Se non il segno di Giona
MERCOLEDÌ 24 FEBBRAIO (Lc 11,29-32)
È detto nella Scrittura Santa che, dopo aver ricevuto dal Signore il comando di recarsi in Ninive a proclamare che la loro malvagità era giunta fino a Lui, Giona si rifiuta di obbedire e fugge lontano dal Signore a bordo di una nave. Una grande tempesta si abbatte sul mare e Giona confessa di essere lui la causa di un così grande male. Così prosegue il racconto: “I marinai gli dissero: «Che cosa dobbiamo fare di te perché si calmi il mare, che è contro di noi?». Infatti il mare infuriava sempre più. Egli disse loro: «Prendetemi e gettatemi in mare e si calmerà il mare che ora è contro di voi, perché io so che questa grande tempesta vi ha colto per causa mia». Quegli uomini cercavano a forza di remi di raggiungere la spiaggia, ma non ci riuscivano, perché il mare andava sempre più infuriandosi contro di loro. Allora implorarono il Signore e dissero: «Signore, fa’ che noi non periamo a causa della vita di quest’uomo e non imputarci il sangue innocente, poiché tu, Signore, agisci secondo il tuo volere». Presero Giona e lo gettarono in mare e il mare placò la sua furia. Quegli uomini ebbero un grande timore del Signore, offrirono sacrifici al Signore e gli fecero promesse.
Ma il Signore dispose che un grosso pesce inghiottisse Giona; Giona restò nel ventre del pesce tre giorni e tre notti. Dal ventre del pesce Giona pregò il Signore, suo Dio, e disse: «Nella mia angoscia ho invocato il Signore ed egli mi ha risposto; dal profondo degli inferi ho gridato e tu hai ascoltato la mia voce. Mi hai gettato nell’abisso, nel cuore del mare, e le correnti mi hanno circondato; tutti i tuoi flutti e le tue onde sopra di me sono passati. Io dicevo: “Sono scacciato lontano dai tuoi occhi; eppure tornerò a guardare il tuo santo tempio”. Le acque mi hanno sommerso fino alla gola, l’abisso mi ha avvolto, l’alga si è avvinta al mio capo. Sono sceso alle radici dei monti, la terra ha chiuso le sue spranghe dietro a me per sempre. Ma tu hai fatto risalire dalla fossa la mia vita, Signore, mio Dio. Quando in me sentivo venir meno la vita, ho ricordato il Signore. La mia preghiera è giunta fino a te, fino al tuo santo tempio. Quelli che servono idoli falsi abbandonano il loro amore. Ma io con voce di lode offrirò a te un sacrificio e adempirò il voto che ho fatto; la salvezza viene dal Signore». E il Signore parlò al pesce ed esso rigettò Giona sulla spiaggia” (Gio 1,11-2,11). Come Giona rimane tre giorni e tre notti nel ventre del pesce, Gesù rimarrà tre giorni e tre notti nel grembo della morte. Poi risorgerà e sarà il segno della verità di ogni suo insegnamento. Nessuno esce dal ventre di un pesce e nessuno dal ventre della morte.
In quel tempo, mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire: «Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona. Poiché, come Giona fu un segno per quelli di Nìnive, così anche il Figlio dell’uomo lo sarà per questa generazione. Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro gli uomini di questa generazione e li condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone. Nel giorno del giudizio, gli abitanti di Nìnive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona».
Ma vi è un altro segno che va messo in luce. Giona in Ninive non fece alcun segno. Disse solo pochissime parole: “Ancora quaranta giorni e Ninive sarà distrutta”. A queste parole tutta la città si è convertita. Neanche Salomone fece segni. La regina di Saba venne per ascoltare la sua sapienza. Gesù è più che Giona ed è più che Salomone. Gesù si è rivelato come vero uomo di Dio con segni, miracoli e prodigi mai visti o ascoltati prima. Gesù è la Sapienza Eterna fattasi carne. Giona e Salomone sono come la fiammella di uno stoppino quando l’olio sta ormai per esaurirsi dinanzi alla Luce divina, eterna, increata che è Gesù Signore. Eppure dinanzi a tanta sapienza e a tanti miracoli, il popolo rimase sordo, insensibile. Vuole i miracoli, ma non la conversione. Chiede la salvezza del corpo, ma non dell’anima e dello spirito.
Madre della Redenzione, Angeli, Santi, otteneteci la perfetta conversione al Vangelo.
Nota: Questo commento al Vangelo è gratuito pertanto l’autore non autorizza un fine diverso dalla gratuità.