Mons. Costantino Di Bruno – Commento al Vangelo del 24 Dicembre 2022

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SABATO 24 DICEMBRE – QUARTA SETTIMANA DI AVVENTO [A]

E tu, bambino, sarai chiamato profeta dell’Altissimo perché andrai innanzi al Signore a preparargli le strade, per dare al suo popolo la conoscenza della salvezza nella remissione dei suoi peccati.

Per entrare nella verità del Cantico di Zaccaria dobbiamo necessariamente rileggere quanto l’Angelo Gabriele gli ha rivelato nel tempio: «Non temere, Zaccaria, la tua preghiera è stata esaudita e tua moglie Elisabetta ti darà un figlio, e tu lo chiamerai Giovanni. Avrai gioia ed esultanza, e molti si rallegreranno della sua nascita, perché egli sarà grande davanti al Signore; non berrà vino né bevande inebrianti, sarà colmato di Spirito Santo fin dal seno di sua madre e ricondurrà molti figli d’Israele al Signore loro Dio.

Egli camminerà innanzi a lui con lo spirito e la potenza di Elia, per ricondurre i cuori dei padri verso i figli e i ribelli alla saggezza dei giusti e preparare al Signore un popolo ben disposto» (Lc 1,8-17). Il Signore ha deciso di mandare il suo Messia, il suo Salvatore, il suo Redentore. Il Signore ha preparato una Salvezza potente per il suo popolo. Giovanni, suo figlio, pieno di Spirito Santo, dovrà andare innanzi al Signore che viene per la salvezza del suo popolo a preparargli la strada. Dovrà predicare la conversione perché il popolo divenga ben disposto ad accogliere il Signore che sta venendo con la sua salvezza.

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Dio ha mandato il suo Salvatore potente per misericordia, per pietà, per compassione verso l’uomo creato a sua immagine e somiglianza. In questo invio ha mostrato tutta la sua tenerezza, la sua bontà, la sua ricchezza di cuore e di mente. Non c’è salvezza più potente di questa, perché non c’è Redentore più grande del Figlio suo. Chi è infatti il Redentore e chi è il Salvatore? È il Figlio Unigenito del Padre che per opera dello Spirito Santo si è fatto carne nel seno della Vergine Maria. Questo ha anche confessato Elisabetta nello Spirito Santo: “A che debbo che la Madre del mio Signore, la Madre del mio Dio, venga a me?”.

Chi le sta di fronte non è la madre di un uomo, anche se grande, anche se il Messia di Dio. Chi è dinanzi ad Elisabetta è la Madre di Dio. Il frutto che porta nel grembo è il Verbo Eterno, il Figlio Unigenito del Padre. Tanto grande è la misericordia e la tenerezza del Padre. Per salvare il servo ha mandato il Figlio suo. Per salvare lo schiavo ha sacrificato il suo Creatore.

LEGGIAMO IL TESTO DI Lc 1,67-79

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Zaccaria canta in questo suo inno di lode la fedeltà del Signore ad ogni sua Parola. Lui ha deciso di dare compimento ad ogni sua profezia, ad iniziare dalla profezia proferita nel giardino dell’Eden al serpente e fino all’ultima proferita dall’ultimo profeta dell’Antico Testamento. Non c’è parola del Padre che non si compia in Cristo Gesù, nel suo Figlio unigenito. L’adempimento di ogni profezia non è certo per merito dell’uomo, ma grazie alla bontà, alla misericordia, alla tenerezza, all’amore eterno con il quale il Signore ha stabilito di amare l’uomo.

La salvezza che Cristo Gesù viene a portarci è vera creazione dell’uomo nuovo. Essa è uscita per natura dal mondo delle tenebre e per natura è entrata nel regno della luce. Gesù viene per distruggere la nostra natura di tenebre e di peccato e creare la nuova natura di luce, di verità, di giustizia, di pace, nel perdono e nella remissione dei peccati. Se non partiamo dalla nuova creazione che viene operata nella nostra natura, nulla comprendiamo della redenzione e della salvezza che Cristo Signore è venuto a portare sulla nostra terra.

Gesù non è venuto per illuminare una natura vecchia, natura di peccato, di tenebre, di cattiveria, di stoltezza, di malvagità. Lui è venuto per creare la nuova natura di luce, facendola divenire in Lui, per opera dello Spirito Santo, partecipe della natura divina. Questo è il grande prodigio che si compie per Cristo, in Cristo, con Cristo, ad opera del suo Santo Spirito. Quale è la missione di Giovanni il Battista? Andare dinanzi al Signore a preparare i cuori perché accolgano il Messia, vero Dono del Padre, per la salvezza di ogni uomo.

La nuova creazione è per la fede in Cristo. Se in Cristo non si crede, l’uomo rimarrà in eterno nella sua natura di peccato e da natura di peccato continuerà a produrre frutti di morte. Una natura di tenebra non può produrre luce e una natura di morte non può generare vita. È questo il gravissimo errore in cui è caduto il discepolo di Gesù: pensare che una natura di morte possa produrre vita e una natura di peccato possa generare luce. Se il cristiano non risorge da questa stoltezza di morte e non entra lui per primo nella purissima verità di Cristo, lui tenebra è e tenebra diffonde. Lui morte è e morte dona.

Non può dare luce chi è nelle tenebre e vita chi è nella morte. Questo oggi il cristiano deve sapere e per questo è necessario che risorga dalle sue tenebre e dalla sua morte. Madre di Dio, facci di vera fede nel Figlio tuo.

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