Salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo
LUNEDÌ 24 AGOSTO (Gv 1,45-51)
Gesù è la vera scala vista da Giacobbe nella notte. Tutto il cielo per Lui si riversa sulla terra e tutta la terra per Lui sale fino al cielo, raggiungendo il trono di Dio: “Giacobbe partì da Bersabea e si diresse verso Carran. Capitò così in un luogo, dove passò la notte, perché il sole era tramontato; prese là una pietra, se la pose come guanciale e si coricò in quel luogo. Fece un sogno: una scala poggiava sulla terra, mentre la sua cima raggiungeva il cielo; ed ecco, gli angeli di Dio salivano e scendevano su di essa. Ecco, il Signore gli stava davanti e disse: «Io sono il Signore, il Dio di Abramo, tuo padre, e il Dio di Isacco. A te e alla tua discendenza darò la terra sulla quale sei coricato. La tua discendenza sarà innumerevole come la polvere della terra; perciò ti espanderai a occidente e a oriente, a settentrione e a mezzogiorno. E si diranno benedette, in te e nella tua discendenza, tutte le famiglie della terra. Ecco, io sono con te e ti proteggerò dovunque tu andrai; poi ti farò ritornare in questa terra, perché non ti abbandonerò senza aver fatto tutto quello che ti ho detto». Giacobbe si svegliò dal sonno e disse: «Certo, il Signore è in questo luogo e io non lo sapevo».
Ebbe timore e disse: «Quanto è terribile questo luogo! Questa è proprio la casa di Dio, questa è la porta del cielo». La mattina Giacobbe si alzò, prese la pietra che si era posta come guanciale, la eresse come una stele e versò olio sulla sua sommità. E chiamò quel luogo Betel, mentre prima di allora la città si chiamava Luz. Giacobbe fece questo voto: «Se Dio sarà con me e mi proteggerà in questo viaggio che sto facendo e mi darà pane da mangiare e vesti per coprirmi, se ritornerò sano e salvo alla casa di mio padre, il Signore sarà il mio Dio. Questa pietra, che io ho eretto come stele, sarà una casa di Dio; di quanto mi darai, io ti offrirò la decima»” (Gen 28,10-22). Se Gesù è la scala di collegamento tra cielo e terra, tra Dio e l’uomo, se noi lo priviamo di questa sua mediazione universale, che è di creazione, redenzione, giustificazione, salvezza, santificazione, vera umanizzazione di ogni uomo, all’istante veniamo privati di ogni grazia, verità, luce, vita eterna. Ci sprofondiamo solo nelle nostre tenebre che sono idolatria e immoralità. Non abbiamo altre vie di salvezza. Oggi sono molti i cristiani che applaudiscono ed esaltano il Dio unico. Ma questo Dio è una invenzione della nostra stoltezza e insipienza. Si priva Cristo della sua verità e la si dona ad un essere inesistente, ad un essere che esiste solo nella fantasia e nell’immaginazione dei cristiani che hanno abbandonato la gloria del loro signore per adorare un “bue che mangia fieno”. Passare dal Dio Signore a un bue che mangia fieno è somma stoltezza.
Filippo trovò Natanaele e gli disse: «Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè, nella Legge, e i Profeti: Gesù, il figlio di Giuseppe, di Nàzaret». Natanaele gli disse: «Da Nàzaret può venire qualcosa di buono?». Filippo gli rispose: «Vieni e vedi». Gesù intanto, visto Natanaele che gli veniva incontro, disse di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità». Natanaele gli domandò: «Come mi conosci?». Gli rispose Gesù: «Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto l’albero di fichi». Gli replicò Natanaele: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!». Gli rispose Gesù: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto l’albero di fichi, tu credi? Vedrai cose più grandi di queste!». Poi gli disse: «In verità, in verità io vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo».
Possiamo applicare a noi la Parola di Dio detta dal profeta: “Neppure i sacerdoti si domandarono: “Dov’è il Signore?”. Gli esperti nella legge non mi hanno conosciuto, i pastori si sono ribellati contro di me, i profeti hanno profetato in nome di Baal e hanno seguito idoli che non aiutano. Per questo intenterò ancora un processo contro di voi – oracolo del Signore – e farò causa ai figli dei vostri figli. Un popolo ha cambiato i suoi dèi? Eppure quelli non sono dèi! Ma il mio popolo ha cambiato me, sua gloria, con un idolo inutile. O cieli, siatene esterrefatti, inorriditi e spaventati. Oracolo del Signore. Due sono le colpe che ha commesso il mio popolo: ha abbandonato me, sorgente di acqua viva, e si è scavato cisterne, cisterne piene di crepe” (Ger 2,8-13). Lasciare Cristo, sorgente e fiume di vita eterna, per una cisterna screpolata che contiene solo fango, è somma insipienza. Eppure oggi si è giunti a tanto! È questo il nostro frutto più triste.
Madre di Dio, Angeli, Santi, fateci ritornare a Cristo Gesù, verità di Dio e dell’uomo.
Nota: Questo commento al Vangelo è gratuito pertanto l’autore non autorizza un fine diverso dalla gratuità.