«Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, io vi dico, cercheranno di entrare, ma non ci riusciranno. Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, voi, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: “Signore, aprici!”. Ma egli vi risponderà: “Non so di dove siete”
Sappiamo già dal Capitolo IX del Vangelo secondo Luca che Gesù ha preso la decisione con grande risolutezza di recarsi a Gerusalemme, luogo della sua esaltazione sulla croce. “Io quando sarà innalzato da terra attirerò tutti a me”. Mentre cammina verso Gerusalemme Gesù passa insegnando per città e villaggi. Lui passa e con Lui passa la Parola del Signore, passa la luce, la verità, la volontà del Padre, passa la vita, passano anche segni e prodigi. Gesù è sempre Gesù. Questa la sua verità divina, eterna, umana. È Gesù con se stesso e con il Padre, ma è anche Gesù dinanzi ad ogni uomo. Se ogni discepolo di Gesù fosse sempre discepolo di Gesù, il mondo lo noterebbe.
Mentre Gesù cammina verso Gerusalemme un tale gli chiede: “Signore, sono pochi quelli che si salvano?”. Come si può constatare si tratta di una domanda di pura curiosità. Gesù mai ha risposto per soddisfare la curiosità. Sempre nel Vangelo Lui trasforma ogni domanda di curiosità in una risposta di salvezza per ogni altro uomo. Gesù mai dice una parola vana, una parola senza verità di salvezza e redenzione eterna. Mai una parola di pura curiosità.
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Uno fa la domanda. Gesù dona una risposta che vale per tutti: “Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, io vi dico, cercheranno di entrare, ma non ci riusciranno”. Quelli che si salvano non sono né pochi né molti. Sono tutti quelli che si sforzano di entrare per la porta stretta. Qual è questa porta stretta? È la sua Parola. È il suo Vangelo. Si accoglie il Vangelo, si mette la sua Parola nel cuore, si presta ogni obbedienza, si è salvati. Ma Gesù dice anche una seconda verità. Iniziare con il Vangelo non serve. Bisogna nel Vangelo impegnare tutte le proprie forze. Se tutte le forze non vengono impegnate, si cercherà di entrare, ma senza alcun esisto buono. Una parola chiara va detta: se Gesù dice che ci si deve sforzare di entrare per la porta stretta, se Lui dice che molti non ci riusciranno, perché noi diciamo che tutti domani saremo accolti nelle dimore eterne del Padre?
Su quale fondamento lo diciamo? Non certo sul fondamento di altre Parole sigillate nella Scrittura Santa. Lo diciamo in nostro nome. Ma se lo diciamo in nostro nome è giusto che tutto il mondo lo sappia. Deve saperlo. Gesù ha portato a compimento la Legge del Padre suo e lo dice: “Avete inteso che fu detto agli antichi, ma io vi dico”. Come dall’antica Legge si passa alla nuova e noi sappiamo di essere passati, così è giusto che avvenga oggi. Noi non siamo figli di Abramo, siamo figli della Parola, del Vangelo. Differenza sostanziale. Così chi si è costituito nuovo padre dell’umanità è giusto che lo dica. Gesù ha detto, ma io, suo discepolo vi dico: “l’inferno non esiste. Il Paradiso sarà per tutti”. Gesù ha provato morendo sulla croce la verità di tutta la Parola di Dio. Noi non proviamo né la verità della Parola di Dio e neanche quella di Gesù Signore. Sono parole nostre che con inganno facciamo passare per parole di Dio.
Gesù dice il primo momento della nostra eternità: “Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, voi, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: «Signore, aprici!». Ma egli vi risponderà: «Non so di dove siete»”. Sono parole di Gesù. Sono purissima verità. Realmente Lui ci dirà di non conoscerci. Lui ci risponderà: “Non so di dove siete”. Perché i cristiani oggi non credono più in queste parole? Perché affermano il contrario? La risposta ce la dona Gesù nel Vangelo secondo Matteo: “Voi che siete cattivi non potete dire cose buone, cose vere”. Quando si dice il contrario di ciò che afferma il Vangelo, è segno che il nostro cuore si è corrotto.
Prendete un albero buono, anche il suo frutto sarà buono. Prendete un albero cattivo, anche il suo frutto sarà cattivo: dal frutto infatti si conosce l’albero. Razza di vipere, come potete dire cose buone, voi che siete cattivi? La bocca infatti esprime ciò che dal cuore sovrabbonda. L’uomo buono dal suo buon tesoro trae fuori cose buone, mentre l’uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori cose cattive. Ma io vi dico: di ogni parola vana che gli uomini diranno, dovranno rendere conto nel giorno del giudizio; infatti in base alle tue parole sarai giustificato e in base alle tue parole sarai condannato» (Mt 12,33-37).
LEGGIAMO IL TESTO DI Lc 13,22-30
Passava insegnando per città e villaggi, mentre era in cammino verso Gerusalemme. Un tale gli chiese: «Signore, sono pochi quelli che si salvano?». Disse loro: «Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, io vi dico, cercheranno di entrare, ma non ci riusciranno. Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, voi, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: “Signore, aprici!”. Ma egli vi risponderà: “Non so di dove siete”. Allora comincerete a dire: “Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze”. Ma egli vi dichiarerà: “Voi, non so di dove siete. Allontanatevi da me, voi tutti operatori di ingiustizia!”. Là ci sarà pianto e stridore di denti, quando vedrete Abramo, Isacco e Giacobbe e tutti i profeti nel regno di Dio, voi invece cacciati fuori. Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa nel regno di Dio. Ed ecco, vi sono ultimi che saranno primi, e vi sono primi che saranno ultimi».
Traduciamo queste parole – “Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze” – in: abbiamo mangiato e bevuto il tuo corpo e il tuo sangue. Abbiamo partecipato alla santa Messa. L’abbiamo celebrato. Questo non basta per entrare nella vita eterna. Si entra in Paradiso dimorando nella Parola, vivendo il Vangelo, ascoltando la voce di Cristo Gesù. Seguendo il nostro Maestro sulla via della perfetta obbedienza allo Spirito Santo. San Giacomo mette in guardia i cristiani dal pensare che basti solo ascoltare la Parola. Se si ascolta e non si vive, ognuno illude solo se stesso. La Parola va ascoltata, va messa nel cuore, va meditata, ad essa va data ogni obbedienza.
Alle giustificazioni di quanti bussano, il Padrone dichiarerà loro: “Voi, non so di dove siete. Allontanatevi da me, voi tutti operatori di ingiustizia!”. Perché costoro sono operatori di ingiustizia? Perché non hanno obbedito alla Parola. La Parola è la sola Legge di giustizia dataci da Dio. Se la Parola non è messa in pratica, ad essa non si obbedisce, si è fuori della regola della vera giustizia. Si è operatori di ingiustizia. Ogni disobbedienza alla Parola è ingiustizia. Nel Vangelo secondo Matteo troviamo la stessa verità. Il riferimento alla Parola di Gesù è esplicito. È anche dichiarato che le nostre opere sono buone se sono obbedienza alla sua Parola. Altrimenti Lui non le riterrà opere buone. “Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che vi entrano. Quanto stretta è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e pochi sono quelli che la trovano!”.
Guardatevi dai falsi profeti, che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro sono lupi rapaci! Dai loro frutti li riconoscerete. Si raccoglie forse uva dagli spini, o fichi dai rovi? Così ogni albero buono produce frutti buoni e ogni albero cattivo produce frutti cattivi; un albero buono non può produrre frutti cattivi, né un albero cattivo produrre frutti buoni. Ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco. Dai loro frutti dunque li riconoscerete. La perdizione è possibilità più che reale, più che vera. Questa di Gesù è vera profezia. “Là ci sarà pianto e stridore di denti, quando vedrete Abramo, Isacco e Giacobbe e tutti i profeti nel regno di Dio, voi invece cacciati fuori”. Chi entra nel regno di Dio? Chi ha fatto la volontà di Dio. Oggi per quelli che si perdono responsabile è anche il cristiano che non annuncia più il Vangelo. La Madre di Dio venga in nostro soccorso. Ci liberi da ogni stoltezza e insipienza. Chi non predica il Vangelo pecca di grave peccato di omissione.
Nota: Questo commento al Vangelo è gratuito pertanto l’autore non autorizza un fine diverso dalla gratuità.