23 OTTOBRE – TRENTESIMA DOMENICA T. O . [C]
Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: “O Dio, abbi pietà di me peccatore”.
La presunzione è un frutto del cuore di Satana che vive nel cuore dell’uomo. Essa è figlia della superbia. Mentre l’umiltà è un frutto del cuore dello Spirito Santo che vive nel cuore del discepolo di Gesù. Quando si vive con il cuore di Satana, sempre si è governati dalla presunzione. Quando invece si vive con il cuore di Cristo Signore, nel quale abita la pienezza dello Spirito Santo, sempre si è mossi e condotti dalla più grande umiltà.
Tanto si è più umili e tanto si è più grandi. Tanto si è veramente più umili e tanto si è veramente più grandi. L’umiltà è la vera misura della grandezza spirituale di un uomo. Ecco cosa rivela lo Spirito Santo sulla superbia: “Il governo del mondo è nelle mani del Signore; egli vi suscita l’uomo adatto al momento giusto. Il successo dell’uomo è nelle mani del Signore, ma sulla persona dello scriba egli pone la sua gloria. Non irritarti con il tuo prossimo per un torto qualsiasi e non fare nulla in preda all’ira.
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Odiosa al Signore e agli uomini è la superbia, l’uno e gli altri hanno in odio l’ingiustizia. Il regno passa da un popolo a un altro a causa delle ingiustizie, delle violenze e delle ricchezze. Niente è più empio dell’uomo che ama il denaro, poiché egli si vende anche l’anima. Perché mai si insuperbisce chi è terra e cenere? Anche da vivo le sue viscere sono ripugnanti. Una lunga malattia si prende gioco del medico; chi oggi è re, domani morirà. Quando l’uomo muore, eredita rettili, belve e vermi. Principio della superbia è allontanarsi dal Signore. Il superbo distoglie il cuore dal suo creatore.
Principio della superbia infatti è il peccato, chi ne è posseduto diffonde cose orribili. Perciò il Signore ha castigato duramente i superbi e li ha abbattuti fino ad annientarli. Il Signore ha rovesciato i troni dei potenti, al loro posto ha fatto sedere i miti. Il Signore ha estirpato le radici delle nazioni, al loro posto ha piantato gli umili. Il Signore ha sconvolto le terre delle nazioni e le ha distrutte fino alle fondamenta. Le ha cancellate dal consorzio umano e le ha annientate, ha fatto scomparire dalla terra il loro ricordo. Non è fatta per gli uomini la superbia né l’impeto della collera per i nati da donna” (Sir 10,4-18).
La superbia è insieme peccato contro Dio e contro la propria natura. Si dona ad essa un valore che non possiede. Con il falso valore si pretende di governare il mondo. È come se un uomo si reputasse onnipotente, creatore, signore del cielo e della terra, luce e sapienza dell’universo e mancasse anche della capacità di vedere che dinanzi a lui vi è un leone che sta per sbranarlo, divorarlo, farlo suo cibo. Il superbo è sempre ingiusto, stolto, arrogante, prepotente, presuntuoso. Non conoscendo Dio, non conosce se stesso nella sua verità. Non conoscendo se stesso, dalla sua menzogna e falsità giudica e condanna i suoi fratelli. Il superbo è senza Dio e senza i fratelli. È contro Dio e contro i fratelli. Dalla falsità e dalla menzogna del suo cuore vede Dio e ogni altro uomo.
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LEGGIAMO IL TESTO DI Lc 18,9-14
Il fariseo non conosce Dio. Non sa come tutto è per grazia di Dio e per suo amore. Se lui è “giusto”, lo è per grazia del Signore. Se fosse veramente giusto, sarebbe umile. Se fosse veramente umile, avrebbe rivolto al Signore un’altra preghiera: “Signore, ti ringrazio che preservi i miei piedi dal percorrere le vie del male. Aiutami e dammi ogni forza perché mai esca dalla tua santa Legge. Non permettere che mi separi mai da te con la disobbedienza e la trasgressione dei tuoi Comandamenti.
La grazia che hai dato a me, Signore, concedila anche a questo mio fratello pubblicano e a tutti gli altri, perché anche loro possano servire te e i fratelli secondo la tua santa Legge. Se tu, Signore, hai una sola grazia, fanne dono a lui. Così di certo lui ti amerà infinitamente più di me. Io corrispondo poco al tuo dono. Lui, ne sono sicuro, ti benedirà in eterno e porterà il tuo dono al sommo della fruttificazione”. Elevare a Dio una preghiera dal cuore umile e farne una con il cuore superbo non è la stessa cosa.
C’è una differenza sostanziale. Il cuore superbo prega dalla cattiveria. Il cuore umile dalla bontà. Il cuore superbo è nemico dei fratelli, perché nemico di Dio. Il cuore umile, essendo amico Dio, vuole ciò che Dio vuole e ama ciò che Dio ama. Poiché Dio ama tanto il mondo da dare il suo Figlio Unigenito per la redenzione degli uomini, anche il cuore umile vuole la salvezza del mondo. Chi vuole la salvezza non giudica, non condanna.
Offre la sua vita per la conversione dei suoi fratelli. L’umile sa che può stare in piedi solo perché Dio è il suo sostegno. Per questo lo ringrazia. Ma sa anche che sempre ha bisogno del sostegno di Dio e per questo lo chiede attimo per attimo. Lo chiede per sé. Lo chiede per i suoi fratelli. La Vergine Maria, la Donna tutta umiltà, ci ottenga la grazia di essere umili, sempre umili.