Mons. Costantino Di Bruno – Commento al Vangelo del 27 Gennaio 2023

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VENERDÌ 27 GENNAIO – III SETTIMANA T. O. [A]

«Così è il regno di Dio: come un uomo che getta il seme sul terreno; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa. Il terreno produce spontaneamente prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga; e quando il frutto è maturo, subito egli manda la falce, perché è arrivata la mietitura».

Le due parole sul regno di Dio sono cariche di speranza per tutti i seminatori del Vangelo sulla nostra terra. Vi è però una condizione da osservare. Se questa condizione non viene osservata, mai il seme da noi gettato produrrà un solo frutto di vita eterna. Ecco la condizione sia per la prima parabola che per la seconda. Il seme che si getta nel terreno deve essere integro, sano, non divorato all’intero dagli insetti nocivi, con il germe della vita intatto. Se si semina un seme divorato dagli insetti, o un seme frantumato, o spezzato, o non perfettamente integro, da esso mai spunterà lo stelo e mai esso si trasformerà in pianta dai molti frutti. Un contadino va nel suo campo e semina un quintale di buon grano. Di sicuro la raccolta sarà abbondante per lui. Ha seminato del buon grano.

Un altro contadino prima macina il suo quintale di grano e poi va a seminare nei suoi campi la farina. Da questa semina non spunterà neanche un filo d’erba e tutta la sua fatica è inutile e sprecata. Andiamo oggi al cristiano. Cosa lui sta seminando nel campo del mondo e, ahimè, anche nel campo della Chiesa? Non sta seminando neanche della farina, ma solo granelli di sabbia. Sta seminando solo menzogne e falsità. Sta spargendo nei cuori la sabbia del pensiero del mondo facendolo passare come purissima volontà di Dio. Per riuscire in questa opera di distruzione della verità rivelata, sta macinando e riducendo in polvere tutta la Divina Scrittura e poi dona da bere questa polvere alle anime, facendola passare come purissima verità rivelata. Mai la Divina Scrittura macinata e ridotta in polvere potrà portare un solo uomo alla salvezza. Dalla salvezza lo riconduce nel regno delle tenebre e della morte.

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Anche la seconda parabola, quella del granello di senape, è ricca di speranza per noi. Questa volta però il buon seme è il discepolo di Gesù. Se lui è buon seme di Vangelo, buon seme di verità, buon seme di obbedienza, buon seme di fede, buon seme di vera moralità, buon seme di perfetta esemplarità, di certo la sua pianta crescerà e crescendo attrarrà al Vangelo e a Cristo molte altre anime e molti altri cuori. Ecco la regola dell’Apostolo Paolo perché ogni discepolo di Cristo Gesù sia e rimanga sempre buon seme di Vangelo e di fede: “Da parte nostra non diamo motivo di scandalo a nessuno, perché non venga criticato il nostro ministero; ma in ogni cosa ci presentiamo come ministri di Dio con molta fermezza: nelle tribolazioni, nelle necessità, nelle angosce, nelle percosse, nelle prigioni, nei tumulti, nelle fatiche, nelle veglie, nei digiuni; con purezza, con sapienza, con magnanimità, con benevolenza, con spirito di santità, con amore sincero, con parola di verità, con potenza di Dio; con le armi della giustizia a destra e a sinistra; nella gloria e nel disonore, nella cattiva e nella buona fama; come impostori, eppure siamo veritieri; come sconosciuti, eppure notissimi; come moribondi, e invece viviamo; come puniti, ma non uccisi; come afflitti, ma sempre lieti; come poveri, ma capaci di arricchire molti; come gente che non ha nulla e invece possediamo tutto!” (2Cor 6,3-10). Una persona che vive con questi sentimenti nel cuore che sono di purissimo Vangelo, è di sicuro una buona pianta, anzi un’ottima pianta. Per essa molti cuori potranno essere attratti a Cristo Gesù. Ecco dove risiede il segreto della nostra missione evangelizzatrice: nell’essere noi buone piante in Cristo Gesù.

LEGGIAMO IL TESTO DI Mc 4,26-34

Oggi il cristiano non si mostra al mondo buona pianta in Cristo Gesù. Anzi spesso si rivela essere pianta più cattiva delle altre piante a causa della grande immoralità nella quale scorre la sua vita. Quella del cristiano è più che immoralità. Oggi molti sono giunti alla perfetta e totale amoralità. Se uno volesse parlare di immoralità neanche più potrebbe, dal momento che ogni atto oggi si può compiere perché privato della sua intrinseca essenza di bene e di male. Dichiarando ogni atto amorale, tutto si può fare.

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Addirittura ai nostri giorni si è giunti a dichiarare diritto per legge molte immoralità e molti atti intrinsecamente cattivi ed è cattivo intrinsecamente tutto ciò che distrugge la verità eterna ad immagine della quale il Signore nostro Dio ha fatto l’uomo. Ma anche il vero Dio oggi è dichiarato per legge umana non più Signore dell’uomo. L’uomo è signore di se stesso e può governare la sua vita come meglio gli pare. Anche il cristiano segue questa legge. La Madre di Dio ci liberi da questo male.

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