Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. Tutti coloro che le udivano, le custodivano in cuor loro, dicendo: «Che sarà mai questo bambino?». E davvero la mano del Signore era con lui.
Leggi il brano del Vangelo di † Lc 1, 57-66.80
Così Gesù loda il Padre suo: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo. Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero» (Mt 11,25-30).
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I dotti e i sapienti non ricevono la rivelazione del Padre nostro celeste, non perché il Padre non voglia manifestarsi ad essi, ma perché dotti e sapienti hanno eletto la loro mente ad unica fonte di sapienza e di dottrina. Ma noi sappiamo che la mente dell’uomo dinanzi agli oceani infiniti ed eterni della divina sapienza non è paragonabile neanche ad una goccia d’acqua. I piccoli invece sono coloro che sanno la vanità della loro scienza e della loro dottrina e chiedono umilmente al Signore che li illumini con il suo mistero che è oltre ogni mente creata. Oggi noi non abbiamo eletto la nostra mente, il nostro cuore, i nostri desideri a metro per valutare ciò che anche nella Scrittura viene da Dio? Tutto ciò che non entra nel nostro metro viene scartato e detto non proveniente da Dio. Al posto della celeste verità con maliziosa scienza e tendenziosa dottrina inseriamo i nostri pensieri e li dichiariamo pensieri e dottrina di Dio.
Nasce Giovanni il Battista in un modo umanamente impossibile. Giovanni è vero dono di Dio agli uomini. La gente semplice, umile, vede quanto sta accadendo sotto i suoi occhi. Sa che non è un evento naturale: “Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. Tutti coloro che le udivano, le custodivano in cuor loro, dicendo: «Che sarà mai questo bambino?»”.
Quando il Signore scende dal cielo ed entra con potenza nella nostra storia, scende perché vuole realizzare un suo mistero di salvezza. Gli uomini semplici, umili, non artefatti, non superbi, non gonfi d’orgoglio per la loro vana scienza e dottrina, vedono Dio che scende con potenza nella storia, ma non conoscono quale mistero Lui voglia realizzare. Ecco il perché della domanda: “Che sarà mai questo bambino”. Nei cuori di questi uomini semplici c’è la certezza che Giovanni è stato dato agli uomini per portare a compimento una grande opera di Dio. Quale sarà questa opera? Si deve attendere che lui cresca e si ponga interamente al servizio del Signore che lo ha chiamato all’esistenza e lo ha colmato del suo Santo Spirito fin dal grembo della madre: “E davvero la mano del Signore era con lui. Il bambino cresceva e si fortificava nello spirito”.
L’opera che lo Spirito compie in un uomo nel quale Lui è presente e con il quale cammina, è sempre visibile. Ma chi vede l’opera dello Spirito? Solo chi è semplice e puro di cuore, umile e mite. Solo chi cerca il Signore senza malizia e senza perversione. Chi invece si vende la coscienza al male, al peccato, alla stoltezza, alla superbia, avrà occhi ma nulla vedrà. Avrà anche orecchi, ma nulla sentirà. Avrà anche mente, ma nulla comprenderà. Avrà cuore ma esso è più duro di una pietra. Si compie per lui la profezia di Isaia: «Va’ e riferisci a questo popolo: “Ascoltate pure, ma non comprenderete, osservate pure, ma non conoscerete”. Rendi insensibile il cuore di questo popolo, rendilo duro d’orecchio e acceca i suoi occhi, e non veda con gli occhi né oda con gli orecchi né comprenda con il cuore né si converta in modo da essere guarito» (Is 6,9-10). Non è il Signore che rende duro d’orecchio il superbo e il dotto. Sono superbi e dotti che hanno chiuso ermeticamente la porta del loro cuore, impedendo al Signore di entrare in esso. Dio bussa alla porta. Non la sfonda. Lui entra se la porta gli viene aperta. Se la porta rimane chiusa, lui passa oltre.
Ecco due testimonianze rese da Gesù a Giovanni il Battista: “Voi avete inviato dei messaggeri a Giovanni ed egli ha dato testimonianza alla verità. Io non ricevo testimonianza da un uomo; ma vi dico queste cose perché siate salvati. Egli era la lampada che arde e risplende, e voi solo per un momento avete voluto rallegrarvi alla sua luce (Gv 5,33-35). Ebbene, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, io vi dico, anzi, più che un profeta. Egli è colui del quale sta scritto: Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero, davanti a te egli preparerà la tua via. In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui (Mt 11,9-11). Dinanzi ad una così alta testimonianza cosa dicono sapienti e dotti del tempo di Gesù? Che lui è un indemoniato: “È venuto Giovanni, che non mangia e non beve, e dicono: “È indemoniato”. È venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e dicono: “Ecco, è un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori”. Ma la sapienza è stata riconosciuta giusta per le opere che essa compie» (Mt 11,18-19). È questo un giudizio dalla carne, cioè dal peccato. Mai un giudizio sarà secondo lo Spirito se contraddice anche in un solo apice la verità dello Spirito Santo. Giovanni è interamente governato e mosso dallo Spirito del Signore. Lui non è mosso dal suo cuore o dai suoi pensieri, dai suoi vizi o dalle trasgressioni della Legge del Signore. Lui così come è nello Spirito Santo così è anche nella volontà del suo Signore e Dio.
LEGGIAMO IL TESTO DI Lc 1,57-66.80
Per Elisabetta intanto si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva manifestato in lei la sua grande misericordia, e si rallegravano con lei. Otto giorni dopo vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo con il nome di suo padre, Zaccaria. Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni». Le dissero: «Non c’è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome». Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati. All’istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio. Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. Tutti coloro che le udivano, le custodivano in cuor loro, dicendo: «Che sarà mai questo bambino?». E davvero la mano del Signore era con lui. Il bambino cresceva e si fortificava nello spirito. Visse in regioni deserte fino al giorno della sua manifestazione a Israele.
Gesù chiede a noi: “Non giudicate secondo le apparenze; giudicate con giusto giudizio!» (Gv 7,24). Per giudicare con giusto giudizio sempre si deve vedere con gli occhi dello Spirito Santo e comprendere gli eventi con l’intelligenza dello Spirito del Signore. Chi è dalla carne, dal peccato, dal vizio, dalla trasgressione della Legge del Signore mai potrà giudicare con giusto giudizio. È privo dello Spirito Santo. Le opere dello Spirito di Dio solo con lo Spirito di Dio si possono giudicare. Se si è senza lo Spirito di Dio, sempre si giudicherà dalla carne e dalla vendita della nostra coscienza, intelligenza, scienza e dottrina al male e al peccato.
Gesù è stato giudicato dalla carne secondo i pensieri della carne ed è stato crocifisso. Giovanni il Battista è stato giudicato dalla lussuria, immoralità, malvagità, cattiveria di una donna ed è stato decapitato. Sia però Giovanni che Cristo Gesù sono stati poi giudicati dallo Spirito Santo e rivestiti di gloria eterna. Sempre quando la carne giudica lo Spirito, lo condannerà al decapitazione, alla crocifissione, alla derisione, al ludibrio.
Madre di Dio, trafitta nell’anima dalla spada della carne che ha giudicato il Figlio tuo, dacci ogni forza per vivere nello Spirito il giudizio della carne.
Nota: Questo commento al Vangelo è gratuito pertanto l’autore non autorizza un fine diverso dalla gratuità.