Il commento alle letture del 28 Giugno 2020 a cura di Mons. Costantino Di Bruno, Sacerdote Diocesano dell’Arcidiocesi di Catanzaro–Squillace (CZ).
Chi avrà perduto la propria vita per causa mia
DOMENICA 28 GIUGNO (Mt 10,37-42)
Perde la vita il seme che cade in terra e muore per produrre molto frutto: “In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna. Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo onorerà” (Gv 12,24-26). San Paolo si serve del seme che viene gettato a terra dal contadino per insegnare ai discepoli di Gesù perché abbondino nelle loro opere di carità e di misericordia: “E come siete ricchi in ogni cosa, nella fede, nella parola, nella conoscenza, in ogni zelo e nella carità che vi abbiamo insegnato, così siate larghi anche in quest’opera generosa. Non dico questo per darvi un comando, ma solo per mettere alla prova la sincerità del vostro amore con la premura verso gli altri. Conoscete infatti la grazia del Signore nostro Gesù Cristo: da ricco che era, si è fatto povero per voi, perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà.
Tenete presente questo: chi semina scarsamente, scarsamente raccoglierà e chi semina con larghezza, con larghezza raccoglierà. Ciascuno dia secondo quanto ha deciso nel suo cuore, non con tristezza né per forza, perché Dio ama chi dona con gioia. Del resto, Dio ha potere di far abbondare in voi ogni grazia perché, avendo sempre il necessario in tutto, possiate compiere generosamente tutte le opere di bene. Sta scritto infatti: Ha largheggiato, ha dato ai poveri, la sua giustizia dura in eterno. Colui che dà il seme al seminatore e il pane per il nutrimento, darà e moltiplicherà anche la vostra semente e farà crescere i frutti della vostra giustizia” (2Cor 8,7-9; 9,6-10). Come si perde la propria vita? Facendoci chicchi di grano e ponendoci nelle mani del Padre, perché sia Lui a decidere del nostro corpo, del nostro spirito, della nostra anima. Gesù, sulla terra, è stato sempre chicco che le mani del Padre hanno preso, ponendolo sulle ali dello Spirito Santo, perché fosse Lui a piantarlo sulla croce, facendolo divenire l’albero della nuova vita. Ora in Cristo, ogni membro del suo corpo è chiamato a porsi nelle mani del Padre, perché il Padre lo ponga sulle ali dello Spirito Santo, per essere albero di vita. Morire per divenire alberi di vita è legge universale.
Chi ama padre o madre più di me, non è degno di me; chi ama figlio o figlia più di me, non è degno di me; chi non prende la propria croce e non mi segue, non è degno di me. Chi avrà tenuto per sé la propria vita, la perderà, e chi avrà perduto la propria vita per causa mia, la troverà. Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato. Chi accoglie un profeta perché è un profeta, avrà la ricompensa del profeta, e chi accoglie un giusto perché è un giusto, avrà la ricompensa del giusto. Chi avrà dato da bere anche un solo bicchiere d’acqua fresca a uno di questi piccoli perché è un discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa».
Se il chicco di grano dal contadino è stato affidato alla terra, non è più in suo potere. Se il nostro chicco di grano è stato, in Cristo, con Cristo, per Cristo, consegnato al Padre e il Padre lo ha messo sulle ali dello Spirito Santo, per seminarlo secondo la sua volontà, né padre, né madre, né figlio, né figlia, né fratello, né sorella hanno più potere sulla nostra volontà. Non si è più dagli uomini, ma dallo Spirito Santo. Poiché amare è obbedire, chi obbedisce agli uomini più che a Cristo non può essere suo discepolo. Gli uomini vanno serviti sempre dalla volontà di Cristo, che è volontà del Padre, secondo la mozione dello Spirito Santo. Oggi il cristiano ha invertito le regole dell’obbedienza. Anziché servire gli uomini dalla volontà di Cristo, serve Cristo dalla volontà degli uomini. I risultati sono di vera distruzione di tutto il Vangelo. Poiché il mondo oggi non vuole né Cristo né la sua Legge, né la Chiesa né i suoi sacramenti, né la sana dottrina e neanche la sana moralità, il cristiano si sta conformando alla volontà degli uomini. Il mondo vuole che le Chiese siano ridotte a sala da pranzo e il cristiano le riduce. Se domani il mondo chiederà di fare del tempio del Signore una discoteca, il cristiano ne farà una discoteca, o anche un dormitorio o cose del genere. Ne potrà fare anche una stalla per animali. Obbedire agli uomini costa il rinnegamento del vero Dio.
Madre di Dio, Angeli, Santi, fateci chicchi di grano sulle ali dello Spirito Santo sempre.
Nota: Questo commento al Vangelo è gratuito pertanto l’autore non autorizza un fine diverso dalla gratuità.