getterò i cadaveri dell’esercito filisteo agli uccelli del cielo e alle bestie selvatiche; tutta la terra saprà che vi è un Dio in Israele. Tutta questa moltitudine saprà che il Signore non salva per mezzo della spada o della lancia, perché del Signore è la guerra ed egli vi metterà certo nelle nostre mani». Appena il Filisteo si mosse avvicinandosi incontro a Davide, questi corse a prendere posizione in fretta contro il Filisteo. Davide cacciò la mano nella sacca, ne trasse una pietra, la lanciò con la fionda e colpì il Filisteo in fronte. La pietra s’infisse nella fronte di lui che cadde con la faccia a terra. Così Davide ebbe il sopravvento sul Filisteo con la fionda e con la pietra, colpì il Filisteo e l’uccise, benché Davide non avesse spada. Davide fece un salto e fu sopra il Filisteo, prese la sua spada, la sguainò e lo uccise, poi con quella gli tagliò la testa. I Filistei videro che il loro eroe era morto e si diedero alla fuga” (Cfr 1Sam 17,40-51). La pietra deve essere sempre a disposizione della fionda. Mai un solo istante può dire al suo padrone: “Non sono ora disponibile”.

Ascoltatemi, o isole, udite attentamente, nazioni lontane; il Signore dal seno materno mi ha chiamato, fino dal grembo di mia madre ha pronunciato il mio nome. Ha reso la mia bocca come spada affilata, mi ha nascosto all’ombra della sua mano, mi ha reso freccia appuntita, mi ha riposto nella sua faretra. Mi ha detto: «Mio servo tu sei, Israele, sul quale manifesterò la mia gloria». Io ho risposto: «Invano ho faticato, per nulla e invano ho consumato le mie forze. Ma, certo, il mio diritto è presso il Signore, la mia ricompensa presso il mio Dio». Ora ha parlato il Signore, che mi ha plasmato suo servo dal seno materno per ricondurre a lui Giacobbe e a lui riunire Israele – poiché ero stato onorato dal Signore e Dio era stato la mia forza –  e ha detto: «È troppo poco che tu sia mio servo per restaurare le tribù di Giacobbe e ricondurre i superstiti d’Israele. Io ti renderò luce delle nazioni, perché porti la mia salvezza fino all’estremità della terra» (Is 49,1-6). Gesù mai ha ingannato un solo uomo e mai lo ingannerà in eterno. Chi vuole andare dietro di Lui deve essere a diposizione del Padre come i sassi nella sacca di Davide.

LEGGIAMO IL TESTO DI Mt 8,19-22

Vedendo la folla attorno a sé, Gesù ordinò di passare all’altra riva. Allora uno scriba si avvicinò e gli disse: «Maestro, ti seguirò dovunque tu vada». Gli rispose Gesù: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo».  E un altro dei suoi discepoli gli disse: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». Ma Gesù gli rispose: «Seguimi, e lascia che i morti seppelliscano i loro morti».

Quanti si consacrano per il servizio del regno di Dio mai devono tenere per sé la propria volontà. O si faranno pietre nella sacca di Dio e frecce nella sua faretra per essere scagliate dove il Signore vuole che esse colpiscano, oppure la loro sequela è vana. Ed è sempre vana quando il Signore anche per pochi momenti non può servirsi delle pietre e delle frecce che si sono a lui consacrate, perché non disponibili per Lui.

Madre di Dio, Donna interamente consacrata al tuo Signore, ottienici ogni grazia perché abbiamo la forza di consacrarci a Dio sul tuo modello.

Fonte@MonsDiBruno

Nota: Questo commento al Vangelo è gratuito pertanto l’autore non autorizza un fine diverso dalla gratuità.