Chi accoglierà questo bambino nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato. Chi infatti è il più piccolo fra tutti voi, questi è grande
I discepoli sono ancora guidati e condotti dalla carne. Ecco come l’Apostolo Paolo rivela questa verità nella Lettera Prima ai Corinzi: “Ma a noi Dio le ha rivelate per mezzo dello Spirito; lo Spirito infatti conosce bene ogni cosa, anche le profondità di Dio. Chi infatti conosce i segreti dell’uomo se non lo spirito dell’uomo che è in lui? Così anche i segreti di Dio nessuno li ha mai conosciuti se non lo Spirito di Dio. Ora, noi non abbiamo ricevuto lo spirito del mondo, ma lo Spirito di Dio per conoscere ciò che Dio ci ha donato. Di queste cose noi parliamo, con parole non suggerite dalla sapienza umana, bensì insegnate dallo Spirito, esprimendo cose spirituali in termini spirituali. Ma l’uomo lasciato alle sue forze non comprende le cose dello Spirito di Dio: esse sono follia per lui e non è capace di intenderle, perché di esse si può giudicare per mezzo dello Spirito.
L’uomo mosso dallo Spirito, invece, giudica ogni cosa, senza poter essere giudicato da nessuno. Infatti chi mai ha conosciuto il pensiero del Signore in modo da poterlo consigliare? Ora, noi abbiamo il pensiero di Cristo. (1Cor 2,1-16). Ancora i discepoli vivono secondo la sapienza di questo mondo. Loro discutono per sapere chi di essi è il più grande nel nuovo regno che Gesù sta per instaurare. Si tratta di una grandezza umana, terrena, di questo mondo: chi sarà il viceré, chi il primo ministro, chi il secondo e così via. Questi erano i loro pensieri in questo momento. Non ne avevano altri. Gesù pensa ed agisce governato dallo Spirito Santo che abita con tutta la sua divina verità nel suo cuore. I discepoli sono senza lo Spirito Santo e il pensiero secondo gli uomini è preponderante in essi, tanto preponderante da impedire loro non solo di comprendere il loro Maestro, ma anche di ascoltarlo. Gesù è nel mondo del Padre. I discepoli sono nel mondo degli uomini. Un abisso li separa.
- Pubblicità -
Gesù non può lasciare che queste discussioni turbino il buon andamento della sua missione. Né può permettere che i discepoli litighino per cose future inesistenti. È questa la bellezza del metodo formativo di Gesù: non lasciare mai che pensieri vani navighino a lungo nella mente dei suoi discepoli. Quando questi pensieri vengono manifestati, Lui subito interviene e riconduce ogni cosa nella più pura e santa verità. Gesù sa quali erano le mire di ciascuno dei suoi discepoli. Conosce il pensiero del loro cuore. È un pensiero di grandezza mondana e terrena. Per questo prende un bambino e se lo pone vicino. Anche questa è grande metodologia formativa di Gesù: partire con esempi concreti, visibili, immediatamente percepibili dalla mente. A volte è giusto evitare le astrazioni. Sono difficili da comprendere. Non comprese, lasciano il cuore senza verità. Un bambino invece è persona concreta, visibile. È una immagine che si imprime nel cuore e nella mente e anche vi resta. Difficilmente scompare. Gesù non parla solo con la Parola. Parla con le immagini, con le similitudini, con le parabole, con i miracoli. Parla con la sua croce e parla con la sua gloriosa risurrezione. Tutta la vita di Gesù è Parola di luce e di vita eterna per l’intera umanità.
Nel regno di Gesù non si governa. Si serve. Come bisogna servire? Come si serve un bambino. Ponendosi a sua totale e completa disposizione. Nel servizio dei bambini i grandi si fanno loro servi. Tutto fanno i grandi per i bambini, specie quando sono assai piccoli. Il bambino è una persona che dipende in tutto dal servizio dei grandi. Senza i grandi i bambini non hanno speranza di futuro. Il loro futuro è il servizio degli adulti. Cosa dovranno fare i grandi nel regno di Gesù, o di Dio? Dovranno mettersi a disposizione dei bambini, li dovranno accogliere nel nome di Cristo Gesù. Nel nome di Cristo Gesù servirli, accudirli, facendosi piccoli con loro e per loro. Chi accoglie un bambino nel nome di Gesù, accoglie Gesù. Chi accoglie Gesù, accoglie colui che lo ha mandato, cioè il Padre dei cieli.
È questa la grandezza del regno di Dio: porsi a totale servizio non di questa o di quell’altra persona, ma di ogni uomo. Differente è però il servizio da prestare. Nel corpo di Cristo Gesù ogni figlio di Dio ha un suo particolare carisma al quale obbedire e una particolare missione e ministero al quale sempre dare ascolto. È questa allora la grandezza nel regno di Dio: farsi persone che sanno accogliere nel nome di Cristo, cioè con la sua verità e la sua carità. Non è grande nel regno di Dio chi governa. È grande chi si fa il più piccolo. Chi si lascia accogliere dagli altri come un bambino. È grande chi dipende in tutto dagli altri. Chi dagli altri si lascia accogliere, amare, servire, accudire.
È evidente che tutti nel regno di Dio possono essere i più piccoli. Tutti possono essere accolti e tutti possono divenire persone che accolgono. Nel regno di Dio non c’è uno solo che è primo e tutti gli altri secondi. Nel regno di Dio tutti possono essere primi, tutti i primi, a condizione che diventino gli ultimi di tutti. Viene così ribaltato il concetto stesso di grandezza: è grande chi è piccolo. È grande chi si lascia servire e accogliere. È grande chi è in basso e non chi sta in alto. È grande chi serve e non chi invece è servito. Nel regno di Dio tutti possono essere grandi, tutti possono essere i primi, perché tutti possono essere gli ultimi, tutti possono essere piccoli.
Hanno compreso i discepoli questo insegnamento? Di certo non lo hanno subito compreso. La verità è stata però scritta nel loro cuore. A suo tempo si ricorderanno e comprenderanno. Gesù scriveva sempre nel cuore dei discepoli la verità. Una volta che la verità è scritta, a suo tempo di sicuro produce ogni frutto di bene e di santità. È questo un metodo altamente efficace. Il missionario di Gesù deve scrivere la verità di Cristo, deve scrivere Cristo Gesù in ogni cuore. Poi sarà lo Spirito Santo a leggere quanto il missionario ha scritto e a renderlo comprensibile. Se il missionario non scrive, lo Spirito Santo non potrà leggere. Più il missionario scrive e più lo Spirito di Dio legge e fa comprendere.
LEGGIAMO IL TESTO DI Lc 9,46-50
Nacque poi una discussione tra loro, chi di loro fosse più grande. Allora Gesù, conoscendo il pensiero del loro cuore, prese un bambino, se lo mise vicino e disse loro: «Chi accoglierà questo bambino nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato. Chi infatti è il più piccolo fra tutti voi, questi è grande». Giovanni prese la parola dicendo: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e glielo abbiamo impedito, perché non ti segue insieme con noi». Ma Gesù gli rispose: «Non lo impedite, perché chi non è contro di voi, è per voi».
Giovanni dice a Gesù ciò che essi avevano fatto, quasi per ricevere un’approvazione, una conferma, una ratifica: “Avete fatto bene!”. I discepoli hanno visto un uomo che scacciava i demòni nel nome di Gesù e glielo hanno impedito. Gli hanno proibito di farlo. Perché glielo hanno impedito? Semplicemente perché non era un discepolo di Gesù. Può uno che non è discepolo di Gesù scacciare i demòni nel nome di Gesù? Cosa dice Gesù a Giovanni? Perché impedire che si faccia il bene nel nome di Gesù? Se uno agisce nel nome di Gesù ed opera il bene di sicuro non è contro di loro. Se non è contro di loro, è per loro. In fondo Gesù dona oggi ai suoi discepoli un grande insegnamento. Occorre sempre fare un sano discernimento: separare il bene dal male. Il male si impedisce, si proibisce. Il bene non si può né impedire né proibire da qualsiasi parte venga. Se uno fa il bene e lo fa nel nome di Gesù mai potrà essere contro gli apostoli, mai potrà essere contro i discepoli del Signore. È per Cristo Gesù e per i discepoli del Signore. Se è per loro, a quale titolo si può proibire di fare il bene? Sol perché non è della cerchia degli Apostoli? Anche questo è un insegnamento per il futuro. Domani gli Apostoli si spargeranno per il mondo. Troveranno persone che faranno il bene, anche nel nome di Gesù, nel nome della verità. Si potrà impedire a costoro che facciano il bene? Mai. Il bene va sempre incoraggiato da qualsiasi parte venga. Anzi è proprio missione dei discepoli incoraggiare il bene. Chi manca di questo sano discernimento provoca grandi disastri spirituali. La Madre di Dio ci aiuti a comprendere le Parole del Figlio suo.
Nota: Questo commento al Vangelo è gratuito pertanto l’autore non autorizza un fine diverso dalla gratuità.