Mons. Costantino Di Bruno – Commento al Vangelo del 28 Aprile 2020

Il commento alle letture del 28 Aprile 2020 a cura di  Mons. Costantino Di Bruno, Sacerdote Diocesano dell’Arcidiocesi di Catanzaro–Squillace (CZ).

Io sono il pane della vita

MARTEDÌ 28 APRILE (Gv 6,30-35)

Nell’Antico Testamento il mangiare era spirituale. Si veniva invitati a mangiare la Sapienza e la Parola: “La sapienza si è costruita la sua casa, ha intagliato le sue sette colonne. Ha ucciso il suo bestiame, ha preparato il suo vino e ha imbandito la sua tavola. Ha mandato le sue ancelle a proclamare sui punti più alti della città: «Chi è inesperto venga qui!». A chi è privo di senno ella dice: «Venite, mangiate il mio pane, bevete il vino che io ho preparato. Abbandonate l’inesperienza e vivrete, andate diritti per la via dell’intelligenza»” (Pr 9,1-6). “O voi tutti assetati, venite all’acqua, voi che non avete denaro, venite, comprate e mangiate; venite, comprate senza denaro, senza pagare, vino e latte. Perché spendete denaro per ciò che non è pane, il vostro guadagno per ciò che non sazia? Su, ascoltatemi e mangerete cose buone e gusterete cibi succulenti. Porgete l’orecchio e venite a me, ascoltate e vivrete” (Is 55,1-3). Si mangiava attraverso l’ascolto e si trasformava in vita quanto ascoltato.

Ezechiele è profeta del Signore. A lui il Signore chiede di mangiare il rotolo della sua Parola. Lui mangia il rotolo, trasforma in sua vita la Parola di Dio e come sua vita l’annuncia perché diventi vita del popolo: “Figlio dell’uomo, apri la bocca e mangia ciò che io ti do». Io guardai, ed ecco, una mano tesa verso di me teneva un rotolo. Lo spiegò davanti a me; era scritto da una parte e dall’altra e conteneva lamenti, pianti e guai. Mi disse: «Figlio dell’uomo, mangia ciò che ti sta davanti, mangia questo rotolo, poi va’ e parla alla casa d’Israele». Io aprii la bocca ed egli mi fece mangiare quel rotolo, dicendomi: «Figlio dell’uomo, nutri il tuo ventre e riempi le tue viscere con questo rotolo che ti porgo». Io lo mangiai: fu per la mia bocca dolce come il miele. Poi egli mi disse: «Figlio dell’uomo, va’, rècati alla casa d’Israele e riferisci loro le mie parole. Ecco, io ti do una faccia indurita quanto la loro faccia e una fronte dura quanto la loro fronte. Ho reso la tua fronte come diamante, più dura della selce. Non li temere, non impressionarti davanti a loro; sono una genìa di ribelli». Mi disse ancora: «Figlio dell’uomo, tutte le parole che ti dico ascoltale con gli orecchi e accoglile nel cuore: poi va’, rècati dai deportati, dai figli del tuo popolo, e parla loro. Ascoltino o non ascoltino, dirai: “Così dice il Signore”»” (Ez 2,8-3,11). Anche l’Apostolo Giovanni mangia il libro: “Poi la voce che avevo udito dal cielo mi parlò di nuovo: «Va’, prendi il libro aperto dalla mano dell’angelo che sta in piedi sul mare e sulla terra». Allora mi avvicinai all’angelo e lo pregai di darmi il piccolo libro. Ed egli mi disse: «Prendilo e divoralo; ti riempirà di amarezza le viscere, ma in bocca ti sarà dolce come il miele». Presi quel piccolo libro dalla mano dell’angelo e lo divorai; in bocca lo sentii dolce come il miele, ma come l’ebbi inghiottito ne sentii nelle viscere tutta l’amarezza. Allora mi fu detto: «Devi profetizzare ancora su molti popoli, nazioni, lingue e re»” (Ap 10,8-11). Chi vuole annunziare la Parola di Dio, deve mangiare la Parola che dovrà annunziare. Deve farla sua vita e suo sangue. La stessa cosa vale per ogni discepolo di Cristo Gesù.

In quel tempo, la folla disse a Gesù: «Quale segno tu compi perché vediamo e ti crediamo? Quale opera fai? I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: “Diede loro da mangiare un pane dal cielo”». Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: non è Mosè che vi ha dato il pane dal cielo, ma è il Padre mio che vi dà il pane dal cielo, quello vero. Infatti il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo». Allora gli dissero: «Signore, dacci sempre questo pane». Gesù rispose loro: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!».

Chi vuole far conoscere Cristo Gesù agli uomini deve mangiare Lui Pane di Parola, verità, luce. Deve fare della Parola di Gesù la sola Parola della sua vita. La Parola si mangia spiritualmente. La missione è anche mostrare Lui al vivo. Chi vuole mostrare Gesù al vivo, deve realmente e non solo spiritualmente mangiare Lui, Pane trasformato in carne e Vino trasformato in sangue. Carne e vino reali, mangiare e bere reali. Si mangia Cristo, si vive per Cristo, si mostra Cristo. Non si mangia Cristo realmente, non si mostra Cristo nella sua realtà. Si mangia Lui, per conformarci a Lui. Mentre ci si conforma, si manifesta Lui al vivo. La manifestazione di Lui è via per la fede in Lui.

Madre di Dio, Angeli, Santi, fateci mangiare Cristo in purezza di fede, verità, luce.

Fonte@MonsDiBruno

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