Mons. Costantino Di Bruno – Commento al Vangelo del 25 Novembre 2021

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Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e gloria. Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina

Ora Gesù dona un segno perché ognuno sappia quando sarà la fine immediata di Gerusalemme. Sapendolo, potrà mettere in salvo la sua vita. Il segno è questo: Gerusalemme sarà devastata quando la si vedrà circondata da eserciti. In altre parole: quando si vedrà Gerusalemme assediata, allora che nessuno pensi che resisterà all’assedio. Essa capitolerà, precipiterà, sarà devastata. La sua rovina è imminente, prossima. Come si può constatare la salvezza viene dalla fuga, dallo stare lontano dalla città. Più si è lontani dalla città e più possibilità di salvezza si possono avere. Questo però può avvenire solo se si crede nella verità della Parola di  Gesù. La si crede, la si realizza, la si ascolta, la si segue. Chi però non crede non ha alcuna possibilità di salvezza. Non ha alcuna possibilità di salvezza perché la rovina di Gerusalemme è imminente.  La fede è la sola via che consente che uno possa salvarsi dalla catastrofe ormai imminente, prossima, vicina. Con queste parole Gesù si rivela come vero profeta. In queste parole Egli pone la credibilità del suo essere non un profeta, ma il profeta che deve venire. La credibilità di Gesù è in questo evento storico. Questo evento storico si è compiuto alla lettera, Gesù è vero profeta di Dio, è il profeta promesso da Dio.

La fine del tempio e di Gerusalemme è stata scritta. Essa dovrà compiersi così come è stata scritta. Saranno giorni di vendetta, cioè di somma giustizia. Cosa è infatti la vendetta in Dio se non l’attuazione della sua giustizia? Ma cosa è la giustizia in Dio? È il compimento di ogni parola proferita sia in bene che in male. Facciamo un esempio: Gesù ha detto che Gerusalemme sarà distrutta non appena sarà circondata da eserciti. Quanti vedranno gli eserciti avanzare e non crederanno in questa parole di Gesù, saranno uccisi in Gerusalemme, ma colpa è da ascriversi unicamente alla loro non fede nella Parola di Gesù. È la non fede che li uccide, come è la non fede che porta Gerusalemme alla rovina e alla devastazione. È questa la vendetta di Dio. Il compimento di ogni parola di minaccia contro l’uomo. Il compimento della parola di bene, perché creduta, è anch’esso giustizia, ma non vedetta. È grande misericordia da parte di Dio. Oggi è proprio questa verità che si è smarrita nella Chiesa una, santa, cattolica, apostolica. Non si comprende più che la giustizia e la misericordia sono la stessa cosa: l’attuazione di ogni Parola di Dio nella storia e nell’eternità. Dio dona la sua parola sempre per misericordia, pietà, compassione, carità, amore di salvezza verso l’uomo. Dio però compie sempre la sua parola per giustizia, per fedeltà ad essa. Dio rimane fedele in eterno alla sua Parola. La Parola è se stesso. Dio non può non rimanere fedele a se stesso.  Questa fedeltà spaventa l’uomo, ma essa rimane stabile in eterno. Mai Dio potrà divenire infedele a se stesso. Sarebbe dichiararsi non Dio, non Verità, non Giustizia, non Pietà, non Misericordia, non Perdono, non Santità.  Quando cesserà per i Giudei il giorno della vendetta, o della giustizia di Dio? Il giorno in cui si convertiranno a Cristo Gesù, il giorno in cui lo accoglieranno come loro Salvatore, Redentore, Maestro, Dio, Liberatore.

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LEGGIAMO IL TESTO DI Lc 20,20-28

Quando vedrete Gerusalemme circondata da eserciti, allora sappiate che la sua devastazione è vicina. Allora coloro che si trovano nella Giudea fuggano verso i monti, coloro che sono dentro la città se ne allontanino, e quelli che stanno in campagna non tornino in città; quelli infatti saranno giorni di vendetta, affinché tutto ciò che è stato scritto si compia. In quei giorni guai alle donne che sono incinte e a quelle che allattano, perché vi sarà grande calamità nel paese e ira contro questo popolo. Cadranno a fil di spada e saranno condotti prigionieri in tutte le nazioni; Gerusalemme sarà calpestata dai pagani finché i tempi dei pagani non siano compiuti. Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e gloria. Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina».

Le donne – quella incinte e quelle che allattano – sono esposte al pericolo della morte dal momento che la loro fuga sarà assai rallentata, ritardata dalla loro condizione fisica. In quei giorni non ci sarà pietà per nessuno. Nessuno sarà trattato con riguardo. Nessuno sarà visto con occhio benevolo. Verso nessuno ci sarà rispetto. Ci sarà in quei giorni un solo desiderio da parte degli invasori: distruggere, radere al suolo, uccidere tutti, non lasciare pietra su pietra. Per questo vi sarà grande calamità nel paese e ira contro il popolo dei Giudei. Le Parole di Gesù sono di una chiarezza divina: non c’è posto per la vita in Gerusalemme in quei tempi. Nella città ci sarà solo la morte che avanzerà e porterà tutti con sé. Nulla rimarrà in piedi in Gerusalemme in quei giorni. Tutto sarà devastato, abbattuto. Chi non crederà, rimarrà nella città della morte, perirà. La moglie di Lot si attardò a contemplare la visione della città in fiamme e le fiamme raggiunsero anche lei e la resero una statua di sale. Chi crede, fugge, si salva. Chi non crede, resta e la devastazione si abbatte su di lui.

Quanti non saranno uccisi di spada in Gerusalemme saranno fatti prigionieri e condotti in tutte le nazioni. È questa la grande diaspora.  Qual è il fine di questa diaspora? Attestare al mondo intero che la Parola di Gesù è la sola vera. Se la Parola di Gesù è la sola vera, Gesù è il vero Profeta del Dio vivente. Raccontando la sua storia il Giudeo ad un pagano, il pagano viene a trovarsi dinanzi alla verità della Parola di Gesù. Se vuole, può aprirsi alla fede ed entrare nella salvezza promessa a  tutti i popoli. Quando saranno compiuti i tempi dei pagani? Anche questo è un mistero riservato solo alla scienza dell’Altissimo. Anche il male ha i suoi giorni contati. Finiti i suoi giorni, anche esso finisce e con esso finiscono coloro che ne erano gli autori materiali. Questo significa che nessuno potrà mai pensare di essere il Signore assoluto della storia. Dio permette che certe cose avvengano. Ma non perché avvengano, l’uomo si deve sentire padrone della storia e del mondo. Anche per lui verrà il tempo della fine ed allora dovrà rendere conto a Dio di ogni azione da lui compiuta sia in bene che in male. Non è in potere dell’uomo combattere il male. Il male ha un suo ciclo vitale: nasce, cresce, decresce, muore, si estingue. Quando il ciclo vitale del male sarà compiuto, il male finisce come finisce ogni altro essere vivente. Il male lo si può combattere in un solo modo: non permettendo mai che governi la nostra vita. Questo non governo richiede sovente il martirio. L’uomo che vuole combattere il male si consegna al martirio nel suo corpo vince il male per sempre.

Quanto Gesù rivela, annunzia, insegna, predica si compirà anche nel rispetto delle virgole e dei punti. Nessuna sua parola rimarrà incompiuta o resterà solo parola. Gli uomini immaginano, sognano, inventano, fantasticano, deducono, argomentano, sviluppano pensieri e idee. Gesù non fa nulla di tutto questo. Lui vede e rivela. Vede e narra. Vede e racconta. Vede e insegna secondo quanto ha veduto. Cosa vede Gesù? Vede il tempo dal suo primo inizio fino all’ultimo istante del suo evolversi. Vede l’eternità dal principio senza principio sino alla fine senza fine. Vede il cuore del Padre e dello Spirito Santo. Vede il visibile e l’invisibile dell’uomo e di quanto accade nell’universo. Vede il presente e il futuro, l’oggi e il domani. Vede ciò che è manifesto e ciò che è nascosto. Vede i pensieri e le intenzioni di ogni cuore. Lui non dice ciò che accadrà. Vede ciò che accadrà e lo dice. Storia ed eternità sono per lui come una pellicola già srotolata. Lui la conosce dal principio alla fine. Noi vediamo solo il fotogramma dell’istante. Gesù conosce tutti i fotogrammi e li dice nel linguaggio particolare della profezia. Il profeta vede e narra ciò che ha visto. Il profeta non immagina, vede. Non deduce, vede. Non argomenta, vede. Lui vede, narra, racconta. La Madre di Dio ci faccia di vera fede.

Fonte@MonsDiBruno

Nota: Questo commento al Vangelo è gratuito pertanto l’autore non autorizza un fine diverso dalla gratuità.