Mons. Costantino Di Bruno – Commento al Vangelo del 27 Dicembre 2022

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MARTEDÌ 27 DICEMBRE – OTTAVA DI NATALE [A]

SAN GIOVANNI EVANGELISTA

Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette.

Il discepolo che Gesù amava, secondo il suo racconto, è il primo che ha creduto nella risurrezione di Gesù. Come lui è giunto a questa fede? Osservando i segni lasciati da Gesù nel sepolcro vuoto. Erano segni di un ordine perfetto. Erano segni che mai avrebbero potuto lasciare ladri e briganti venuti per trafugare il corpo di Cristo Gesù, anche perché dinanzi al sepolcro vi era una postazione di guardia messa a custodia della tomba e nessun ladro, sapendo che le guardie stanno a custodia di un luogo, si dà pena di mettere ordine.

Questo ci deve insegnare una altissima verità. Il Signore ha dato a noi tanta sapienza da osservare ciò che avviene nella storia e da essa dedurre quelle conclusioni che attestano se la nostra fede è vera oppure se essa è falsa. Esaminiamo ora alcuni punti della storia alla luce della sapienza dello Spirito Santo e all’istante sapremo se la nostra fede è vera oppure se essa è falsa.

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Gesù nella Parabola del Seminatore che esce a seminare, dice che tre quarti di semi cadono su terreno non buono. Una parte su terreno buono e produce dove il trenta, dove il sessanta, dove il cento per uno: Egli parlò loro di molte cose con parabole. E disse: «Ecco, il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; germogliò subito, perché il terreno non era profondo, ma quando spuntò il sole, fu bruciata e, non avendo radici, seccò.

Un’altra parte cadde sui rovi, e i rovi crebbero e la soffocarono. Un’altra parte cadde sul terreno buono e diede frutto: il cento, il sessanta, il trenta per uno. Chi ha orecchi, ascolti»” (Mt 13,3-9). Se io lavoro e nessuna mia parola produce un solo vero discepolo di Gesù, allora devo constatare che la parola che io annuncio non è la Parola di Cristo Gesù. Se ieri si dava la Parola di Cristo Gesù e produceva molti veri discepoli, perché oggi non si fanno discepoli? Anzi, perché molti discepoli si allontanano? Perché non si dona la vera Parola di Gesù. Si seminano parole umane e non divine. Parole della terra e non del cielo.

Prendiamo ora un secondo esempio. Gesù dice che il regno dei cieli cresce come il lievito e come un granello di senapa: “Espose loro un’altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un granello di senape, che un uomo prese e seminò nel suo campo. Esso è il più piccolo di tutti i semi ma, una volta cresciuto, è più grande delle altre piante dell’orto e diventa un albero, tanto che gli uccelli del cielo vengono a fare il nido fra i suoi rami». Disse loro un’altra parabola: «Il regno dei cieli è simile al lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina, finché non fu tutta lievitata»” (Mt 13,31-33). Se attorno a me, per la parola che io semino, il regno di Dio non cresce, anzi decresce e diminuisce, allora è segno che non semino la Parola di Cristo Gesù.

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Semino farina. La farina altro non è che grano passato sotto la macina e ridotto in polvere. La farina da me seminata altro non è che la Parola di Dio passata sotto la macina dei miei pensieri. Non vedendo crescere il regno di Dio devo constatare che non semino la vera Parola di Dio. Ma poiché se non semino la vera Parola di Dio, non sono luce di Cristo e neanche sapienza di Cristo, sono un miope, un cieco, un insensato, uno stolto. Sono privo di ogni sapienza che mi permette di leggere secondo verità la mia vita. Se sono cieco progredirò di cecità in cecità e di stoltezza in stoltezza. Sono privo dello Spirito Santo, il solo che mi può dare i suoi occhi perché veda ciò che di errato compio nella mia vita, così da potermi convertire.

LEGGIAMO IL TESTO DI Gv 20,2-8

Quando la nostra razionalità, che è parte essenziale della nostra vita, si eclissa, è il segno che la nostra anima è morta alla grazia e il nostro spirito si è spento alla luce soprannaturale.

Quando sia l’anima e sia lo spirito sono morti in noi, la stoltezza, l’insipienza, l’assenza di razionalità e di ogni sano discernimento si impossessa di noi e ci conduce in ogni falsità e menzogna. Non solo. Ci fanno dichiarare la falsità verità e ci fanno proclamare falsità ogni verità. È quanto sta succedendo ai nostri giorni.

Le Leggi di bene le dichiariamo Leggi che opprimo l’uomo. Le leggi degli uomini che legalizzano ogni misfatto e aprono le porte alla più devastante immoralità le chiamiamo leggi di progresso, di civiltà, di capacità di autodeterminarsi, libertà da ogni relazione dell’uomo da qualsiasi legame con il soprannaturale e con l’eterno, pensati come un frutto della mente degli uomini.

Mai prima si era assistito a tanta stoltezza. La Madre di Dio ci aiuti affinché il nostro spirito torni in vita.

Fonte