«Ipocriti, non è forse vero che, di sabato, ciascuno di voi slega il suo bue o l’asino dalla mangiatoia, per condurlo ad abbeverarsi? E questa figlia di Abramo, che Satana ha tenuto prigioniera per ben diciotto anni, non doveva essere liberata da questo legame nel giorno di sabato?».
Quando viene il giorno di sabato Gesù sa che dovrà mettere in campo tutta la sapienza, l’intelligenza, la verità e la dottrina che sono frutto in Lui dello Spirito Santo, anzi che in Lui è lo stesso Spirito Santo. C’è un mondo ostile alla Verità. L’avversa. La combatte. Non vuole che essa entri in questo mondo. La combatte servendosi della Legge, non però letta nello Spirito Santo, con la sua luce, ma secondo la tradizione degli uomini. In nome dell’uomo si distrugge la Verità. Siamo in giorno di sabato e per di più in una sinagoga, alla presenza cioè di tutto il popolo. Tra il popolo vi sono anche scribi e farisei, che a loro dire sono essi i guardiani della Legge. Sono essi la verità della Legge e la sua luce. Ora di sabato, nella sinagoga, c’è “una donna che uno spirito teneva inferma da diciotto anni; era curva e non riusciva in alcun modo a stare diritta”. Questa donna è prigioniera dello spirito impuro, che fisicamente la rende incapace di relazionarsi con gli uomini. Neanche con se stessa può relazionarsi. È curva. I suoi occhi possono vedere solo la terra. Non vedono la volta celeste e neanche gli uomini. Neanche se stessa può vedere. Satana ci toglie dal mondo della verità e delle giuste relazioni e ci introduce nel mondo della sua falsità e menzogna.
Cosa importante da osservare è questa: chi vede questa donna nella sua prigionia spirituale? Solo Cristo Gesù. Ecco la differenza di essenza, verità, luce che vi è tra Cristo Signore e tutti gli altri. Cristo vede con gli occhi di Dio. Gli altri vedono con gli occhi del peccato. Non solo le realtà della terra, ma anche Cristo è visto con gli occhi del peccato. Gesù vede questa donna con gli occhi dello Spirito Santo, la chiama e le dice: “Donna, sei liberata dalla tua malattia”. Gesù non compie nessuna opera. Non fa nessun lavoro. Non trasgredisce nessuna Legge del Padre suo. Dire ad una donna: “Sei liberata dalla tua malattia”, mai lo si può considerare un lavoro. Tutti i presenti sono nella sinagoga per dire parole e per ascoltare parole. Perché se tutti parlano e non peccano, se parla Gesù pecca? Gesù pecca perché dice una parola efficace, vera. Loro non peccano perché dicono tutti parole vane, stolte, inefficaci. Dicono parole che in apparenza sono di Dio, mentre sono solo parole di uomini e precetti della loro tradizione. Gesù impone le mani sul suo corpo e subito quella si raddrizza e glorifica Dio. Per Gesù non c’è alcun bisogno di imporre le mani sulla donna. A Gesù basta solo la parola. Gesù parla, comanda e quanto dice si compie. Perché allora Gesù impone anche le mani? Non sa che qualcuno potrebbe accusarlo di violazione della Legge? Il miracolo in Gesù è sempre un mezzo per dare al popolo la conoscenza della Verità. Il fine di tutto è il dono della Verità. Ogni miracolo, ogni segno, ogni prodigio è dato perché da esso si giunga a tutta la Verità che è della Persona di Gesù, ma anche del Padre. Mai i miracoli di Gesù sono fine a se stessi o solo opera di carità materiale.
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LEGGIAMO IL TESTO DI Lc 13,10-17
Stava insegnando in una sinagoga in giorno di sabato. C’era là una donna che uno spirito teneva inferma da diciotto anni; era curva e non riusciva in alcun modo a stare diritta. Gesù la vide, la chiamò a sé e le disse: «Donna, sei liberata dalla tua malattia». Impose le mani su di lei e subito quella si raddrizzò e glorificava Dio. Ma il capo della sinagoga, sdegnato perché Gesù aveva operato quella guarigione di sabato, prese la parola e disse alla folla: «Ci sono sei giorni in cui si deve lavorare; in quelli dunque venite a farvi guarire e non in giorno di sabato». Il Signore gli replicò: «Ipocriti, non è forse vero che, di sabato, ciascuno di voi slega il suo bue o l’asino dalla mangiatoia, per condurlo ad abbeverarsi? E questa figlia di Abramo, che Satana ha tenuto prigioniera per ben diciotto anni, non doveva essere liberata da questo legame nel giorno di sabato?». Quando egli diceva queste cose, tutti i suoi avversari si vergognavano, mentre la folla intera esultava per tutte le meraviglie da lui compiute.
Gesù, nello Spirito Santo, conosce il dopo, le reazioni degli uomini ad ogni sua opera. Le conosce, ma compie le opere perché la sua missione è di luce, verità, giustizia, vera santità da insegnare agli uomini. Tutto è in vista della missione. “Ma il capo della sinagoga, sdegnato perché Gesù aveva operato quella guarigione di sabato, prende la parola e dice alla folla: «Ci sono sei giorni in cui si deve lavorare; in quelli dunque venite a farvi guarire e non in giorno di sabato»”. Esaminiamo attentamente le parole del capo della sinagoga. Voi dovete venire a farvi guarire da Gesù negli altri giorni della settimana. Da chi devono lasciarsi guarire? Da lui? Dai farisei? Dagli scribi? Da altri uomini presenti? Solo Cristo guarisce. Nessun altro ha questo potere. Anche se dovessero venire negli altri giorni, verrebbero invano. Nessuno li potrebbe guarire. Se solo Cristo Gesù guarisce e Lui guarisce di sabato è segno che può farlo. Perché può farlo? Perché la vera guarigione, il vero miracolo sono sempre opera di Dio in Cristo. Se il Padre opera in Cristo, se il Padre dice che la guarigione può essere data, si può dire a Cristo di non darla? Dio è il solo vero interprete di Dio. Dio è il solo Datore della Legge e il solo interprete. Se Dio opera per Cristo, allora non vi è alcuna trasgressione della Legge. È Dio la Legge. Dio sempre obbedisce alla sua Legge.
Gesù non risponde con alta, elevata, fine spiegazione teologica. Non avrebbero compreso nulla. Usa il loro stesso modo di agire e di operare. La Sapienza eterna conosce ogni linguaggio e sempre si serve di quello giusto, efficace. “Ipocriti, non è forse vero che, di sabato, ciascuno di voi slega il suo bue o l’asino dalla mangiatoia, per condurlo ad abbeverarsi?”. Questa è un’opera. Nessuno può negare questa verità. Quindi voi lavorate anche di sabato. Voi non aspettate gli altri sei giorni per dare da bere e da mangiare ai vostri animali. Li sciogliete, li conducete all’abbeveratoio, poi li riconducete e li legate nuovamente. Di questo lavoro nessuno di voi si scandalizza. Non solo. Nessuno mai è intervenuto per imporre la Legge, naturalmente contro la Legge. Perché la Legge vieta di aggiogare gli animali, non di scioglierli. La Legge vieta di tenere questa donna aggiogata, non di scioglierla.
Ora Gesù può applicare alla sua azione il principio posto. “E questa figlia di Abramo, che Satana ha tenuto prigioniera per ben diciotto anni, non doveva essere liberata da questo legame nel giorno di sabato?”. Sviluppiamo il ragionamento: cosa ha questa donna meno di un bue, di un asino, di altro animale? Se non volete trattarla come figlia di Abramo, almeno trattatela come trattate i vostri animali. Se questa regola fosse applicata! Se noi oggi trattassimo i bambini che vivono nell’assoluta povertà, affamati, bisognosi di ogni cura, come trattiamo gli animali, il mondo farebbe progressi di civiltà che lo trasporterebbe in un anno luce di differenza antropologica. Questa purissima luce rivela quanto stolta è la nostra mente e angusto il nostro cuore. Ma ci dice anche che tutto questo è frutto della non permanenza nella Legge. La sapienza è la Legge ed è nella Legge, non è nei nostri pensieri.
Ora annota lo Spirito Santo per mezzo dell’Agiografo: “Quando egli diceva queste cose, tutti i suoi avversari si vergognavano, mentre la folla intera esultava per tutte le meraviglie da lui compiute”. Osserviamo bene. La folla non fa disquisizione su bene, vero, giusto, ingiusto a livello di pensiero. Vede il bene e dice che è bene. Vede il bello e dice che è bello. Vede cose meravigliose e loda Dio per le meraviglie che Lui compie per Cristo Gesù. Perché i suoi avversari si vergognano? Perché vengono smentiti nella loro dottrina. Essa è dichiarata da Gesù contradditoria. Anzi più che contraddittoria. Nega agli uomini quei diritti che essa concede agli animali. Questo significa che l’animale ha un valore più grande di un uomo. Mentre Dio ci ha insegnato con la morte in croce di Cristo Gesù che l’uomo ha un valore eterno, divino. Per la sua salvezza Gesù si è lasciato crocifiggere. Madre di Dio, aiutaci a comprendere secondo verità.
Nota: Questo commento al Vangelo è gratuito pertanto l’autore non autorizza un fine diverso dalla gratuità.